verso la finale di Europa League
L'occasione di Gian Piero Gasperini di diventare un antipatico vincente
Oltre ai grandi meriti calcistici, l'allenatore è riuscito nell’impresa di compattare l’intero arco costituzionale del pallone, pronto a riconoscergli lo status di Gran Visir dell’antipatia
Compilare la lista dei suoi nemici giurati non è un compito banale. Perché fra le molte virtù di Gian Piero Gasperini da Grugliasco non c’è sicuramente l’attitudine a porgere l’altra guancia. Lingua affilata e faccia severa, in trent’anni di carriera l’uomo che stasera sogna di alzare al cielo l’Europa League ha litigato più o meno con chiunque. Arbitri, tifosi, presidenti, avversari. E spesso anche con i propri calciatori. Una tendenza a perdere le staffe che gli ha permesso di affiancare una carriera da polemista professionista a quella da allenatore di successo. E non sempre in parti uguali. In un paese pronto a dividersi su tutto, Gasperini è riuscito nell’impresa di compattare l’intero arco costituzionale del pallone, pronto a riconoscergli lo status di Gran Visir dell’antipatia. Un ruolo che il tecnico ha portato avanti con una dedizione pressoché totale, fino a dare nuovo senso a quell’aforisma di Leo Longanesi che recita: "Sono un misantropo che cerca compagnia per sentirsi solo".
All’alba dei settantatré giorni passati sulla panchina dell’Inter nel 2011, Arianna Ravelli del Corriere della Sera gli domanda: "È vero che lei è permaloso?". La risposta di Gasperini è pungente: "Moltissimo con le persone che non ritengo preparate e che sparano sentenze. Chi ha conoscenza ha un po’ di dubbi. Ma non li mando a quel paese, anzi mi danno forza".
In verità nel corso degli anni il fronte di chi è riuscito a grattugiare i nervi di Gasperini si è espanso, passando da un manipolo di eletti a maggioranza qualificata. L’allenatore se l'è presa con Chiesa, colpevole di aver accentuato una caduta per ottenere un rigore in Fiorentina-Atalanta del 2018 ("È un rigore da farsa, il peggior episodio della Var. Difenderlo dicendo che è caduto significa deridere l’avversario"), ma anche con Immobile per lo stesso motivo ("Quello non è un rigore, è una furbata"). Ma uno spazio consiste è occupato anche dagli alterchi con i colleghi. Nel corso del tempo si è scontrato con Pioli, Mihajlovic, Maran, De Zerbi e addirittura con Claudio Ranieri, un tipo non esattamente rissoso, a cui diede pubblicamente del "fenomeno".
Il suo rapporto con i tifosi avversari è diventato un genere letterario. Nel 2020, al Franchi, Gasperini viene insultato e deriso per tutto il match dai tifosi della Fiorentina. A fine partita l’allenatore si presenta davanti alle telecamere. E schiuma di rabbia: "Io non ho mai insultato nessuno, mi sono preso più volte del figlio di puttana. Mia madre ha fatto la guerra per dare diritto di parola a questi deficienti. Se c’è qualche figlio di puttana sono loro, non io". È una frase che fa scalpore. E che trova la sua sublimazione l’anno seguente, quando i sostenitori viola gli regaleranno una maglia con scritto sopra: "Gasperini uno di noi". Non è andata meglio lo scorso anno a San Siro. Dopo aver perso contro il Milan l’allenatore ha trovato gli ultras avversari a sbarrargli la strada. E ha deciso di farsi largo lanciando un panino addosso ai tifosi. Sentendolo parlare sembra quasi che l’allenatore nutra un’avversione totale verso chi si frappone fra lui e la vittoria, come se l’insuccesso potesse sempre mettere in dubbio la bontà della sua Idea di calcio. Anche per questo Gasperini ha puntato spesso il dito contro gli arbitri. Con frasi quasi sempre sgradevoli: "Questi signori sono un problema". Oppure: "Vengano a spiegarmi, ci mettano la faccia".
Nelle ultime settimane, con i calendari intasati e i problemi nel trovare una data buona per il recupero con la Fiorentina, Gasperini ha alzato ancora l’asticella della polemica. Nella circostanza che aveva portato alla morte di Joe Barone "era successo un qualcosa di drammatico e bisogna rendersi conto che non era un codice giallo" ha detto riferendosi all’incidente di Ndicka. E poi: "Vogliamo chiudere in fretta, così con la Fiorentina la regaliamo e finiscono le polemiche". Di solito gli allenatori più antipatici sono quelli più vincenti. E stasera, forse, Gasperini ha la possibilità di fare un passo in avanti in entrambi i campi.