Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA
Al Napoli tutto è relativo
De Laurentiis, passato lo scudetto spallettiano, ha chiesto luci forti e un primo piano su di sé, poi ha cominciato un monologo oscuro ma con un finale piuttosto chiaro: far capire alla città che a Napoli, tutto è relativo, tranne il suo presidente
Tutto è relativo, frase che di per sé non significa nulla (Einstein, spiegaglielo tu), nel calcio ci è utile proprio per questo. Mazzarri out, fatto fuori a poche ore dalla partita contro il Barcellona, costretto a subire l’umiliazione di guidare l’allenamento due giorni prima del match, bolso e triste con il fischietto in mano, guardato dalla squadra come si può guardare un generale senza mostrine, ci racconta bene il clima di Napoli dove, di questi tempi, tutto ormai è relativo. Lo è il nuovo allenatore, Francesco Calzona, calabrese di Vibo Valentia, ct slovacco con un passato da vice. Faccia interessante, idee piuttosto chiare spiegate anche bene (visto alla tv). Carattere forte, non si è preoccupato di togliere Kvaratskhelia e di motivare la scelta con il fatto che a lui il nome non interessa. Calzona è relativo, in quanto in un giorno e mezzo di lavoro non poteva fare di più, nemmeno togliere Osimhen quando il Napoli era in svantaggio (come avrebbe voluto fare) perché la partita sarebbe finita diversamente (obviously).
Con Mazzarri in panchina, è sicuro che il nigeriano sarebbe uscito prima, perché anche la fortuna è relativamente inversa a chi si chiama Walter. Nel Napoli, i giocatori, sono quelli più sicuri di essere qualcosa di buono. La squadra è forte, solo che ha perso la bussola. Con Spalletti sapeva muoversi in un tutti i quattro punti cardinali, nord, sud ovest, est, e lo faceva insieme, a drappelli come direbbe Orrico (buongiorno maestro!). Con Garcia, francese di quelli che ne sanno parecchio più di tutti (a parole), il Napoli ha perso l’orientamento e si è inabissato dentro un mare di sciocchezze, tattiche, tecniche e comportamentali. La scelta di Mazzarri è stata tanto sorprendente quanto sbagliata. Ed è quasi incredibile che sia stata portata avanti da una persona sveglia come De Laurentiis, il quale, se fosse stato davvero amico dell’allenatore toscano (come ha detto di essere), lo avrebbe lasciato in pace, senza scaraventarlo in una situazione più grande di lui. Mazzarri ha fatto molto bene in passato, ma oggi è un uomo diverso, forse anche migliore, ma inadatto a vivere un contesto difficile come quello attuale. De Laurentiis, passato lo scudetto spallettiano, ha chiesto luci forti e un primo piano su di sé, poi ha cominciato un monologo oscuro ma con un finale piuttosto chiaro: far capire alla città che a Napoli, tutto è relativo, tranne il suo presidente.