lo scandalo
Un'inchiesta del NYT accusa di doping il nuoto cinese e la Wada a 97 giorni dalle Olimpiadi di Parigi
Secondo New York Times e Ard, 23 nuotatori della Cina sono risultati positivi allo stesso farmaco proibito a sette mesi dalle Olimpiadi di Tokyo. Nessuno di loro è stato sospeso né squalificato: accusata anche l'agenzia antidoping mondiale
Mentre il nuoto cinese sta vivendo la sua settimana più importante prima delle Olimpiadi di Parigi, con i campionati nazionali a Shenzhen da cui uscirà la squadra per i Giochi, un’inchiesta del New York Times e della tv pubblica tedesca ARD rivela che nei primi giorni del 2021, a sette mesi dalle Olimpiadi di Tokyo, 23 nuotatori della Cina sono risultati positivi allo stesso farmaco proibito – la trimetazidina, uno stimolante cardiaco – durante una gara nazionale disputata a Shijiazhuang, senza però essere sospesi né squalificati. Un’indagine interna della Chinada, l’agenzia nazionale antidoping cinese, ha stabilito che gli atleti avessero ingerito la sostanza vietata involontariamente e in piccole quantità, mentre la Wada, l’agenzia antidoping mondiale, ha esaminato l’episodio e ha accettato questa teoria, permettendo alla Cina di mantenere segreti i risultati fino a oggi.
Con un comunicato stampa, la Wada ha dichiarato di aver richiesto il fascicolo completo del caso, di aver “raccolto ulteriori informazioni scientifiche non ancora pubblicate sulla trimetazidina” e di essersi “consultata con esperti scientifici indipendenti”. Il processo di revisione, durato “diverse settimane”, è avvenuto a distanza e non sul campo a causa delle restrizioni per il Covid in vigore in quel periodo in Cina. Alla fine la Wada ha concluso “che non esistevano basi concrete per contestare la presunta contaminazione”. Contattate dal New York Times, la federazione di nuoto cinese (Chinese Swimming Association) non ha risposto, mentre la federazione internazionale degli sport acquatici (World Aquatics) si è detta “fiduciosa che questi casi siano stati gestiti con diligenza e professionalità e in conformità con tutte le normative antidoping applicabili, incluso il Codice mondiale antidoping”.
L’inchiesta è stata ripresa delle principali testate di tutto il mondo. Il quotidiano francese L’Équipe parla di “una bomba che potrebbe fare molti danni nelle piscine e non solo”, perché a 97 giorni dalla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi 2024 (il 26 luglio) dubbi e nubi si addensano su alcuni dei migliori nuotatori cinesi – ormai una potenza di questo sport – e sull’agenzia mondiale antidoping, l’organo globale che supervisiona i programmi nazionali dei test antidoping. Per la positività alla trimetazidina, la pattinatrice sul ghiaccio russa Kamila Valieva è stata squalificata dalla Wada per quattro anni, e anche nel 2014 un altro nuotatore cinese – Sun Yang, l’attuale detentore del record del mondo dei 1500 stile libero in vasca lunga – fu sospeso per tre mesi dopo essere risultato positivo allo stesso farmaco.
Secondo il New York Times in quest’ultimo caso le autorità cinesi non hanno risposto a una domanda fondamentale: come ha fatto il farmaco, disponibile solo in pillole, a diffondersi in una cucina in cui si preparava il cibo per alcuni dei migliori nuotatori del paese? Gli esperti contattati dal quotidiano statunitense sostengono che, anche se la trimetazidina è stata rilevata in basse quantità, nulla vieta che “il test fosse stato eseguito in coda al periodo di escrezione di una dose maggiore di farmaco”. “Se fosse vero, sembrerebbe un insabbiamento ai massimi livelli mondiali”, ha commentato ad ARD Travis Tygart, capo dell’agenzia nazionale antidoping statunitense.
Tra i 23 nuotatori coinvolti, 13 hanno poi partecipato alle Olimpiadi di Tokyo 2021 e tre di loro hanno vinto anche una medaglia d’oro: Zhang Yufei nei 200 farfalla e nella staffetta 4x200 stile libero femminile e Wang Shun nei 200 misti maschili. Il nome che oggi fa più scalpore, però, è quello di Qin Haiyang, che nel 2023 è diventato il primo uomo nella storia a vincere tutte e tre le medaglie d’oro individuali nello stesso stile nella stessa edizione dei Mondiali: nei 50, nei 100 e nei 200 rana (di cui detiene anche il record del mondo in vasca lunga). Qin Haiyang è uno dei nuotatori più attesi alle prossime Olimpiadi di Parigi: nei 100 rana sfiderà il primatista del mondo e vincitore degli ultimi due ori ai Giochi Adam Peaty (Gran Bretagna), con l’italiano Nicolò Martinenghi – campione del mondo nel 2022 e bronzo a Tokyo – in corsa per un posto sul podio.
Nelle ultime ore le principali testate specializzate statunitensi hanno scritto che la staffetta 4x200 stile libero femminile della Cina – nel cui quartetto a Tokyo figurava Zhang Yufei – era stata squalificata e dunque privata della medaglia d’oro in favore degli Usa, ma World Aquatics ha smentito la notizia. Alle Olimpiadi del 2021 l’Italia è arrivata quarta nella finale della staffetta 4x100 mista mista (due uomini e due donne per tutti e quattro gli stili, Thomas Ceccon-Nicolò Martinenghi-Elena Di Liddo-Federica Pellegrini): in quella gara, l’argento è andato alla Cina con Zhang Yufei in acqua nella frazione a farfalla.