Il Foglio sportivo
Le strabilianti Wonder Women del volley italiano
Milano-Conegliano si giocheranno la Champions. E Paola Egonu è alla sua quinta finale: "Rende le compagne più sicure. Paradossalmente, il rischio è che ci sia un eccesso di confidenza, il pensiero che lei possa risolvere tutto" dice il coach Marco Gaspari
Dobbiamo ancora qualificarci per le Olimpiadi, ma la rincorsa verso Parigi del volley femminile parte dalle squadre di club, dominatrici in Europa. Mercoledì scorso Chieri ha alzato la Cev Cup, il secondo trofeo continentale per importanza. A fine febbraio era toccato a Novara mettere in bacheca la Challenge Cup. L’incredibile triplete azzurro sarà completato dalla Champions League che si contenderanno Conegliano e Milano. Per le lombarde sarà la prima volta in finale. Per una sua giocatrice la quinta con quattro squadre diverse. Vero Volley non poteva scegliere biglietto da visita migliore di Paola Egonu per l’appuntamento con la storia del prossimo 5 maggio in Turchia. In uno sport in cui gli italians do it better, lei lo fa ancora meglio. Dimenticavamo: delle cinque finali di Champions, ne ha persa solo una due anni fa con la maglia di Conegliano. Per il resto, poker di successi calato con tre squadre: Novara 2019, Conegliano 2021, Vakifbank l’anno scorso con una prestazione monstre: 40 punti a referto.
Avere Egonu, insomma, fa la differenza. “Paola in squadra – ci racconta il suo coach Marco Gaspari – rende le compagne più sicure. Paradossalmente, il rischio è che ci sia un eccesso di confidenza, il pensiero che lei possa risolvere tutto”. La scorsa estate molti consideravano al pari di una scommessa l’investimento su Egonu della presidente Alessandra Marzari. L’atto conclusivo della coppa più prestigiosa – arrivato solo otto anni dopo la promozione in A1 – è il primo incasso per una squadra che finora si è arresa con Conegliano lottando fino all’ultimo nelle finali di Coppa Italia e Supercoppa italiana e ha ancora un capitolo da completare nella storia del campionato. Merito di Paola? “Penso che questa modalità di vedere tutto collegato a una sola giocatrice – chiarisce la numero 1 di Vero Volley Marzari – sia un metodo di valutazione da abbandonare. Il segreto è considerare le vittorie come risultati di squadra. Chi fa molti punti ha tanti meriti, ma da sola non può farcela. Ognuna delle giocatrici deve portare a termine la sua missione in campo e questo dà valore alle performance dell’intero gruppo”. Nell’equa divisione dei meriti, non può mancare però un pensiero dedicato alla stella che brilla di più: “Egonu ha un palmares incredibile e un’esperienza straordinaria che ci aiutano. Oltre al talento e alle indubbie capacità, il fatto che abbia un grande feeling con queste competizioni è assolutamente utile. Si è visto nella gara che ci ha proiettati in finale”.
Qualcuno si preoccupava anche della gestione dell’atleta, un fronte che aveva lasciato diverse vittime sul campo negli ultimi anni, come il ct della Nazionale Mazzanti, poi sostituito da Velasco. Il suo attuale allenatore, invece, si è sintonizzato sulle giuste frequenze: “È una ragazza super, di una sensibilità unica. Ha una fame di vittoria che porta quotidianamente in campo. Prima del ritorno in semifinale col Fenerbahce – continua Gaspari – guardavo i suoi occhi, il suo sguardo. Da questi ho capito in anticipo che avrebbe fatto una prestazione mostruosa. È stata devastante in battuta, generosa in difesa e capace di rendere invisibili le condizioni precarie di Orro, la nostra alzatrice che solo tre giorni prima della partita era finita ko per una distorsione alla caviglia”.
Egonu che porta punti e vittorie, Egonu che migliora le squadre e pure i suoi allenatori. “Con lei ho alzato l’asticella – dice Gaspari – sono diventato autocritico su tutto, sul lavoro in palestra e sulla gestione delle partite. Mi ha fatto capire che un tecnico deve sviluppare non solo gli obiettivi della squadra, ma anche quelli delle singole atlete. Paola richiede energia, è molto esigente, ma mi ha fatto crescere”. E in cosa, invece, è migliorata Egonu con Gaspari? “Posso insegnarle poco, ma ho focalizzato il mio lavoro sul fondamentale del muro. Per me aveva un’innata capacità di leggere in anticipo le mosse avversarie, ma spesso non produceva i punti che avrebbe meritato. Quest’anno i numeri sono migliorati e ho ancora negli occhi la murata alla fortissima Fedorovtseva nell’andata con il Fenerbahce all’Allianz Cloud: la palla è caduta sui piedi della russa!”
E ora la finalissima con Conegliano e Gaspari ha più di un mese per cercare di capire come battere le invincibili pantere, le ragazze di Santarelli che superando mercoledì scorso l’Eczacibasi hanno ottenuto la 41esima vittoria consecutiva. Nella cavalcata precedente arrivarono fino a 76. “È la squadra che pratica il miglior gioco nel mondo – afferma l’allenatore milanese – non perdono mai anche se in Coppa Italia siamo andati vicini all’impresa. Servirà più cinismo, quello che per esempio ci è mancato nel quarto set col Fenerbahce. L’ho già portato come esempio alle ragazze. Se ci capiterà con Conegliano, non dovremo lasciarci sfuggire l’occasione. Egonu sentirà la sfida? Certo, come tutta le altre compagne”.
A Conegliano Paola ha molti amici, l’eterno libero Moki De Gennaro e suo marito coach Daniele Santarelli in testa. Tre anni di bei ricordi, due scudetti, una Champions, un Mondiale per Club, tre Supercoppe Italiane e altrettante Coppe Italia, ma anche una finale di Champions persa contro il Vakifbank malgrado il solito bottino impressionante di 39 punti.
Egonu parla poco e, a parte le dichiarazioni rilasciate alla piattaforma del suo club (“Sono fiera, contenta e mi auguro il meglio per le sfide future”), si prepara in silenzio alle sfilate della collezione primavera-estate 2024: finale Champions League, playoff scudetto, qualificazione alle Olimpiadi per arrivare al défilé più prestigioso, quello coi cinque cerchi di Parigi. Il vestito che indosserà sarà il solito. Quello di Wonder Woman della nostra pallavolo.