"Continuiamo a spingere". La ricetta Vasseur per la Ferrari
La vittoria di Leclerc a Monte Carlo "ha dato fiducia a tutta la squadra, ha dato a tutti la convinzione che stiamo lavorando nella direzione giusta", ma è il passato e la Rossa ha molto lavoro ancora da fare
La festa è già finita. Anche se il bagno nel porto di Monte Carlo ha lasciato un po’ di tosse. Fred Vasseur ha riunito la squadra corse per ringraziare tutti, ma soprattutto per ripetere un messaggio che è un po’ il suo mantra: “Continuiamo a lavorare, continuiamo a spingere. Non tutte le 24 domeniche saranno come quella di Monaco e noi dobbiamo e possiamo migliorare in ogni area”. Il successo di Monaco però ha lasciato un’eredità importante: “Ha dato fiducia a tutta la squadra, ha dato a tutti la convinzione che stiamo lavorando nella direzione giusta. È stata importante anche pere Charles, non so se sia esattamente un punto di svolta, ma lui aveva bisogno di vincere a Monaco e di riassaporare la vittoria dopo quasi due anni. Charles non è solo un top driver quando va a caccia della pole e della vittoria, è straordinario anche quando sostiene la squadra nei momenti duri e sappiamo quanti ne abbiamo avuti lo scorso anno”.
Monaco, a giudicare da come ha festeggiato, deve esser stato un momento speciale: “Non voglio fare una classifica dei momenti migliori o di quelli peggiori, ma certamente Monaco mi ha dato un’emozione speciale perché era importante per Charles e per la squadra. Ma per me era stato molto emozionante anche il sabato di Monza con la pole di Carlos. Lì ho davvero capito come ci si possa sentire a ottenere un risultato vestito di Rosso”. Il successo nel Principato ha riaperto il libro dei sogni, Verstappen è a 31 punti, la Red Bulla a 24. Si parla di Mondiale, ovviamente. Soprattutto a casa nostra, va detto. Vasseur è troppo furbo per cascarci. “Sarebbe un errore guadare troppo avanti. Dobbiamo restare concentrati sulla prossima gara”. Dalla sua voce non escono proclami: “Nelle ultime tre gare, su tre piste molto diverse per configurazione e asfalto abbiamo avuto un quadro preciso della situazione. Dopo otto gare non dobbiamo aspettare Barcellona per capire. Ci sono tre squadre in un decimo, cinque o sei piloti che possono fare la pole. Ci sono weekend che in cui puoi conquistare la pole e altri in cui magari sei sesto come Max a Monaco. Ormai la situazione è questa e credo che resterà così. A fare la differenza più degli aggiornamenti può essere la messa a punto. Due anni fa gli aggiornamenti permettevano di guadagnare di più, oggi le auto hanno quasi raggiunto il massimo del potenziale. Noi continueremo a lavorarci e quando capiremo che ci danno un vantaggio li porteremo in pista, tenendo comunque d’occhio il calendario per usarli al momento giusto”. L’obiettivo è chiaro: “Possiamo migliorare dovunque. Se pensi di essere a posto sei morto. Dobbiamo mantenere lo stesso approccio e continuare a migliorare in tutti i settori, dalle strategie ai pit-stop, fino ai piloti. Dove stai facendo un buon lavoro devi riuscire a farne uno migliore. Alla fine dello scorso anno era chiaro come la differenza tra noi e la Red Bull fosse più piccolo in qualifica che in gara. E il deficit di performance in gara ci ha fatto perdere molti punti. Ci siamo concentrati di più sulla preparazione della gara anche nel programma del weekend lavorando per la gara fin dalle prime prove. Facendo così abbiamo perso un po’ nella preparazione delle qualifiche. Ma non è un vero cambiamento di mentalità, abbiamo semplicemente imparato dallo scorso anno”.
Il doppio successo Australia-Monaco, non modifica le strategie: “Non dobbiamo cambiare approccio perché abbiamo avuto dei buoni risultati a Melbourne e a Monaco. Abbiamo un piano, stiamo sviluppando l’auto, dobbiamo continuare con lo stesso approccio. La stabilità è importante. Io voglio che tutti continuino a spingere nella stessa direzione anche dopo una vittoria. Vedo che la fiducia è aumentata, che l’atmosfera è buona, che la capacità di rischiare è più di prima e per me è un’ottima cosa”.
Vasseur non è preoccupato per Sainz: “Carlos sapeva dall’inizio dell’anno che non sarebbe rimasto e mi ha promesso che avrebbe spinto fino all’ultimo giro dell’ultima gara. Non ha cambiato idea. È un grande professionista e sta facendo un grande lavoro”. E neppure per Lewis che non sta brillando: “Ci conosciamo da più di vent’anni, parliamo tanto, ma mai di sotto o sovrasterzo”. Non lo preoccupa neppure il fatto che due top driver possano togliersi punti a vicenda: “Sono convinto che con due piloti si ottengano più punti che con un pilota e mezzo. È vero che magari potrebbero togliersi punti a vicenda, ma due piloti si spingono a vicenda, uno sveglia l'altro e alla fine credo che con due piloti forti il team abbia un potenziale di punti più alto”. Nessuna notizia su Newey: “Parlo con chiunque nel paddock perché sono educato. Non faccio commenti si Adrian. La cosa più importante è la stabilità del gruppo, più importante dei singoli”. Intanto c’è da applaudire il nuovo ingegnere di pista di Charles. Due gare, un podio e una vittoria. Benvenuto a Bryan Bozzi: “Monaco non era facile da gestire, i piloti chiedevano di spingere e noi dovevamo tenerli tranquilli per motivi strategici. I dialoghi tra Charles e il muretto sono stati molto diretti, molto chiari. Lui è Bryan si conoscono da anni. Hanno passato due ottimi weekend”. Così, senza esagerare… Questa è la Ferrari di oggi.
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA