Il pastone tedesco - giorno 2

Nessuna sorpresa, a Euro 2024 la prima l'ha vinta la Germania

Fulvio Paglialunga

Seconda puntanta della rubrica che ogni giorno racconterà qui i fatti salienti e le curiosità dall'europeo di Germania

Il pastone, nel linguaggio giornalistico, è – dice la Treccani – un “servizio che riporta i fatti politici del giorno insieme con dichiarazioni e informazioni”. Per ogni giorno dell’Europeo di Germania, dall’esordio fino alla finale, qui ci saranno i fatti del giorno. Quelli seri e quelli no. Quelli del campo, quelli degli spalti, quello che c’è intorno. Questo, insomma, è il Pastone Tedesco.

 

Il punto

La prima l’ha vinta la Germania, ma anche un po’ gli scozzesi. Insomma, l’Europeo è cominciato. Oggi parte l’Italia, contro l’Albania, ma ci sono anche altre due partite. Se siete di quelli che non vogliono perdersene una, tre partite (le altre sono Spagna-Croazia e Ungheria-Svizzera) in un giorno sono praticamente il massimo che potrete permettervi, a parte gli ultimi due giorni della fase a gironi, in cui ce ne sono quattro, ma dovete sceglierne due, perché si giocano in contemporanea. Lo so, al Mondiale erano di più. Ma non dovrei spiegare la differenza, vero?

 

Facile, con Kross

 

Va bene, ci aspettavamo tutti la vittoria della Germania, ma hanno esagerato. Hanno fatto così tanto da segnare anche il gol della Scozia, visto che nel tabellino è finito a nome di Rudiger. Però poco fa dicevo che hanno vinto anche un po’ gli scozzesi: a parte perché erano tantissimi, perché non hanno smesso per un secondo di festeggiare anche se c’era poco da festeggiare, ma soprattutto per la grande gioia che il Tartan Army ha portato per le strade di Monaco di Baviera, quei momenti che ti fanno invidiare chi è in giro durante l’Europeo, mentre tu no. Poi, certo, la partita è stata sbilanciata: ma è facile se Toni Kross gioca con te. Ieri almeno un paio di fonti giurano di avergli visto sbagliare il primo passaggio della partita dopo 66 minuti. Il conto totale regalatoci dagli statistici è: 101 passaggi completi su 102 effettuati, quindi hanno ragione le fonti, quello era sbagliato.

 

L’Albania come fosse Football Manager

 

Qualche settimana fa ho visto mio figlio che, mentre giocava a Football Manager, valutava e “dialogava” con giocatori strani. Gli ho chiesto perché e mi ha risposto che stava allenando la nazionale dell’Algeria e in quel modo trovava giocatori eleggibili per la sua rappresentativa anche se non erano nati lì. Una cosa del genere ha fatto Silvinho, allenatore dell’Albania: grazie a un algoritmo è riuscito, dal momento in cui è stato ingaggiato (siamo a gennaio del 20023), a trovare una serie di calciatori che non erano albanesi di nascita, ma avrebbero potuto giocare nella nazionale albanese e li ha convinti. Oggi potreste vedere in campo, ad esempio, Ivan Billiu, di mestiere terzino del Rayo Vallecano, catalano figlio di due genitori catalani, ma con un trisnonno albanese. Risultato? Diciannove convocati non sono nati in Albania. Se volete un altro dato: nessuno, della rosa arrivata in Germania, gioca nel campionato nazionale. Non sono gli unici: c’è anche la Danimarca, ma senza algoritmo.

