a canestro
La fuga d'addio di David Logan da Scafati e dal basket
Domenica l'americano gioca e vince con Scafati. Poi sparisce, vola a Chicago e dopo giorni di silenzio annuncia il ritiro: è un finale da film, ma un fuoriclasse del nostro basket ne poteva scegliere semplicemente uno all'altezza
Ci sono campioni che si congedano dallo sport in pompa magna, tra passerelle d'onore e tifosi in lacrime tutt'attorno. Poi c'è David Logan. Che ha trattato il suo addio al basket come un impellente bisogno fisiologico. Non tanto per il fisico che presenta il conto all'improvviso: ancora oggi, a 41 anni suonati, il tiratore americano viaggiava a quasi 12 punti di media in Serie A, con un picco di 26, e giocando un ruolo chiave nello splendido settimo posto di Scafati. Anche domenica, nella vittoria in volata dei campani su Treviso, Logan ha contribuito con 9. Nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbero stati gli ultimi.
Il finale è da film. Lasciato il palasport, Logan sparisce lasciando soltanto un misterioso messaggio ai dirigenti del club via WhatsApp: "Devo volare negli Stati Uniti per una situazione famigliare. Ma sto bene, mi farò vivo io". Nella notte prende un aereo per Chicago. E questo è quanto. Che qualcosa non torni si intuisce subito. A rigor di contesto, il rapporto Logan-Scafati è quello del fuoriclasse a fine carriera piovuto dal cielo in una realtà che fino a qualche anno fa (l'uno campione d'Italia, gli altri in Serie B) poteva appena sognarlo. Invece Scafati non ha scelto l'ossequiosa attesa o il beneficio del dubbio nei confronti del veterano, che soltanto l'estate scorsa aveva trascinato i suoi alla salvezza - con tanto di 31 punti da cineteca nello scontro diretto di Verona. Ma già martedì la società decide di rilasciare un comunicato che sa di rottura: "Logan se n'è andato senza alcuna richiesta o preventivo assenso. Nei confronti dell'atleta, regolarmente sotto contratto e in attesa di valide motivazioni in merito, ci riserviamo di adottare ogni necessario provvedimento".
Due giorni di silenzio. Poi ecco le valide motivazioni: "A questo punto della mia carriera ritengo di aver fatto il possibile nel basket", annnuncia Logan sui social. Voglio ringraziare mia moglie e i miei figli per tutto il supporto ricevuto in questi anni. Voglio ringraziare il mio agente e tutte le squadre di cui ho fatto parte. Spesso, essere alla fine di qualcosa significa essere all’inizio di qualcos’altro. Mi ritiro dal gioco che amo". Firmato David.
Si faticano a ricordare uscite di scena tanto rocambolesche nella storia della pallacanestro. Un portale specializzato come 'La Giornata tipo' suggerisce con romantica ironia che Logan "sia stato rapito dagli alieni per poi tornare sul pianeta dal quale era venuto".
Ma al netto dei contorni romanzeschi, resta un fatto concreto. E cioè che il tiro conclusivo del 'Professore' - nome di battaglia che dovrebbe implicare saggezza - non sia stato all'altezza di tutto il resto. Lo scudetto con Sassari nel 2015, oltre 3.500 punti e il record assoluto di triple (andava verso le 650) in Serie A. Non si sanno e non si possono giudicare le cause intime del dietrofront. Eppure Logan avrebbe potuto chiudere in qualunque altro modo. Invece lascia la sua squadra orfana del suo talento nel bel mezzo di una stagione esaltante, che vede Scafati in lotta per i playoff. "Siamo delusi, io più di tutti", ha ammesso oggi Nello Longobardi, il numero uno del club, parlando al Corriere dello Sport. "David con me ha un rapporto splendido: poteva almeno parlarmi. Lo avrei capito a prescindere. Gli auguro il meglio". Scafati ha reagito in tempo record, firmando in queste ultime ore Gerry Blakes: guardia 30enne, reduce da qualche anonimo mese a Pistoia. Avrà il rognoso compito di non far rimpiangere l'addio di Logan, ma nessuno glielo chiederà mai. Anche perché è probabile quanto volatilizzarsi dal parquet, mentre i tifosi stanno ancora cantando quel nome.