dal Meazza
“Sinner un esempio valoriale per l'Italia", dice Abodi al Foglio a San Siro
“In questo paese spesso manca la cultura della vittoria e della sconfitta”, spiega il ministro per lo Sport e i giovani. “Le testimonianze degli atleti sono un patrimonio da valorizzare. E non facciamoci distrarre dai riflettori sui grandi eventi: gli italiani si alzano dal divano con l’attività di base”
Ripartire da Jannik Sinner, “per trasmettere un rinnovato sistema di valori al paese”. È l’appello lanciato da Andrea Abodi all’evento del Foglio a San Siro. “Spesso le testimonianze sportive sono un patrimonio lasciato nel forziere: dobbiamo impegnarci a valorizzarlo”. A partire dall’esempio del tennista altoatesino, dice il ministro per lo Sport e i giovani. “Ricordatevi di quando Sinner era stato aspramente criticato perché per motivi fisici non rispose positivamente alla convocazione per la Coppa Davis: siamo superficiali. E non abbiamo la capacità di andare nella profondità della vita di un atleta. Jannik invece si allena ai momenti positivi e negativi, non solo da sportivo ma anche da uomo. Lo fa da cittadino, lo fa da italiano. Cosa non scontata per dov’è nato. Avrebbe potuto ricevere maggior attrazione rispetto al Sudtirol, invece rivendica la sua nazionalità con un sorprendente paradigma valoriale: il suo attaccamento alla famiglia, il riconoscimento della centralità del pubblico, attribuire il giusto significato alle vittorie e alle sconfitte. Facciamone tesoro”.
Abodi ne parla per sottolineare che “sport e giovani a volte si incrociano, si toccano, ma è importante non perdere di vista il fine educativo dell’attività. Cerco di trasmetterlo attraverso il dialogo, con l’umiltà di mettermi sempre nei panni delle persone che ho davanti”. Il giorno più bello in questo biennio da ministro? “22 ottobre 2022: il giuramento davanti al presidente della Repubblica e al presidente Meloni”, non ha dubbi Abodi. “Non solo per le emozioni di quel momento, ma perché ogni giorno rinnovo quel giuramento. Per me si tratta di una presenza costante: non ci sono giorni brutti, ma solo quelli in cui fare al meglio il proprio dovere. I giorni belli sono quelli in cui incontri le scuole, i luoghi della marginalità sociale. I giorni belli sono anche quelli nei quali si risolvono i problemi, stabilendo quella collaborazione necessaria per arrivare all’obiettivo: cosa che il mondo dello sport non sempre ha saputo praticare”.
Il ministro sottolinea “l’eccessiva concentrazione collettiva sui grandi eventi, accompagnata dall’assoluta distrazione attorno all’attività di base. Su questo dobbiamo lavorare. Mi sorprendo che prima degli ultimi due anni non si è mai trattato l’argomento in modo adeguato: 13mila scuole senza palestra, poca enfasi sull’educazione fisica. Questa è la sfida, questo è il compito del mio mandato per colmare certe lacune reinvestendo le risorse a disposizione nelle infrastrutture. E vale anche per la salute: l’attività sportiva sia una volta per tutte il farmaco naturale per far alzare gli italiani dal divano”. Non solo per esultare a un trofeo di Sinner.