 

Cose belle di Spagna-Croazia

 

Fosse per me, per parlare di Spagna-Croazia parlerei solo di Modric e Yamal. Rappresentano quello che chiedo al calcio. Modric è uno dei giocatori più belli che si siano mai visti e chi se ne importa se ha quasi trentanove anni, finché è in campo possiamo divertirci a guardarlo. Sì, lo so che ieri ho esaltato Kross perché ha deciso di ritirarsi a trentaquattro anni, ma nei confronti di Modric ho una venerazione per la sua classe, la sua dedizione, la sua discrezione che il giorno in cui annuncerà il ritiro mi sentirò solo. Yamal, invece, è quell’altro aspetto importante che tengo in considerazione: avere sempre il coraggio di far giocare chi ha talento, anche se è molto molto giovane. In Spagna questo accade molto più spesso che altrove, ma se non lo avete visto abbastanza, guardatelo oggi e capirete perché bisogna far entrare in campo chi sa giocare benissimo a calcio, senza guardare l’età. Così, per spiegare: Yamal è il più giovane giocatore (a 15 anni e 290 giorni) e marcatore (a 16 anni e 87 giorni) di sempre della Liga, il più giovane titolare della Champions (16 anni e 83 giorni), il più giovane debuttante e marcatore della Nazionale spagnola (tutto a 16 anni e 57 giorni) e appena entrerà in campo sarà il più giovane di sempre in un Europeo. Farà 17 anni il giorno prima della finale, se la Spagna ci arriva.

 

Marco Rossi e Orban, in Svizzera pronti alle feste moderate

 

Marco Rossi, allenatore italiano della nazionale ungherese, ha una responsabilità molto grossa. Se in Ungheria gli oppositori di Orban dicono che spende più per il calcio (2,8 miliardi di dollari per gli stadi e le infrastrutture dal 2010, si stima) che per gli insegnanti, è chiaro qual è il valore che al pallone dà l’eterno (e discusso) primo ministro, che avrebbe programmato l’intera agenda degli impegni dei prossimi giorni in funzione delle partite dell’Europeo dei suoi, alle quali potrebbe presenziare personalmente. Come molti (ma ne parlerò ancora), usa il calcio come strumento di consenso, elemento fondamentale nella costruzione di un soft power. Infatti punta molto sul risultato di Euro2024. Fossi in Rossi, mi preoccuperei di cercare di accontentarlo.

Non hanno di queste preoccupazioni in Svizzera. Cioè, hanno preoccupazioni tipicamente svizzere. Ad esempio, cosa succede se la Nazionale vince e qualcuno vuole festeggiare squarciando la proverbiale quiete dei cantoni? Ecco la risposta: ci informa laRegione che ci sarà “una sostanziale tolleranza per i caroselli post-partita”. Tradotto: sarà consentito di suona il clacson per festeggiare fino a un’ora dopo la partita, la polizia interverrà solo in situazioni di rischio (se qualcuno si sporge dai finestrini dell’auto, mentre nessun bonus per lo stato di ebbrezza) e in alcune città i cortei potrebbero essere incanalati in modo ordinato. Per capirsi: suonare il clacson come espressione di gioia è vietato dalla legge sulla circolazione stradale. Un matrimonio del sud Italia finirebbe con una retata, praticamente.

 

C’è un altro algoritmo!

 

No, in realtà non è un algoritmo, ma mi sembrava efficace giocare con quello di ieri fatto da Opta. Questo è il modello statistico del Cies, realizzato tenendo presente i minuti giocati dai calciatori convocati, ponderato con il livello sportivo delle partite. Se siete arrivati fin qui e avete capito di chi sto parlando, sappiate che secondo questo indice di competitività la favorita è la Germania, di poco rispetto alla Spagna. Poi ci sono Francia e Inghilterra, l’Italia è settima. E visto che si sono, un altro po’ di numeri: la Premier League è il campionato con più giocatori (96), ma non troppo lontano c’è la serie A (91) e almeno un giocatore del campionato inglese è presente in ventuno nazionali delle ventiquattro. La squadra più esperta – non la più anziana, il dato è calcolato in base alle presenze dei suoi giocatori nei tornei internazionali - è la Croazia (che ha quattro calciatori con oltre cento presenze), seguita dal Portogallo e, sorpresa, dalla Svizzera. Chissà se ci saranno numeri da dare fino alla fine dell’Europeo. Curiosi, no?

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