Serie A
A Pasquetta il Bologna di Thiago Motta inizia il suo esame di maturità
I rossoblù sono in corsa per la qualificazione in Champions League. In casa contro la Salernitana l'occasione per evitare di pensare al futuro prossimo e concentrarsi sull'attualità
Con ormai alle spalle i primi due terzi abbondanti di stagione, per il Bologna è giunto il momento di diventare definitivamente grande. La formazione di Thiago Motta non solo è rimasta aggrappata al treno Champions League ma al momento lo guida, se per treno intendiamo quello che vale il quarto posto, primo obiettivo alla portata delle squadre che non rispondono ai nomi di Inter, Milan e Juventus. Lo fa con merito, idee chiare, un gioco codificato che riesce comunque ad adattarsi alla singola partita, ma adesso arriva il momento della resa dei conti. Il calendario in teoria sorride a Zirkzee (appena recupero) e compagni, ma proprio per questo si tratta di un esame da non sbagliare: la strada verso lo scontro diretto con la Roma attualmente quinta, in programma il 22 aprile, è preceduto da tre sfide teoricamente comode, con Salernitana, Frosinone (allo Stirpe) e Monza. Il tutto senza l’ostacolo degli impegni infrasettimanali.
Ma se finora il Bologna ha potuto navigare da sorpresa, ottenendo per questo anche scalpi decisamente illustri, adesso deve fare i conti con il peso del pronostico, con le partite da non sbagliare, con le aspettative che ha creato in questi mesi di calcio scintillante. “Non c’è pressione, ma il senso di responsabilità di continuare con grande impegno e concentrazione”, ha detto alla vigilia di una sfida che sa di trappola come quella contro la Salernitana. La spinta dovuta alle prestazioni del Bologna è tale da aver messo sotto i riflettori non soltanto l’allenatore, apparentemente destinato a grandissime piazze al termine della stagione, ma anche i calciatori, travolti da indiscrezioni di mercato che in una fase del genere rischiano di diventare più un problema che un’attrazione. Paragonato a Xabi Alonso, fresco di annuncio di permanenza a Leverkusen, Motta non se l’è sentita di esporsi (“La sua è una scelta rispettabile, io penso alla sfida con la Salernitana”) e ha preferito andare via in dribbling, proprio lui che quando giocava era più portato a badare al sodo che allo svolazzo. Troppo importante l’obiettivo europeo, la Champions League nel mirino e l’Europa League che sarebbe un paracadute non da poco, ma che per come si è messa la stagione verrebbe vissuta con un pizzico impercettibile di amaro in bocca.
Motta chiede l’ennesimo sforzo ai suoi, consapevole che l’annata non si giocherà tanto sugli scontri diretti, per quanto importanti, bensì sulle altre sfide, quelle contro chi rischia di vedersi scivolare il terreno sotto i piedi. Già a Empoli, pur dominando a tratti, il Bologna aveva sperimentato sulla propria pelle quanto difficile possa essere portare a casa una partita sporca, timbrata nei minuti finali solamente da una rete, l’ennesima, di Giovanni Fabbian, di mestiere centrocampista ma attratto in maniera quasi mistica dal pallone in zona-gol: è sempre lì, dove cade la sfera, al posto giusto nel momento giusto.
Questo, in soldoni, sarà l’obiettivo del Bologna da qui a fine stagione: farsi trovare al posto giusto, la zona Champions, al momento giusto, quello in cui si tira il bilancio a giochi ormai conclusi, come da massima pokeristica. I conti si fanno in ascensore, mai prima: anche per questo, almeno per ora, Thiago Motta non pensa alla classifica e al futuro che lo riguarda. Conta il presente per far sentire il Bologna sempre più grande.
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