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Parole al chilometro

Il ribaltamento dell'ovvio al Giro d'Italia

Giovanni Battistuzzi

Speranze di fuga tradite e velocisti in fug dal gruppo. Il racconto della terza tappa della corsa rosa, la Novara-Fossano, 166 km, in 166 parole

Il Giro d’Italia è una sfida in bicicletta lunga 21 giorni e 3.400 chilometri. Lo si può raccontare in tanti modi, qui si è deciso di seguire la fatica dei corridori al metro, una parola a chilometro. Si inizia con la Novara-Fossano, 166 km in 166 parole. Buona lettura.

   


    

Andare in fuga è un atto di speranza. A volte di ribellione contro l’ineluttabilità degli eventi e delle ragioni del gruppo. Accade soprattutto quando le tappe hanno più pianura che salita e il volere dei più è sempre più veloce e convincente di quello dei pochi.

Ieri era uno di quei giorni, uno di quelli che dovevano concludersi in volata. Anche i volenterosi però, a volte, difettano in speranza. E così nessuno ha tentato di trasformarsi in preda. Almeno sino a quando, per errore di valutazione dei più, sono stati gli stessi velocisti a trasformarsi per una volta in fuggiaschi. Un carnevale iniziato con la scusa di un traguardo intermedio, continuato per una trentina di chilometri, capace di animare una tappa che sembrava di poco conto e scarso interesse. Poi c’hanno pensato Pogacar e Thomas a continuare il carnevale. Sono mancati duecento metri al ribaltamento dell’ovvio. E’ finita come doveva finire, in un turbinio di ruote velocissime lanciate verso il traguardo di Fossano. Ha vinto Merlier

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