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diario dal Giro

La prima settimana del Giro d'Italia è volata. Parola di Pellizzari e Pozzovivo

Marco Pastonesi

I due corridori della VF Group-Bardiani-CSF-Faizanè ci raccontano i primi nove giorni della corsa rosa tra cadute, problemi meccanici, buone sensazioni e fatiche in salita

Nove tappe, da Torino a Napoli, 1421,6 km percorsi alla media di 43,09 all’ora (la media di Tadej Pogacar, il primo in classifica, per gli altri un po’ meno alta). Oggi, il primo dei due giorni di riposo. Stamattina, per non perdere l’abitudine, anche il ritmo, perfino la voglia, il più giovane e il meno giovane del Giro d’Italia, Giulio Pellizzari e Domenico Pozzovivo, si sono allenati. Poi, a un esame di coscienza su questa prima settimana in Giro, ci hanno risposto così.

Cadute?
Pellizzari: “Zero”.
Pozzovivo: “Una e mezzo. La prima tutto a terra, la seconda solo i piedi”.

Forature?
Pellizzari: “Zero”.
Pozzovivo: “Zero”.

Incidenti meccanici?
Pellizzari: “Uno. Un salto di catena. Mi sono fermato, l’ho rimessa su da solo e sono ripartito”.
Pozzovivo: “A non finire”.

Bici usate?
Pellizzari: “Due. Una per le tappe, l’altra per la crono”.
Pozzovivo: “Quattro. Una per la prima tappa, nella caduta si è spaccata, un’altra per concluderla, un’altra ancora dalla seconda tappa in poi, più quella da crono”.

Maglie usate?
Pellizzari: “Due body, uno per le tappe, l’altro per la crono”.
Pozzovivo: “Un body, stracciato nella caduta della prima tappa, poi un altro nuovo. Poi un body per la ricognizione nella crono e un altro per la crono. Totale: quattro”.

Borracce?
Pellizzari: “In tutto, ventisette. Più o meno, una all’ora”.
Pozzovivo: “Da tre nei giorni meno caldi a cinque in quelli più caldi”.
 

Preghiere?
Pellizzari: “Due al giorno. Una prima di partire, l’altra prima di dormire. Preghiere tradizionali”.
Pozzovivo: “Un paio, tutti i giorni”.

Foto?
Pellizzari: “Poche”.
Pozzovivo: “Una ventina al giorno”.

Autografi?
Pellizzari: “Qualcuno”.
Pozzovivo: “Una trentina al giorno”.

Una salita rimasta nel cuore?
Pellizzari: “Oropa. La leggenda, la gente… Mai fatta prima, neanche in allenamento”.
Pozzovivo: “Prati di Tivo. La mia quarta volta al Giro, credo che sia un record a livello generale. La volta in cui sono andato meglio. E mi ha lasciato buone sensazioni”.

Una salita rimasta nelle gambe?
Pellizzari: “Prati di Tivo. Non andavo. Neanche quella l’avevo mai fatta prima. E va bene così. E’ stata comunque una scoperta”.

Un brivido per la bellezza?
Pellizzari: “Quando mi sono trovato accanto a Pogacar”.
Pozzovivo: “Quando, dopo la pioggia subita nell’entroterra, è apparsa la riviera ligure”.

Una scossa per la paura?
Pellizzari: “All’imbocco dei Prati di Tivo. Si andava a blocco. Sessanta all’ora”.
Pozzovivo: “Nella stessa tappa di Andora, quando c’è stata una maxicaduta, io mi trovavo dietro, ho visto metà gruppo che rotolava, e ho dovuto superarmi per non finirci dentro, sopra, addosso”.

Un rimpianto?
Pellizzari: “No”.
Pozzovivo: “Il rientro troppo brusco dopo la caduta nella prima tappa. Se non mi fossi lasciato prendere dalla foga, una volta rientrato, forse non sarei saltato ma rimasto con il gruppo dei migliori”.

Una gioia?
Pellizzari: “No”.
Pozzovivo: “Ritrovarmi con il gruppo dei migliori a Prati di Tivo”.

Un dispiacere?
Pellizzari: “No”.
Pozzovivo: “Il problema meccanico nella tappa di Napoli. Ci tenevo, c’era tanta gente, venuta anche per me, invece sono rimasto attardato”.

Che cos’è l’età?
Pellizzari: “Un numero. Io sono quello che sono”.
Pozzovivo: “Un numero, una convenzione. L’età vera è quella che ci si sente addosso”.

Questa prima settimana, una settimana lunga, fatta di nove giorni, è passata veloce o lenta?
Pellizzari: “E’ volata”.
Pozzovivo: “E’ volata. Quella che è volata di più nei miei diciotto Giri d’Italia. Volata in un attimo. Sembra ieri che eravamo a Torino”.

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