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Il Foglio sportivo

Perché le Final Eight ci piacciono così tanto

Umberto Zapelloni

Attorno alla finale di Coppa Italia è stata costruita una settimana di eventi che farà di Torino il centro del mondo del basket, tra docufilm, musica, balli, clinic internazionale di alto livello per i tecnici e anche spazio per fare del bene attraverso la beneficenza. Pure l’Nba copia

C’era una volta la Coppa Italia del basket. Oggi le Final eight che anche gli americani ci invidiano (e un po’ ci hanno copiato con la Coppa Nba di mezza stagione che ha trovato pure un super sponsor come Emirates) sono diventate qualcosa di più. Non c’entra il fatto che toccherà a Diletta Leotta, madrina dell’evento, portare in campo il trofeo. È che attorno alla finale di Coppa Italia è stata costruita una settimana di eventi che farà di Torino il centro del mondo del basket. Tra il docufilm su Dino Meneghin e le celebrazioni di altri due miti del nostro campionato come Antonello Riva e Bob Morse, ci sarà di tutto con musica, balli, clinic internazionale di alto livello per i tecnici e anche spazio per fare del bene (ogni canestro da tre punti realizzato durante il corso del torneo, Lega Basket effettuerà una donazione di cento euro, per sostenere il quotidiano lavoro dei medici e ricercatori dell’Istituto di Candiolo – Irccs). E poi si lavorerà con le scuole sul tema “Tutto un altro sport: il mio basket”.
 

Il calcio va a cercare soldi in Arabia, il basket prova ad allargare la sua fan base in Italia. Sono sport poco paragonabili per le loro dimensioni, ma va riconosciuto a Umberto Gandini di aver dato un’accelerazione al movimento dopo la pandemia. Ci sono sport come il tennis e il nuoto che grazie ai risultati stanno uscendo dai loro confini per entrare in case dove prima non erano mai stati. Aspettando che la nazionale del ct prodigo come il figliolo della parabola, Pozzecco, il vero cuore della passione, ci dia un segnale conquistando l’accesso ai Giochi, non resta che darsi da fare organizzando qualcosa che possa riportare il basket al centro del villaggio sportivo. Si comincia nella notte di San Valentino, spot per gli innamorati dei canestri e si chiude il 18 alle 18. Quest’anno, tanto per cominciare, è stato invitato alla festa torinese anche il basket femminile che avrà le sue semifinali il venerdì sera e aggiudicherà la sua Coppa Italia domenica prima della finale maschile. 
 

Il contorno c’è tutto e sarà valorizzato da nuove riprese televisive che vedranno all’opera anche una spidercam. Non resta che augurarsi partite di livello tra le prime otto squadre del nostro campionato: Venezia, Brescia, Virtus Bologna, Olimpia Milano, Trento, Reggio Emilia, Napoli e Pistoia. Un anno fa Brescia sorprese tutti prima eliminando Milano e poi battendo Bologna. Le regine di denari furono fatte fuori sul campo da una squadra che aveva dimostrato voglia, coraggio e talento. Quella lezione ci racconta che nulla va dato per scontato in questi cinque giorni che possono rivoluzionare il basket. Tutti si attendono la solita finale tra Milano e Bologna, ma gli alti e bassi dell’Olimpia in questa stagione non garantiscono nulla. È una squadra che si illumina d’immenso come contro il Real, ma poi riesce a cambiare faccia mille volte nel corso della stessa partita dove parte da fata e finisce da strega. Dovrebbe avere voglia di riscatto dopo il fallimento dello scorso anno. Ma la dovrebbe avere anche la Virtus bella d’Europa che l’anno scorso con Scariolo si ingrippò sul più bello. Il basket della Final Eight però ci ha insegnato che non è solo un paese per ricchi. Qui Cenerentola è sempre invitata al ballo

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