a canestro
Fontecchio ha capito come si gioca a basket in Nba. E ora gioca
Dopo le difficoltà della prima stagione, il fuoriclasse italiano si sta ritagliando sempre più spazio negli Utah Jazz a caccia dei playoff. La chiave? “Un nuovo ruolo” cucito su misura dall’allenatore. E a cui Simone ha saputo adattarsi benissimo
L’ultimo acuto di Simone Fontecchio è una pirotecnica vittoria ai supplementari su Detroit. L’assolo appena prima: capodanno da 24 punti e miglior marcatore assoluto della sfida contro Luka Doncic. E così i canali social degli Utah Jazz incoronano in via definitiva ‘SIMONEFONTECCHIO’ – rigorosamente in maiuscolo e tutt’attaccato. Perché da quando il fuoriclasse della nostra Nazionale è entrato in pianta stabile nelle rotazioni di coach Will Hardy, la franchigia di Salt Lake City viaggia col 60 per cento di vittorie. E cioè a pieno ritmo playoff, dopo una fase di rifondazione tecnica e il 12esimo posto in Western Conference della scorsa stagione. Quando invece Fontecchio era stato a lungo un oggetto misterioso: fuori dai radar, chiuso dalla concorrenza. Addirittura non da Nba, brontolava qualcuno.
La storia dice invece che il tempo è galantuomo. E se un anno fa Simone si affidava alle formule diplomatiche più prudenti – “Cerco solo di farmi trovare pronto” –, oggi può permettersi di alzare il tiro delle dichiarazioni. “Giocare con continuità mi aiuta: ormai sarebbe difficile riadattarmi all’Europa”. Lui nel frattempo ha capito il basket americano e l’Nba ha capito lui. Le avvisaglie c’erano state già in primavera, con il minutaggio del numero 16 in progressivo aumento. Quindi è arrivato il Mondiale nelle Filippine, dove Fontecchio ha proiettato l’Italbasket ai quarti per poi venire inserito nel secondo miglior quintetto del torneo e incassando l’importante benedizione di Jordan Clarkson – suo compagno a Utah e leader tecnico della squadra. Alla fine, s’è sciolto pure coach Hardy. “Sono fiero di lui”, il plauso dalla panchina. “Abbiamo intravisto qualche sprazzo di Fontecchio l’anno scorso, ma ora gioca con un altro tipo di fiducia. Lo percepisco ogni giorno, nel suo modo di lavorare e interagire coi ragazzi. Abbiamo trovato un ruolo che gli permette di mostrare molto meglio le sue qualità”.
Hardy li definisce “i panni del guerriero”. Tatticamente parlando, più quelli del lavoratore intelligente. Perché Simone è senz’altro un trascinatore, ha le spalle grosse dei tiri pesanti e l’estro del bagliore nel buio. In azzurro. Nei Jazz, quel piedistallo è già occupato – ubi maior… – da Clarkson e Markkanen. Così le circostanze hanno spinto Simone a adattarsi. Dimostrando di riuscirci alla grande. Il Fontecchio di Utah gioca meno palloni, ma più di squadra. All’occorrenza segna – anche 5/5 da tre, nel suo season-high contro Portland – ma soprattutto si sacrifica in difesa. “È un ottimo tiratore” spiega il coach, “eppure non è semplicemente un catch-and-shoot”, cioè quel tipo di cestista che prende la palla e cascasse il mondo punta il canestro. “Lui taglia, corre, è atletico e tosto in marcatura. Non sta cambiando l’opinione che avevamo di lui: in spogliatoio noi eravamo consapevoli del suo potenziale. Ma potrebbe cambiare quella di molti osservatori esterni”.
Uno dei nodi principali attorno all’ala piccola abruzzese, è l’essere sbarcata in Nba a 27 anni: da prodotto fatto e mangiato, insomma, con pochi margini di miglioramento. E la sua prima stagione incolore gli aveva stampato addosso l’etichetta del talento di estrazione europea che dall’altra parte dell’oceano, per un motivo o per l’altro, non ce la fa – Teodosic, Campazzo: di esempi non ne mancano. Altre volte però bisogna soltanto saper aspettare. Dopo tutto, i 6,3 punti in 15 minuti scarsi di media del 2022/23 fontecchiano sono più o meno in linea con le prime tre stagioni Nba di Marco Belinelli. Che alla settima poi vinse l’anello. Ecco: senza volare troppo con le suggestioni, sono i nuovi numeri di Simone a testimoniarne il salto di qualità. 12 punti e 4,3 rimbalzi in 27 minuti, nelle ultime 12 partite. Di queste, la squadra ne ha vinte 9. “Cottura perfetta”, twittano i Jazz.
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