Serie A
Il nerazzurro mancato da Lazar Samardzic
Doveva essere uno degli acquisti più importanti del mercato della squadra di Simone Inzaghi, poi tutto è sfumato. Contro i nerazzurri il giocatore dell'Unidese prova a recuperare il tempo perso
Doveva essere la ciliegina sulla torta, il rinforzo in grado di dare un’alternativa in più a Simone Inzaghi, erano già partite le domande sul suo ruolo: mezz’ala destra o sinistra, persino alternativa per lo slot di seconda punta per via della sua capacità di incidere sulla trequarti, richiamando il successo che aveva avuto Luis Alberto come partner di Immobile in una delle prime stagioni laziali del tecnico piacentino. Alla fine, invece, non se ne è fatto più nulla: una vicenda intricata eppure già dimenticata, quella che ha portato Lazar Samardzic a vestirsi di nerazzurro soltanto per qualche ora, salvo poi tornare a Udine con la coda tra le gambe nel momento in cui pensava di aver spiccato il volo: per pensare ai cambiamenti che ha generato quella mancata firma, basterebbe togliere al Bologna tutti i gol pesantissimi segnati da Giovanni Fabbian, che era destinato a compiere il tragitto Milano-Udine come parziale contropartita e che invece si è ritrovato qualche settimana dopo alla corte di Thiago Motta, tassello preziosissimo di un Bologna che continua a veleggiare nelle zone nobili della classifica.
Ora un’Inter praticamente già scudettata va a Udine e di Samardzic, almeno del Samardzic dello scorso anno, non è rimasto che un simulacro: aveva iniziato bene, sembrava dovesse andare a Napoli a gennaio (dopo avergli segnato contro uno dei gol più belli del campionato), invece è ancora lì, triste, solitario, qualche spezzone qua e là nel tentativo di ravvivare un centrocampo che troppo spesso appare monocorde. Stasera, però, dovrebbe tornare titolare, vista anche l’investitura ricevuta alla vigilia da Cioffi, tecnico che lo conosce bene da diversi anni: “Quando è arrivato a Udine si puntava il dito perché non lavorava in fase difensiva, nella mia prima avventura qui giocava poco per quel motivo. Ora vedo un calciatore molto più attento in copertura, che vuole stupire ma stando attento e sono convinto che si ritaglierà presto lo spazio che merita”. Alla luce di quanto è rimasto da giocare, viene da pensare che il momento sia arrivato: l’Udinese ha un bisogno disperato di qualità da associare a quella di Thauvin e Pereyra, di rifornire Lucca nel migliore dei modi per metterlo in condizione di trovare i gol necessari per raggiungere una salvezza che con il campionato ormai alle porte dell’epilogo è ancora tutt’altro che scontata.
Proprio Samardzic ha vuotato il sacco qualche settimana fa, in una lunga lettera-confessione affidata a Cronache di Spogliatoio, evidenziando tutti i lati negativi della trattativa sfumata e usandola per farsi forza in vista di una carriera le cui pagine migliori sono ancora tutte da scrivere: “Quando sono stato vicino all’Inter, non ho potuto allenarmi per due settimane: se c’è una cosa che mi ha veramente disturbato, è stato interrompere la preparazione. Quando sono sorti i primi problemi nell’affare, ho aperto il telefono e ho trovato tantissimi insulti in chat. E ogni ora aumentavano. Non ho avuto alcun tipo di rimpianto per com’è andata la vicenda. Sono cresciuto da quella situazione, è un momento che ho vissuto e che mi ha fatto male”. Contro l’Inter che poteva essere il suo presente, Samardzic prova a riprendersi un futuro da predestinato.