Il foglio sportivo
Venticinque anni di Luna Rossa
Oggi a Cagliari il varo della decima barca della famiglia Bertelli. Avrà un colore sorprendente
Era il 5 maggio 1999 quando sul piazzale del porto di Punta Ala Miuccia Prada con un colpo secco e deciso, dopo aver pronunciato la frase di rito “io ti battezzo Luna Rossa”, ruppe la bottiglia di Bellavista (ora è Ferrari Trento che realizza la bottiglia in vetro speciale) sulla prua della prima barca targata Prada costruita per la sfida all’America’s Cup. Quel rito si ripete oggi, questa volta sul piazzale della base di Cagliari diventata casa del team italiano dal 2014. Sono dunque passati quasi venticinque anni dal primo tentativo, sono già state varate nove barche e l’antica brocca d’argento, realizzata dal gioielliere Garrard di Londra per la regata dell’Expo nel 1851, resta il Santo Graal dei velisti italiani, un Everest che non si riesce a raggiungere. Solo i neozelandesi sono protagonisti con lo stesso team da più tempo, con una differenza: loro la Vecchia Brocca l’hanno vita, persa e rivinta.
Come vuole la tradizione c’è assoluto riserbo su quello che succederà alle 13 quando il mondo scoprirà le forme dell’avveniristica barca volante pronta per andare alla conquista del Santo Graal. Un gioiello di tecnologia costruita da Cantiere Persico Marine di Nembro in provincia di Bergamo, l’unico che utilizza il robot Coriolis per la laminazione dello scafo. Per un anno solo quaranta persone hanno avuto accesso al capannone blindatissimo dove prendeva forma l’oggetto che vuole rompere l’incantesimo e finalmente vincere.
Da giorni sui social, tra i supporter e gli appassionati, si inseguono ipotesi sul colore dello scafo. La colorazione della barca è qualcosa di cui si occupa sin dalla prima sfida Patrizio Bertelli, presidente del Gruppo Prada. Ci tiene in modo ossessivo, pignolo all’inverosimile sui dettagli. “Sarà un colore assolutamente nuovo, ma con un richiamo al passato” si è lasciato sfuggire un membro del team che ovviamente proteggiamo con l’anonimato. Una speculazione potrebbe far pensare a una colorazione a specchio che sarebbe coerente con una nuova linea di borse della maison milanese di colore metallico. Il richiamo al passato riporterebbe alle regate del 2000 ad Auckland quando lo scafo era argenteo tanto da essere soprannominato “Silver Bullet”, proiettile d’argento. Luna Rossa di allora era la più veloce tra gli sfidanti vincendo ventisei regate su ventinove nella fase preliminare. Furono proprio i Kiwi con la loro “Magia Nera” a spegnere il sogno di vincere la Coppa America con un secco risultato di 5 a 0.
Ovviamente non si vincono le regate con il colore, ma con la barca più veloce. Tutti gli occhi saranno puntati sulle forme dello scafo di questa decima Luna Rossa, nel frattempo diventata la barca del Prada Pirelli Team. Anche nel 2021 ad Auckland dove lo scafo italiano, allora nero, arrivo alla sfida finale contro i neozelandesi i padroni di casa si dimostrarono più veloci quel pizzico che fu sufficiente per vincere 5 a 3 presentando una barca molto diversa dalle altre. Dal 2021 le barche sono completamente cambiate, volano su due bracci che entrano ed escono dall’acqua a secondo dell’andatura e delle manovre. L’aerodinamica è diventata importante quanto l’idrodinamica, non a caso il team svizzero Alinghi Red Bull Racing ha una stretta collaborazione con i progettisti dell’auto di Verstappen, mentre quello inglese Ineos Britannia è di proprietà della squadra di Hamilton. Per capire perché Luna Rossa non abbia una stretta collaborazione con Ferrari, che prossimamente comunque esordirà nella vela con la nuova barca di Giovanni Soldini, può essere interessante l’opinione rilasciata a Sailing Channel del direttore tecnico di Emirates Team New Zealand Dan Bernasconi, in un certo senso il papà di queste barche volanti che prima di dedicarsi alla vela è stato sei anni alla McLaren : “Non sempre la collaborazione può essere semplice perché possono nascere incomprensioni sul metodo”. Gli fa eco John Marshall, quattro campagne di Coppa America del New York Yacht Club come randista, project manager delle sfide vincenti americane del 1987 e 1988, appassionato di aeronautica che a Il Foglio Sportivo ha spiegato con semplicità: “Una formula 1 deve essere incollata al terreno, un AC75 deve mettere equilibrio tra la spinta verso l’altro generata dai bracci immersi con le loro appendici e la necessità di tenere lo scafo più vicino possibile alla superficie del mare”. Nel 2021 questo ai neozelandesi era riuscito molto bene, quest’anno le regate si terranno a Barcellona tra il 22 agosto e il 27 ottobre dove il moto ondoso è molto più pronunciato che nel golfo di Hauraki in Nuova Zelanda.
I team di progettazione di queste barche sono importanti, almeno trenta persone, grande uso di programmi avveniristici per simulare il comportamenti della barca. Una settimana fa Alinghi Red Bull Racing ha presentato la sua tra luci e ombre di un a serata barcellonese. Luna Rossa Prada Pirelli sarà varata alla luce del sole. “Per la prima volta in venticinque anni Luna Rossa ha spinto in modo deciso sulla strada dell’innovazione: sarà una barca diversa”, ci ha confidato un membro del team. Tra poco vedremo se chi ha sostenuto che ci saranno delle singolari e insolite prese d’aria sullo scafo ha avuto ragione.