Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA
La ballata stramba degli allenatori
A campionato praticamente finito comincia il valzer degli allenatori con il totonome su chi andrà via e chi invece resterà a sedere in panchina
Un tempo, con il mitico David Messina, argenteo nei capelli, fu “il valzer delle panchine”, oggi potrebbe sembrare un samba dall’andatura stramba (rima già cantata). Con il valzer, Messina, raccontava un passo cadenzato, fatto di sceniche giravolte e sorrisi. Con il samba il movimento si fa scoppiettante, a tratti veloce a tratti lento, un po’ storto (strambo appunto), circondato da un rosario di persone che parlano e discutono tra loro. L’affresco serve a descrivere un momento in cui gli allenatori sono protagonisti della cronaca del calcio, in mezzo a tante chiacchiere.
Il Milan si barcamena tra l’essere e il diventare, ascoltando la curva degli “illuminati”. La curva ha deciso di bocciare il povero Lopetegui, reo di rappresentare se stesso, un signore un po’ sensibile soggetto alle cadute, immagine che offusca il suo curriculum di tutto rispetto. L’impressione è che il Milan abbia preso la palla al balzo per archiviare lo spagnolo di cui non era pienamente convinto, buttandosi su altro. Vorrebbe comunque uno straniero (inesplicabile mistero), volgendo lo sguardo al Portogallo, allontanandosi dall’Italia dove ci sono almeno sei allenatori giusti per la gloriosa società rossonera. Fabio Capello, uno che vorrei ascoltare sempre quando si tratta di andare controcorrente, sostiene la tesi che i nostri siano i migliori, citando la storia. Difficile dargli torto, ma alla fine dovrà decidere Ibrahimovic, altrimenti chiedo: quanto pesa la sua parola?
Nel giro pizza allenatori, spetta una fetta al Napoli. De Laurentiis non ha ancora cominciato il casting, lo farà a breve. Dovrà buttarsi su una figura tra il rivoluzionario e l’ecumenico, tra il sarto e lo scultore, chi spacca e chi ricuce, con la pazienza di un uomo saggio e l’ambizione di uno illuminato. Con Conte spacca, con Pioli cuce, con Gasperini illumina, con Italiano rivoluziona. Servirebbe una sintesi, un mostro a quattro teste che nemmeno un Giulio Verne sarebbe riuscito a scrivere. Meglio andare sul sicuro, scappando dalla fretta, senza buttarsi a caso, anagramma di caos.
Poi c’è san Thiago, sul cui cammino si è portata la Juve. Allegri è consapevole di essere arrivato al termine della sua avventura a Torino. Ha vinto tanto, ha conquistato sponde e ripreso il largo, sfidando il mare con le sue onde sempre agitate. Per lunghi tratti ha sorriso, quando vinceva per distacco, poi, lentamente, si è lasciato andare. Ora veleggia all’orizzonte, Livorno è l’altra faccia della sua esistenza: dove lo porterà il prossimo viaggio? Intanto si sentono schiamazzi in lontananza, qualcuno ride, qualcuno canta e forse balla. Se proprio non è un samba, è una ballata stramba.