Giro d'Italia - Parole a chilometro
Giro d'Italia, quello di cui aveva bisogno Tadej Pogacar
La maglia rosa vince la 15esima tappa in cima al Mottolino dopo un'esplorazione, solo al comando, ad alta quota di una quindicina di chilometri. La Manerba del Garda - Livigno (Mottolino), 222 chilometri, in 222 parole
Il Giro d’Italia si può raccontare in tanti modi, qui si è deciso di seguire la fatica dei corridori al metro, una parola a chilometro. La quindicesima tappa, la Manerba del Garda - Livigno (Mottolino), 222 chilometri, in 222 parole.
Di questo aveva bisogno Tadej Pogacar. Senz'altro più per piacere, forse per vanità – perché ogni campione ha bisogno di un momento di vanità –, che per reale necessità. Aveva bisogno di un giorno così per celebrarsi: la maglia rosa sola al comando, un punto di colore tra il bianco della neve. Solo. Solissimo. Sorridente, e non solo quando, a braccia alzate, ha superato il traguardo. Ben prima, come colto da sana e consapevole libidine su quel ripido lembo d'asfalto che conduceva al Mottolino.
La tappa più dura del Giro d'Italia, quella col Passo del Mortirolo, è stata vinta dal corridore più forte al via del Giro. Non poteva esserci finale migliore: la maglia rosa davanti a tutti, e di minuti, lì dove la corsa tocca la quota più alta sotto lo striscione d'arrivo.
Una quindicina di chilometri, distribuiti tra Foscagno, Eira e Mottolino, è bastata a Pogacar per aggiungere quasi tre minuti a chi lo vorrebbe affiancare sul podio finale di Roma: Martinez e Thomas a 2’ e 50”.
E pure a raggiungere e disperdere, Georg Steinhauser, prima, e Nairo Quintana, poi, usciti in mattinata dal gruppo a cercare qualcosa che sapevano sarebbe stata assai difficile da raggiungere. Quintana però sorrideva pure lui. Ricorderà questo giorno, quello del suo ritorno a tra i nomi montani in un grande giro.
L'ordine d'arrivo della 15a tappa del Giro d'Italia e la classifica generale
Il Foglio sportivo