Il Foglio sportivo - That win the best
Bello vedere tanti esperti di freccette lontano da Londra
Chissà perché in Italia tenete questa coppetta e non avete ancora copiato la FA Cup dagli inglesi
Allora, come ci si sente a essere diventati in fretta e furia esperti di freccette per poter dire anche voi la vostra sul nostro fenomenale Luke Litter, il sedicenne che sembra mio zio finalista mondiale a Londra, battuto da un altro inglese, Luke Humphries, e adesso ritrovarvi angosciosamente a commentare la Serie A, fingendo che nelle prossime settimane il calciomercato di riparazione possa davvero cambiare le sorti delle (poche) squadre che riusciranno a raccattare qualcosa? Preferirei stare con le palle a mollo in una vasca da bagno troppo calda a bere bolle italiane che leggere gli articoli che i pigri galoppini delle redazioni sportive stanno tirando fuori dal cassetto degli abiti smessi: “I dieci acquisti di gennaio top” e “i dieci acquisti di gennaio flop” con annessi e connessi amarcord su Davids alla Juve e Nakata alla Roma, Pandev all’Inter e Salah alla Fiorentina, ma anche su Paquetà al Milan, Esnaider “nuovo Del Piero” e Datolo al Napoli.
La sagra del già visto, un po’ come l’orrenda formula della Coppa Italia che da anni vi ostinate a mantenere con l’unico ed evidente scopo ti tenere le chiappe al caldo a una big: match orribili e scontati (e quando non scontati aggiustati da sviste arbitrali che a parti invertite farebbero gridare al complotto di Palazzo), possibilità di alzare un trofeo vincendo quattro partite in croce, sorteggi più pilotati di uno Slam di tennis.
Ecco, adesso che non dovete più ricordarvi le regole delle freccette (vi ricordate quando eravate tutti pazzi per il curling?), provate a seguire questo turno di FA Cup, e ditemi che vi sembra. E no, non casco mica nella retorica della coppa più antica del mondo in cui anche le piccolissime di provincia possono sognare, ospitando in casa loro i campioni della Premier League. Quella – anche se vera – è roba che non racconta più manco Federico Buffa, al massimo ci fa una pagina Repubblica. Parlo di un torneo lungo, difficile, storico, sentito in Inghilterra quasi come la vittoria del campionato. Nel weekend si giocano Gillingham-Sheffield United, Millwall-Leicester, Watford-Chesterfield, Manchester City-Huddersfield, ma soprattutto Arsenal-Liverpool. Guardatele, fino a che il prezzo dell’abbonamento alla piattaforma che le trasmette non aumenterà ancora, e rifatevi gli occhi e il cuore. E poi brindate con me al Girona, che in Spagna sta facendo il culo quasi a tutti, ma è già stato etichettato tragicamente come “favola” dai giornalisti in servizio social permanente, quindi rischia seriamente di schiantarsi: per ora la squadra di Michel resiste là in alto insieme al Real, ma non ha ancora passato la cosiddetta “Prova Aldo Cazzullo”, l’articolo retorico e poetico di un giornalista tuttologo (non per forza Cazzullo, sia chiaro, che poi dice che ce l’ho con lui) che ne tesse le lodi con metafore dozzinali e citazioni ammiccanti per far vedere che “sì, sto scrivendo di sport ma io sono colto eh”. Se supererà indenne anche questo, potrà entrare nella storia (come dicono i giornalisti di cui sopra).
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