Foto Ap, via LaPresse

L'oro di Giorgio Minisini nel nuoto artistico è figlio anche del nuovo regolamento

Francesco Caligaris

Sino a un anno fa i giudici chiudevano sempre un occhio con gli atleti più vincenti (o provenienti da paesi con più forza politica) perché non c’erano parametri oggettivi per valutare un esercizio

Il cinese Shuncheng Yang, 16 anni, entra in vasca per ultimo. È il favorito per la medaglia d’oro nel programma libero del singolo maschile di nuoto artistico ai Mondiali di Doha. Ha già vinto il programma tecnico e nei preliminari del libero ha fatto meglio di tutti, 213.9999 punti, oltre venti in più del secondo classificato. Il suo esercizio presenta un coefficiente di difficoltà più alto. Invece Yang sbaglia, riceve due penalità e scivola addirittura fuori dal podio, quarto, con 176.3647 punti. La medaglia d’oro è dell’Italia, con Giorgio Minisini, 210.1355 punti, che nuota sulle note di “Hallelujah” di Andrea Bocelli.

     

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Succede nel “nuovo” nuoto artistico, dove le classifiche non sono più granitiche ma, com’è giusto che sia nello sport, dipendono da quanto i giudici vedono nella singola gara, e non più tenendo in considerazione i risultati passati e anche la forza politica dei vari paesi.

Prima funzionava così: fino alla scorsa stagione, Yang avrebbe svolto la sua routine già sicuro della medaglia d’oro. Si chiudeva un occhio con i più bravi, non c’erano parametri oggettivi per valutare un esercizio. Il nuovo regolamento, introdotto nel 2023, li ha invece codificati, come se si trattasse di ginnastica artistica, tuffi o pattinaggio sul ghiaccio. Prima delle esibizioni degli atleti, gli allenatori consegnano ai giudici una scheda di difficoltà (“coach card”) che illustra nel dettaglio la routine, gli elementi da eseguire in acqua e il loro ordine di esecuzione. Ognuno di questi elementi ha un grado di difficoltà aritmetico, per cui la coach card riporta in dettaglio la cosiddetta difficoltà dichiarata (“DD”). Se un elemento della coach card non viene eseguito in acqua, include un errore o ha una difficoltà inferiore a quella dichiarata, l'elemento non riceve i punti corrispondenti alla DD, bensì un punteggio moltiplicato per un “base mark”. Tradotto: una penalità.

“Io sono entusiasta del nuovo regolamento – ci aveva detto l’estate scorsa Giorgio Minisini – Qual è la caratteristica dello sport? Avere un risultato chiaro in base a un numero di obiettivi raggiunti, no? Come segnare dei gol. Ecco, i nostri esercizi ora saranno una serie di gol da segnare. Il nuoto artistico aveva bisogno di quella componente di imprevedibilità che non potrà che fare bene all’intero movimento”. “Il nuoto artistico da quest’anno sarà un nuovo nuoto artistico – le parole della direttrice tecnica della nazionale italiana Patrizia Giallombardo – Sarà bello avere la possibilità di essere giudicati in modo oggettivo”. “Il nuovo sistema permette a tutti di sognare di vincere una medaglia olimpica”, ha detto al sito Olympics.com la capitana della squadra messicana, Nuria Diosdado.

Il nuovo regolamento ha effettivamente reso più imprevedibile il nuoto artistico. Nell’ultimo Mondiale – complice anche l’assenza della Russia, certo – sono saliti sul podio paesi che mai avevano conquistato medaglie nella loro storia: la Colombia, il Messico, la Gran Bretagna e il Kazakistan.

Per Giorgio Minisini è la decima medaglia mondiale della carriera, la prima d’oro nel singolo dopo le tre ottenute nel duo misto tra il 2017 e il 2022. Pochi giorni fa una penalità aveva tradito anche lui, proprio nel programma tecnico del duo misto con Susanna Pedotti: errore nell’ultimo elemento e sesto posto finale, una mazzata al morale di chi si era presentato a Doha con ambizioni di podio. “Temevo che fosse un segnale di fine carriera anticipato”, ha detto lunedì dopo l’argento nel programma tecnico del singolo. I base mark danno e i base mark tolgono: è lo sport, finalmente.

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