Il racconto

A Cagliari il varo della nuova Luna Rossa. Parte la corsa per la Louis Vuitton Cup

Scafo color argento, forme quasi minimaliste. Un grande entusiasmo accoglie la prima uscita della nuova imbarcazione che punta ad arrivare alla sfida contro Emirates Team New Zealand. "Accaniti per raggiungere l'obiettivo", dice il presidente del gruppo Prada Patrizio Bertelli

Stefano Vegliani

Brilla al sole di Cagliari la nuova Luna Rossa Prada Pirelli. La decima della serie che per la prima volta ha toccato l’acqua alle 13.36, quattordici minuti dopo che Miuccia Prada, cappotto arancio, camicia di seta e scarpe basse, aveva, con la solita forza, inversamente proporzionale alla sua figura minuta, rotto la bottiglia di Ferrari Maximum Brut Blanc de Blanc sul bompresso rosso.

Lo scafo come previsto è argenteo, lucido, quasi specchiato, ma quando è adagiato sull’acqua diventa quasi azzurro. Settecento gli ospiti, giornalisti, dipendenti delle aziende che hanno collaborato alla costruzione e soprattutto famigliari, scatenati con le loro
sirene festanti per salutare il momento più emozionante dell’esordio di una nuova barca.

Nei prossimi giorni ci saranno i test al traino del gommone, la delicata parte idraulica verrà finalmente messa alla prova, ma giovedì si dovrebbero issare le vele che potrebbero non essere nere e questa sarà una sorpresa. Il commento che per tutta la giornata è rimbalzato di bocca in bocca è stato entusiasta per la bellezza, quasi minimalista, delle forme. D'altronde il minimalismo è da sempre un marchio di fabbrica Prada. “Le barche belle di solito sono anche veloci” ha affermato Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo del gruppo Pirelli.

“Mi sbilancio nell’affermare che delle dieci varate in venticinque anni questa è quella che mi piace di più”, ha ribadito Max Sirena, Skipper e Team Director. Rispetto alla prima generazione di queste barche volanti, che si chiamano AC75, le differenze maggiori riguardano i volumi che aiuteranno la barca a decollare prima con il il vento leggero e le onde del mare di Barcellona dove le regate di selezione della Louis Vuitton Cup cominceranno il 28 agosto.

Il vincitore della serie, cui partecipano oltre alla barca italiana gli svizzeri di Alinghi Red Bul Racing, gli inglesi di Ineos Britannia, gli americani di American Magic e i francesi di Orient Express Racing Team, sfiderà i detentori di Emirates Team New Zealand da 12 al 27 ottobre. Altra grande novità la riduzione dell’equipaggio da undici a otto persone con l’introduzione di quattro ciclisti che sprigioneranno una media di quattrocento watt per 25 minuti di regata indispensabile per manovrare i bracci che sostengono i
foil per volare fuori dall’acqua.

“Ci accompagna in questa avventura che ci vede protagonisti da venticinque anni l’accanimento per raggiungere l’obiettivo”, ha affermato il presidente del gruppo Prada Patrizio Bertelli, “e siamo orgogliosi del valore umano che questo team continua a dimostrare. A Cagliari abbiamo trovato un ambiente accogliente e qui porteremo la Coppa in caso di vittoria”.

“Ringraziamo Cagliari che ci ha dato un campo di allenamento dove speriamo di vedere altre barche di questa classe regata in un
prossimo futuro”, ha ribadito Max Sirena. Al varo erano invitati i giocatori del Cagliari, ma erano già in viaggio per Milano dove giocheranno contro l’Inter: “Non penseranno mica di vincere per toglierci la soddisfazione di guadagnare la seconda stella contro il
Milan nel derby” ha sottolineato in modo scherzoso ,ma non troppo, Marco Tronchetti Provera. In banchina, naturalmente, la neo
governatrice della regione Alessandra Todde e l’assessore del Mare del comune di Cagliari Alessandro Guarraccino.

Il team è oramai perfettamente inserito nel tessuto della città, la figlia del timoniere Checco Bruni Vanina che ha passato probabilmente la maggior parte dei suoi 15 anni tra Stati Uniti e Nuova Zelanda oramai ha un prefetto accento sardo. “Se giriamo per la città con la maglia della divisa ci sorridono, ci fermano per una foto. Ci sentiamo a casa”, racconta Vittorio Bissaro che è tra gli ultimi entrati nel team come flight controller e si è trasferito con moglie e figlio da Arco di Trento. La comunità in divisa grigia con riga rossa è di circa 400 persone con tanti ragazzini che frequentano le scuole della città.
 

Nel tratto di mare antistante il molo Ichnusa, dove Luna Rossa ha toccato l’acqua per la prima volta, c’era una cinquantina di imbarcazioni: vele, gommoni, canoe. Qualcuno nei giorni scorsi ha messo in vendita su Facebook per 40 euro un posto sul suo gommone. Altri tifosi hanno applaudito dall’esterno della base. Il difficile, comunque comincia ora. La barca c’è, ma è solo il primo pezzo di un puzzle che deve mettere assieme aerodinamica e idrodinamica, capacità di volare prima possibile, rimanendo sempre sul pelo dell’acqua.

Un lavoro di continua messa a punto che sarà costante anche una volta cominciate le regate. I foil, le appendici attaccate ai bracci che si alzano e si abbassano per far volare lo scafo sono ora il prossimo passo per andare più veloci alla conquista del più antico trofeo sportivo del mondo. Mettendo in campo oggi la tecnologia più sofisticata di sempre, tutta made in Italy.

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