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La sbornia dell'atletica non si ripeterà nel nuoto. L'Italia salta gli Europei di Belgrado

Francesco Caligaris

A poco più di un mese dalle Olimpiadi di Parigi, gli azzurri preferiscono testarsi in un meeting più breve e “casalingo”, il Trofeo Settecolli di Roma, con buona pace della federazione europea. E così faranno anche molti atleti di altri paesi

La Città eterna del nuoto da mercoledì sera è anche la Città eterna dell’atletica. Nell’estate del 2022 Roma ospitò gli Europei delle discipline acquatiche, giorni indimenticabili e irripetibili in cui l’Italia monopolizzò il medagliere della manifestazione e, nello specifico, delle gare in corsia: 35 podi, naturalmente un record, con 13 ori, 13 argenti e 9 bronzi. L’ultima finale del programma fu il bigino dell’intero campionato: la staffetta maschile 4x100 mista vinse per dispersione, con più di quattro secondi di vantaggio sulla Francia. L’apoteosi, la chiusura più coerente con i giorni precedenti, l’unica possibile. Un epilogo molto simile a quello degli Europei di atletica, i migliori di sempre per l’Italia con 11 ori, 9 argenti e 4 bronzi (un totale di 24 medaglie, pari a quelle conquistate sommando le ultime tre edizioni, 2016-2018-2022), con la staffetta maschile 4x100 che l’altra sera ha lasciato i Paesi Bassi a oltre mezzo secondo, un distacco evidente anche a occhio nudo nonostante la rapidità di questo sport – e questa volta Filippo Tortu ha potuto festeggiare subito senza dover aspettare il fotofinish.

Ma a due anni di distanza, l’Italia del nuoto non difenderà le medaglie di Roma agli Europei di Belgrado, che per le gare in corsia si svolgeranno da lunedì prossimo, 17 giugno, fino a domenica 23.

Mancano circa 40 giorni a Parigi 2024 e, dopo un tentennamento biblico, European Aquatics (la federazione europea degli sport acquatici) ha comunicato le date dell’evento solo lo scorso dicembre, in una stagione già di per sé sparigliata dai Mondiali in vasca lunga disputati a febbraio a Doha. Date che – quelle di Belgrado – coincidono con uno degli appuntamenti storicamente più importanti dell’estate del nuoto internazionale, il Trofeo Settecolli a Roma, ultima occasione per gli atleti italiani di qualificarsi alle Olimpiadi. Una sorta di dispetto politico, anche perché dal 2022 il presidente di European Aquatics è il portoghese Antonio Silva, successore e rivale del presidente della Fin Paolo Barelli. Così gli azzurri non andranno in Serbia, ma da venerdì 21 a domenica 23 giugno continueranno la preparazione verso i Giochi al Foro italico, peraltro nell’edizione numero 60 del Settecolli, il trofeo di nuoto più antico al mondo.

E non saranno gli unici a ragionare così. Anche tralasciando le scaramucce tra dirigenti, l’obiettivo generale dell’estate e dell’intera stagione sono le Olimpiadi (e lo stesso vale per l’atletica: l’Italia riuscirà a ripetersi?), e molti atleti di altri Paesi rinunceranno a questi Europei. È il caso, per esempio, del britannico Adam Peaty, della svedese Sarah Sjöström, della lituana Rūta Meilutytė, del tedesco Florian Wellbrock e dell’irlandese Daniel Wiffen. Con la beffa, oltre che il danno, per European Aquatics: tutti e cinque saranno invece in gara proprio al Settecolli, anche perché Roma a giugno è più accogliente di Belgrado, si nuota all’aperto nella piscina universalmente riconosciuta come “la più bella del mondo” e un trofeo di soli tre giorni, senza medaglie internazionali in palio, è meno stancante fisicamente e soprattutto mentalmente a poco più di un mese da Parigi. Sono iscritti al Settecolli anche grossi nomi internazionali come Daiya Seto (Giappone), Chad Le Clos (Sudafrica), Dylan Carter (Trinidad e Tobago), Penny Oleksiak (Canada) e Siobhan Haughey (Hong Kong).

L’Italia è comunque presente a Belgrado con la squadra al completo nel nuoto in acque libere (mercoledì Gregorio Paltrinieri ha vinto l’oro nella 10 chilometri) e con formazioni rimaneggiate – con molti giovani, sempre per preservare la forma di chi parteciperà alle Olimpiadi – nel nuoto artistico e nei tuffi.

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