dal Meazza
Al calcio italiano serve autonomia dice Lorenzo Casini al Foglio a San Siro
Per il presidente della Lega, "la distribuzione di poteri e importanza nel sistema federale vede la Serie A sottostimata: il sistema ha bisogno di regole nuove, va aggiornato"
All’evento del Foglio sportivo, Il Foglio a San Siro, è proseguito il bisticcio tra Lega e Figc, tra Lorenzo Casini, presidente della prima, e Gianluca Gravina, numero uno della seconda, accusato di eccessivo autoritarismo da Casini martedì in Senato, in audizione alla commissione Cultura e sport.
Se dal palco Gravina ha risposto senza nascondere il proprio fastidio, il leader dei club di Serie A ha continuato a ribadire le istanze della Lega: “Sono contento di avere l'occasione per chiarire, altrimenti c'è il rischio che si pensi che il mio fosse un attacco personale. I concetti espressi li ho ripetuti spesso negli ultimi 15 anni, non c'è nulla di nuovo. La distribuzione di poteri e importanza nel sistema federale vede la Serie A sottostimata”. Non l'unico problema sollevato: “Manca indipendenza per tre aspetti fondamentali quali arbitri, giustizia sportiva e controlli. Per questo il rischio di derive autoritarie esiste”. Sottolinea Casini: “In passato c'è stato addirittura il tentativo di sopprimere il diritto d'intesa delle leghe. Se un sistema arriva a proporre ciò, significa che va bilanciato”.
La questione arbitrale è molto divisiva: “Nessuno nega che gli arbitri italiani siano i migliori. In Inghilterra ci sono state polemiche enormi in stagione, ma lì il modello organizzativo impone di non pensare a eventuali complotti. Togliamo la possibilità del sospetto anche in Italia, anche se si tratta di un discorso culturale. L'Associazione italiana arbitri non è autonoma, seppur gli arbitri siano ottimi professionisti”. Qualche passo avanti lo si è visto solo per la giustizia sportiva: “Fortunatamente è stata resa più veloce ed efficiente grazie al ministro Abodi, ma il problema di indipendenza va ancora migliorato”.
Casini ha strizzato l'occhio più volte al ministro dello Sport Andrea Abodi, intervenuto prima di lui e presente in platea: “I club per ora hanno ancora poco sostegno a differenza di quello che succede in altri paesi europei, ma il ministro Abodi ci ascolta. Abbiamo suggerito di rendere gli stadi opere strategiche di interesse nazionale, anche i migliori sindaci non riescono a risolvere i problemi che si palesano”.
Il presidente della Lega non si è nemmeno tirato indietro sulle velleità della Serie A di aspirare al modello Premier League: “Il sistema attuale ha reso inevitabile che si proceda verso una maggior autonomia della A, è normale cercare di ottenere un endorsement governativo, entrerebbero molte più risorse nel sistema e a cascata ne beneficerebbero tutti, anche il dilettantismo”. L'autonomia è uno dei due obiettivi più impellenti nell'agenda di Casini: “Ci puntiamo, il sistema ha bisogno di regole nuove, va aggiornato. L'altro obiettivo è la sostenibilità, il 15 maggio per la finale di Coppa Italia ci sarà per la prima volta una partita in cui si cercherà di ridurre il più possibile le emissioni di CO2, dai trasporti ai rifiuti fino alla filiera alimentare”.