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Pedro Acosta ha già preso le misure alla MotoGP
Il pilota spagnolo al primo anno nella classe regina del Motomondiale ha già regalato momenti di puro spettacolo, con duelli intensi ma sempre corretti con campioni del calibro di Bagnaia, Marquez o Martìn
Per definire l'impatto di un giovane campione si possono percorrere più strade. C'è chi snocciola statistiche mirabolanti; chi denota lo stile tecnico; c’è chi, infine, esalta il personaggio. Con Pedro Acosta, nuovo ragazzo prodigio della MotoGP, scindere queste componenti risulta impossibile: sono pezzi che compongono il puzzle del pilota spagnolo, che sta bruciando le tappe come pochi prima di lui.
Tutti si aspettavano un Acosta frizzante alle prime battute in MotoGP. Difficile immaginare il contrario: il suo storico nel Motomondiale racconta di una stagione d’esordio in Moto3 (2021) condotta in testa al Mondiale dall'inizio alla fine e senza patire il salto dalla Red Bull Rookies Cup, con pezzi di bravura come la rimonta di Doha o il duello contro Garcia a Spielberg, a 17 anni (pareggiato il record di Loris Capirossi). Un metabolismo leggermente meno veloce in Moto2 (5° nel 2022 con una stagione in crescendo, 1° e dominante nel 2023) ha amplificato le aspettative createsi sul suo conto: nessuno ha dubitato il suo approdo in classe regina, benché il più giovane, Raul Fernandez, abbia quattro anni più di lui.
Tutti si aspettavano un Acosta frizzante, si diceva. Per trovare un bicampione mondiale prima dei vent'anni (Acosta, classe 2004, li compirà a maggio) bisogna tornare a quel Marc Marquez oggi suo rivale. Le prime gare in MotoGP, tuttavia, vanno oltre le più rosee aspettative: si pensava ad un inserimento graduale al tavolo dei grandi, un po' per il salto di categoria, un po' perché corre con il Team satellite di KTM, GasGas Tech3. Nulla di tutto ciò: nei primi tre Gp El Tiburón (lo squalo, per via delle sue origini marinare) ha già regalato momenti di puro spettacolo, con duelli intensi ma sempre corretti con campioni del calibro di Bagnaia, il succitato Marquez o Martìn. Lo score recita 54 punti in 3 gare, con due podi (3° a Portimao, 2° ad Austin) e il 4° posto in classifica generale, dati che lo certificano miglior rookie MotoGP da… Marc Marquez, figura preponderante nel percorso del numero 31 (sebbene il suo idolo sia Stoner). Il suo compagno di squadra, Augusto Fernandez, ha finora raccolto 7 punti.
Non di soli dati vive il fuoriclasse: Acostastupisce anche e soprattutto per l’approccio in moto, audace ma quasi sempre pulito ed efficace. Il suo stile di guida sembra un mashup delle caratteristiche dei più grandi: piega profondo come il miglior Marquez, stacca forte come Rossi (col 46 condivide anche un certo piacere nel duello ravvicinato) e lascia andare la mano sinistra nelle curve a destra ("a mano sciolta" l'ha definita Cosimo Curatola su MOW), un dettaglio preso da Jorge Lorenzo. In particolare, è lo stile in entrata di curva a destare stupore: Acosta arriva sempre forte, cercando anche di passare all'esterno, ma chiude le curve con dolcezza e precisione, senza perdersi in lunghi sanguinosi. Proprio come uno squalo, sente l'odore della preda e, senza fare troppo rumore, azzanna con una precisione infallibile. I margini di miglioramento non mancano: sulla tenuta delle gomme (come ovvio che sia) e soprattutto sul giro secco (solo 5 pole per lui in carriera), per dirne un paio, Acosta può e deve fare passi da gigante.
Il suo stile comunicativo corre di pari passo con quello in sella. Le dichiarazioni di Acosta sono puro splatter: sbandiera i suoi obiettivi ai quattro venti, sfida gli avversari, ammette gli errori senza nascondersi dietro la diplomazia e usa la sfera sessuale come campo metaforico prediletto. Non finisce qui: c'è tutta una saga che riguarda Acosta e il vomito. Acosta che vomita a 300 all'ora durante il GP di Misano 2022; Acosta che vomita durante i festeggiamenti per la vittoria della Moto2; Acosta che vomita prima della premiazione dopo il secondo podio in classe regina.
Un istrione come Acosta rappresenta una ventata d’aria fresca per il Motomondiale. Per essere un prodotto attraente non è necessario avere un personaggio così, ma senza dubbio la sua esuberanza amplifica l'eco mediatico e il divertimento degli appassionati. Sì, anche per lui servirà una barca più grande.
Il Foglio sportivo - In corpore sano