1999-2024
In memoria di Kelvin Kiptum e della maratona in meno di due ore che non vedremo
Il maratoneta keniano è morto in un incidente stradale a 24 anni. Lo scorso 8 ottobre aveva stabilito il nuovo record mondiale della disciplina correndo in due ore e trentacinque secondi. Il grande scontro olimpico con Eliud Kipchoge non ci sarà mai
Il 16 maggio del 2019, un giovedì, si trasformò in un giorno di festa a Kisumu, Kenya. Nella città che si affaccia sul golfo di Kavirondo del lago Vittoria era arrivato Paul Tergat, un mito sportivo laggiù, il primo keniano a stabilire il record del mondo della maratona. Paul Tergat era sul palco d’onore per la tradizionale gara di cross. La corsa fu velocissima e la vinse l’etiope Hagos Gebrhiwet Berhe, che fu bronzo olimpico due anni prima a Rio de Janeiro nei 5.000 metri. Per cerimoniale fu Paul Tergat a premiare i primi tre. L’ex campione quel giorno era sorridente, più sorridente del solito. A chi gli chiese il motivo di quella felicità, rispose di aver visto “oggi qualcosa che non avevo mai visto finora. Ho visto correre un ragazzo che renderà orgoglioso tutto il Kenya”. Quel ragazzo era arrivato quinto con ai piedi due scarpacce da ginnastica di tre numeri più grandi e del tutto inadatte al cross. Aveva soprattutto recuperato diciotto posizioni negli ultimi tre chilometri e mezzo.
Quel ragazzo si chiamava Kelvin Kiptum ed “è splendido da vedere correre, ha la classe cristallina tipica dei fenomeni”.
Quel ragazzo effettivamente rese orgoglioso il Kenya negli anni a venire: nel 2022 vinse la maratona di Valencia, nel 2023 quella di Londra e quella di Chicago. E quell’8 ottobre in America fece qualcosa che sembrava impossibile: togliere a Eliud Kipchoge il record del mondo della maratona, correre cioè in meno di due ore, un minuto e diciannove secondi. Quel giorno Kelvin Kiptum corse in due ore e trentacinque secondi, che voleva dire soltanto nuovo record del mondo. Per di più non al meglio: “Durante le ultime fasi della preparazione non stavo granché bene: avevo avuto un infortunio all'inguine e un po' di malaria”, disse alla Bbc.
Kelvin Kiptum sarebbe diventato presto il primo uomo a correre (ufficialmente almeno, perché Kipchoge ci riuscì ma non glielo confermarono) una maratona in meno di due ore. C’era già riuscito in allenamento, l’appuntamento ufficiale era fissato per il 14 aprile, alla maratona di Rotterdam.
All’appuntamento però non si presenterà. Kelvin Kiptum è morto alle 23 di domenica 11 febbraio 2024, sulla strada tra Eldoret e Kaptagat in Kenya, nella Rift Valley. Era alla guida e per ragioni ancora ignote, è finito con l’auto in un burrone di sessanta metri.
Per mesi dopo quell’8 ottobre 2023 ci fu chi diede gran parte del merito di quel record del mondo alle nuove scarpe che Nike aveva realizzato. Calzature che indossavano anche sei dei primi dieci, certo innovative, tecnologicamente all’avanguardia, ma che per avere un minimo di beneficio in corsa (e non aver problemi a tendini e giunture) bisogna correre attorno ai 3’10” al chilometro e avere una biomeccanica perfetta.
La biomeccanica perfetta che aveva Kelvin Kiptum. “L’ho conosciuto nel 2009, io mi stavo allenando ed ero in uno dei momenti di forma migliori della carriera, lui iniziò a seguirmi a piedi scalzi, tentai di liberarmene accelerando e lui non mollava un metro. Aveva dieci anni”, raccontò Gervais Hakizimana, che divenne suo allenatore nove anni dopo quell’incontro e che è morto con lui nell’incidente.
“Kelvin ha possibilità enormi ed enormi margini di miglioramento, a volte sembra quasi che si trattenga, che non faccia sul serio fino in fondo: ricorda in questo Usain Bolt”, disse Julius Kirwa, capo allenatore della Nazionale keniana di atletica, poche settimane prima del record del mondo della maratona.
È stata la mancanza di convinzione di farcela ciò che ha rallentato l’ascesa di Kiptum: “Aveva un po' di paura e ha preferito la mezza maratona più breve fino al 2022, quando alla fine ha accettato una maratona”, aveva detto il suo allenatore.
Tre maratone corse e tre maratone vinte. Ma mai contro l’altro grande maratoneta keniano: Eliud Kipchoge. Doveva essere questo l’anno buono, l’anno della nuova maratona più veloce della storia e del grande confronto tra i corridori più forti nei 42,195 chilometri. Non lo sarà. Rimane solo Eliud Kipchoge e un la sensazione di aver perduto un pezzo di storia oltre a un grandissimo podista.
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