Il Foglio sportivo - Storie di storie
Superga, il Grande Torino e una piccola biblioteca granata
L'associazione ToroMio cura la "Biblioteca granata": poco meno di 400 libri che parlano del Toro e della sua nascita e che rispondono a qualsiasi domanda possa sorgere sulla storia della squadra. Due saggi degni di noti, appena arrivati sugli scaffali della libreria
Il 4 maggio è un giorno difficile da spiegare a chi non è tifoso del Toro e i libri possono essere un buon modo per provarci. I granata, d’altra parte, hanno un rapporto speciale con i libri: di fronte allo storico troncone della tribuna originaria dello stadio Filadelfia di Torino, il tempio del popolo granata, c’è un piccolo locale commerciale. Per decenni è stato occupato da Vincenzo Bevilacqua, un artigiano arrivato a Torino da Melfi il 6 maggio 1949, due giorni dopo la tragedia di Superga, e diventato il “calzolaio del Toro”. Oggi la sua bottega è diventata la sede della “Biblioteca granata” a cura dell’associazione ToroMio. Poco meno di 400 libri, numero inevitabilmente destinato a crescere, che parlano del Toro e della sua storia, tutti consultabili e divisi in quattordici categorie a testimonianza che il Torino è la squadra più letteraria del mondo. Gli scaffali della “Biblioteca Granata” si sono recentemente arricchiti di due saggi: il primo è di Stefano Radice, Solo il fato li vinse. Memorie e rappresentazioni del Grande Torino 1949-2024 (Urbone Publishing, 2024). Chi ha il diritto di rivendicare l’esclusività del ricordo? I familiari dei giocatori, dei giornalisti e degli avieri caduti a Superga? La società del Torino, o la città di Torino? I tifosi del Toro o tutti gli sportivi italiani? Chi ha vissuto la tragedia o chi ha dovuto portarne il peso? Cosa è rimasto oggi del ricordo di un avvenimento di cui per ragioni anagrafiche i testimoni diretti sono sempre meno, in un mondo iperconnesso e bulimico di emozioni? Questo volume vuole rispondere a queste e a tante altre domande e Radice lo divide in due parti, la prima tutta dedicata al contesto storico, quel “paese in cerca di eroi” del dopoguerra, all’incidente di Superga, al lutto e al cordoglio di una città e di una nazione. La seconda parte è un’interessante analisi della nascita del “culto” granata e di una sua rilettura nel presente e nel recente passato, nei pochi momenti post-Superga in cui il Toro ha rialzato la testa.
Il secondo libro che omaggia il Grande Torino è di Vincenzo Savasta e Fabrizio Turco, The day after. Il Grande Torino dopo il Grande Torino (Bradipolibri, 2024). Quasi 380 pagine per un punto di vista non consueto che va oltre il sentimento struggente della tragica scomparsa e si occupa molto di ciò che è successo dopo quella giornata nefasta. Fra aneddoti sconosciuti (per esempio la storia della hostess che si salvò cedendo il posto al massaggiatore Cortina o una chiromante che predisse in maniera impressionante la tragedia), dibattiti sulle eventuali responsabilità del pilota dell’aeroplano Meroni e fantasiose fake news, il saggio di Savasta e Turco analizza nel dettaglio l’impatto della tragedia non solo emotivo, ma anche economico che, in particolare alla fine degli anni ‘50, genererà enormi problemi finanziari al Torino: la squadra retrocederà in serie B per la prima volta nella sua storia nella stagione 1958/59, rischierà una clamorosa fusione con la Juventus (rifiutata a furor di popolo) e sarà penalizzata da una sentenza della Corte di Cassazione timida che negò il risarcimento dei diritti di credito successivi alla tragedia e che avrebbe permesso al Torino di avere risorse per tornare a splendere.
Nell’attesa che il Toro torni a splendere anche oggi un fiume di tifosi, per la settantacinquesima volta, raggiungerà la collina di Superga per celebrare uno dei più struggenti rituali di amore calcistico del mondo.