Roma-Milan è solo l'ultima puntata europea di una storia iniziata 39 anni fa
Il 23 ottobre del 1985 venne giocata la prima sfida europea tra due italiane. Erano gli ottavi della Coppa dei Campioni e si affrontarono l'Hellas Verona e la Juventus. Passarono il turno i bianconeri tra molte polemiche
Osvaldo Bagnoli si sente defraudato. E non vede l’ora di raccontarlo ai giornali. Perché ventiquattro ore più tardi il suo Verona con lo scudetto sul petto affronterà la Juventus. Il problema è proprio questo. In palio non ci sono punti buoni per il campionato, ma il passaggio ai quarti di finale della Coppa dei Campioni. E soltanto una potrà passare attraverso quella strettoia. È il 22 ottobre del 1985 ed è la vigilia di una prima volta: la prima volta che due squadre italiane si trovano faccia a faccia in un trofeo continentale.
L’Hellas si è guadagnata l’accesso al tabellone del trofeo dopo aver vinto il campionato. La Juve dopo aver alzato sotto il cielo di Bruxelles una Coppa rossa come il sangue. I sedicesimi di finale sono poco più di una sgambata. Il Verona elimina il Paok Salonicco, la Juventus seppellisce i lussemburghesi del Jeunesse d’Esch. Il sorteggio, che si è svolto in un "albergo di Ginevra", è stato subdolo. Così ora Bagnoli e Trapattoni dovranno vedersela in uno spareggio fratricida.
Il presidente del Verona fissa un premio partita sontuoso fatto di auto, viaggi e milioni di lire. Il problema è che la squadra si presenta alla sfida contro i bianconeri praticamente a pezzi. Tre giorni prima il Napoli di Maradona rifila cinque schiaffi ai gialloblù. È la prova che i problemi dell'Hellas Verona sono rimasti intatti da inizio anno. I nuovi arrivati (Giuliani, Verza, Vignola e Galbagini) non riescono a colmare il vuoto lasciato da chi è partito. "Più mi avvicino a questo appuntamento più penso che la beffa continua – dice Bagnoli al Corriere della Sera alla vigilia della sfida – Ci sentiamo eliminati proprio da una squadra italiana ci disturba parecchio". È una frase che suona in maniera strana. Perché sembra quasi imbevuta di rassegnazione.
L’andata si gioca il 23 ottobre del 1985, un mercoledì, al Bengodi. È un match tiratissimo. Il Verona gioca bene ma non passa. Nel secondo tempo schiaccia addirittura la Juventus. Al fischio finale il tabellone indica ancora lo 0-0 iniziale. Significa che ora i bianconeri possono giocarsi il jolly in casa. Bagnoli è furioso. Un po’ con tutti, ma soprattutto con l’arbitro, lo scozzese Robert Bonar Valentine. Lo rimprovera di aver ammonito solo i suoi ragazzi, di aver indirizzato la partita. "Dopo la mia sfuriata ha cambiato metro – dice – anche se non so se ha capito, io gli ho parlato in italiano, anzi in milanese: l'è minga giust".
La gara di ritorno si gioca due settimane più tardi in un Comunale deserto, squalificato per due giornate dopo i fatti dell’Heysel. "Sembra di giocare sul fondo di un cratere lunare o, che è immagine un poco più attendibile, sotto qualche metro di acqua limpida", scrive Gianni Brera su Repubblica. L’effetto è straniante. Le voci si rincorrono, i colpi rimbombano. "Sembrava di essere in Piazza della Repubblica quando c'è il mercato. Si sentiva un continuo vociare, non è stato calcio", dice Platini a fine partita. La gara è decisa dagli episodi. Al 19’ del primo tempo Briegel tocca con le mani il pallone in area. La dinamica non è chiarissima, ma per l’arbitro Wurtz è rigore. Platini posiziona la sfera davanti alla curva vuota e poi calcia in rete. Nella ripresa succede l’incredibile. Le parti si invertono, ma con risultati diversi. Fontolan salta insieme a Serena e il bianconero schiaffeggia il pallone in area. Tutti guardano Wurtz, che stavolta lascia giocare. Il capovolgimento di fronte si trasforma nel gol di Serena per il 2-0 della Juve. Nel silenzio della tribuna il sindaco di Verona, Gabriele Sboarina, sbotta: "È una rapina organizzata dall'arbitro in favore della Juve". A fine partita gli animi sono infuocati. Nel parapiglia si rompe un vetro nello spogliatoio del Verona. Bagnoli apre la porta ai carabinieri che cercano di calmare la situazione e dice: "Se cercate i ladri, sono nell’altro spogliatoio". Una frase che diventerà immortale.