A Riccione è nata l'Italnuoto del futuro
Sara Curtis e Alessandro Ragaini, entrambi nati nel 2006, sono i due più giovani italiani tra tutti gli sport ad aver conquistato il pass nominale per l’Olimpiade di Parigi 2024
La rivoluzione è partita l’8 marzo, perché anche i simboli contano. Quello disputato la settimana scorsa a Riccione avrebbe dovuto essere un Campionato italiano assoluto di transizione, una passerella per i campioni reduci dalle medaglie del Mondiale di Doha di febbraio e una possibilità in più, per le cosiddette seconde linee, di completare la squadra per l’Olimpiade. Attendevamo il ritorno in acqua dopo l’infortunio alla mano di Thomas Ceccon, mentre Simona Quadarella, bicampionessa mondiale degli 800 e dei 1500 stile libero, si è divertita a nuotare i 400 misti, una specialità in cui non si cimentava da anni. Ma venerdì, nella penultima giornata di gare, l’Italnuoto è andata violentemente a sbattere contro il suo futuro.
Prima Sara Curtis: al mattino, nelle batterie dei 50 stile libero, ha realizzato il nuovo record italiano di 24’’56, migliorando il 24’’72 di Silvia Di Pietro all’Europeo di Roma 2022. Poi in finale si è confermata in 24’’63. Che fosse in forma lo aveva già dimostrato pochi giorni prima nuotando i nuovi primati nazionali della categoria cadette nei 50 dorso (28’’10) e nei 100 stile libero (54’’31, meglio del record giovanile di Federica Pellegrini che resisteva da vent’anni, dal 2004). “Ma era questo l’obiettivo degli Assoluti, anche se non l’avevo detto a nessuno per scaramanzia”, ha svelato la ragazza di Savigliano, papà piemontese e mamma nigeriana, tesserata per il Centro sportivo del Roero e allenata a Cuneo da Thomas Maggiora.
Poi Alessandro Ragaini: al pomeriggio, nella finale dei 200 stile libero, ha rimontato il primatista nazionale della specialità Filippo Megli con un’ultima vasca da 27’’02 (parziale da eccellenza mondiale) e ha vinto in 1’45’’83, il quarto miglior tempo italiano di sempre. Il suo precedente record personale, realizzato a settembre durante il Mondiale giovanile, era di 1’47’’24: in pochi mesi lo ha abbassato di quasi un secondo e mezzo. “Non ho parole, non pensavo di nuotare un tempo del genere. Ho iniziato questo sport quando avevo cinque anni e lo amo da sempre”, ha dichiarato il marchigiano di Castelpiano (Ancona), tesserato per i Carabinieri e il Team Marche e allenato a Moie da Andrea Cavalletti.
Sara Curtis e Alessandro Ragaini hanno entrambi scritto sulla carta d’identità 2006. A Parigi saranno ancora minorenni. Non si possono ricordare l’oro olimpico di Federica Pellegrini nei 200 stile libero a Pechino 2008, ma appartengono tutti e due a quella generazione di ragazzi e ragazze che ha cominciato a nuotare anche grazie ai trionfi della fuoriclasse veneta: negli ultimi 25 anni gli atleti tesserati della Federnuoto sono triplicati, dai 47.428 del 1997 ai 156.299 del 2022. A oggi sono i due più giovani italiani tra tutti gli sport ad aver conquistato il pass nominale per l’Olimpiade francese.
Chi li conosce bene è Marco Menchinelli, il responsabile tecnico delle squadre nazionali giovanili di nuoto, che dice al Foglio: “Sara e Alessandro sono cresciuti in modo esponenziale negli ultimi mesi. Hanno acquisito più fiducia nei propri mezzi e, soprattutto, hanno già avuto due possibilità importanti di confronto con la nazionale assoluta, la prima all’Europeo in vasca corta di Otopeni e il secondo al Mondiale di Doha. Poi hanno due allenatori capaci e ‘tranquilli’, che affrontano la competizione con serenità. Mi piace molto questo aspetto. Ma in generale”, conclude Menchinelli, “tutto il movimento giovanile si sta dando da fare. Abbiamo dei 2007 e dei 2008 molto forti e a questi Assoluti abbiamo già selezionato oltre 40 atleti per l’Europeo giovanile che si terrà in Lituania all’inizio di luglio”.