IL FOGLIO SPORTIVO – IL RITRATTO DI BONANZA
Il calcio di Thiago Motta tutto samba e diagonali
Palleggio e corsa, ritmo e scivolate: una meravigliosa armonia tra attacco e difesa. L'Italia del pallone ha trovato un nuovo protagonista. Se continua così l'allenatore del Bologna sarà presto in cima ai desideri dei grandi club
Manca circa un mese all’inizio della primavera, che quindi tornerà, sì, è una notizia, a meno che non piombi dal cielo uno asteroide enorme in grado di provocare cataclismi a catena, con l’inevitabile fine del mondo. Nel caso, potreste prendervela con chi scrive, che mai un menagramo del genere c’è stato nella storia di tutti i giornalisti (ammesso che io sia un giornalista). Ritenendo questa ipotesi abbastanza improbabile (quella del giornalista o dell’asteroide?), proseguo serenamente dandovi un’altra notizia. Il calcio italiano ha trovato un nuovo protagonista: si chiama Thiago Motta.
La notizia non è freschissima, qualcosa si era già capito. Il brasiliano Thiago (doppio passaporto per via dei bisnonni italiani), sta scalando la classifica, giocando il miglior calcio d’Italia insieme a quello dell’Inter. Che cosa ha portato di nuovo? Niente di particolare, solo una meravigliosa armonia tra attacco e difesa. Il Bologna, forte dei giocatori acquistati da uno dei migliori direttori sportivi d’Italia, Giovanni Sartori, segna tanto e subisce il giusto, ma soprattutto gioca molto bene, in maniera articolata e imprevedibile. Potrebbe fare anche meglio se solo concretizzasse di più. Zirkzee è un centravanti atipico, muovendosi parecchio, ma proprio per questo orienta il gioco offensivo del Bologna associando la corsa al dominio tecnico. Il resto lo fa la squadra, con una organizzazione che prevede pressione a tempo, con qualche pausa per rifiatare, e continui cambi di gioco, con tagli e ritagli, uniti a una discreta velocità di base da parte di tutti gli uomini in campo, difensori compresi.
Il Bologna gioca un calcio a tratti entusiasmante, con il sorriso in bocca, mentre Thiago non ride quasi mai. Proprio per questo non risulta simpatico a molti giornalisti, almeno nella maniera tradizionale in cui si intendono i simpatici. Alle domande risponde a monosillabi e a volte in modo ruvido. Sembra avere un’alta considerazione di sé, e questo lo aiuta nei momenti difficili, provocando per difendersi. È un figlio di tutti e di nessuno. Sembra assomigliare a Gasperini (lo ha avuto al Genoa) nella maniera in cui gioca spavaldo, e a Mourinho (lo ha avuto all’Inter) per come non si fa pestare i piedi in modalità dialettica, e poi ad Ancelotti (lo ha avuto al Paris Saint-Germain) per il libero arbitrio concesso ai suoi attaccanti. Nella crasi dei tre, c’è Thiago Motta, che pare in sintesi una perfetta fusione tra un brasiliano e un italiano. Palleggio, corsa, samba e diagonali, ritmo e scivolate. Se passerà la primavera giocando ancora in questo modo, potrà godersi una estate di fuoco, che tutti lo vorranno: stella brillante in mezzo agli asteroidi.