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Il foglio sportivo

L'Italia della ginnastica ha i risultati, ma serve un personaggio

Giuliana Lorenzo

Gli europei a Rimini e l'appuntamento olimpico. Il problema mediatico: dall'assenza di un trascinatore alla mancanza di marketing

Non ti scordar di me: un monito ma anche il nome di un fiore che sboccia dalla pianta del Myosotis. I fiori sono delicati, dall’aspetto elegante così come i corpi sinuosi dei ginnasti di cui però, in chiave azzurra, ci si dimentica un po’ troppo spesso. Una pecca per una Nazionale che vanta una bella tradizione. Il 24 aprile, a Rimini, inizierà l’Europeo di ginnastica artistica con le gare maschili in programma fino al 28 e quelle femminili in partenza il 2 maggio. Per l’Italia sarà una terza volta, ma anche un debutto per certi versi. La rassegna è stata ospitata nel nostro paese nel 1981 a Roma, ma era riservata agli uomini, poi, a Milano 2009 e in quel caso non gareggiavano le squadre e ora Rimini con individualisti e team in pedana. Un bel modo di festeggiare i 155 anni della prima Federazione d’Italia con le candeline spente il 15 marzo. Questo è solo uno dei primati visto che la Nazionale azzurra (includendo la ritmica) in vista dei Cerchi Olimpici ha conquistato 17 pass su 17. Un record come era successo a Londra 2012: in quel caso c’era una individualista in meno e le formazioni erano da sei elementi (ora cinque). In Francia ci saranno le compagini femminili e maschili di artistica, quella di ritmica e le due individualiste: i pass sono arrivati, per la disciplina della polvere di magnesio a ottobre 2023 e per la seconda ad agosto di un anno fa.

Di tutti gli sport che hanno le competizioni a squadre, quello presieduto dal presidente Gherardo Tecchi, è stato il primo, con qualificazioni e non con ranking, a ottenere le carte olimpiche per tutte le formazioni. Il biglietto per Parigi è arrivato prima di volley, basket o pallanuoto che ha centrato l’obiettivo al Mondiale di Doha 2024. O ancora, la scherma ha guadagnato la certezza di partecipare con tutte le armi a marzo. Oltre i dati parlano i risultati.
A Rimini l’Italia scende in pedana da campione d’Europa in carica al maschile e vice al femminile: nella precedente rassegna, Monaco 2022, la situazione era invertita. Guardando ai Giochi, la femminile è presente da cinque edizioni di fila, ed è passata dalla prima storica finale in team di Londra al quarto posto a Tokyo. La maschile torna a squadre dopo 12 anni: non c’erano entrambe dal 2012. Nel mentre sono arrivate piogge di medaglie, dallo storico bronzo delle Fate al Mondiale del 2019, fino all’oro ai Mondiali nel 2021 di Bartolini e all’argento della D’Amato.

“A Rimini arriviamo abbastanza bene  – spiega il dt della Femminile Enrico Casella – Abbiamo recuperato alcune ragazze, reduci dai infortuni importanti. A Monaco abbiamo vinto a squadre, ad Antalya secondi: non possiamo sottrarci al pronostico, l’obiettivo è provare a vincere. Ci sono chance pure per l’all around e con le finali di specialità con Alice D’Amato alle parallele o Manila Esposito alla trave”. “Si è creato un sistema di lavoro – aggiunge Casella – che dà risultati. Abbiamo avuto continuità con ginnaste e generazioni diverse, è importante. Da Francesca Morotti ad Atlanta ‘96, siamo cresciuti. Abbiamo esteso il modo di lavorare a tutte le società e oggi possiamo dire che c’è una scuola di ginnastica italiana che è molto apprezzata”. Eppure, questo status quo spesso non viene riconosciuto: “C’è un problema mediatico e uno tecnico. In questo ultimo caso noi siamo dei fantastici artigiani: abbiamo numeri, strutture e risorse economiche ridotte, però siamo in grado di fare qualcosa di speciale, riusciamo a competere con nazioni come la Cina, la Russia, gli Stati Uniti che hanno disponibilità infinite paragonate a noi. I

l problema mediatico invece è di altra natura. Fa notizia se c’è Vanessa Ferrari, o se una realtà che è sempre fuori avanza e quella sempre dentro fa meno notizia perché ha abituato, ma ha continuità e ha fatto un lavoro migliore. C’è sempre distanza tra quello che è il valore reale di un movimento rispetto a ciò che è vendibile per l’informazione. Bisognerebbe parlare di marketing, ma la ginnastica non è introdotta in certi ambienti”. È forse mancato pure un personaggio mediatico che facesse da trascinatore, come poteva essere Vanessa Ferrari senza qualche infortunio. La farfalla di Orzionuovi proverà e esserci a Parigi: “Spero per lei che mi possa dare problemi nella scelta: per guai fisici ha dovuto rallentare la preparazione, a dicembre era in forma olimpica”

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