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La Ferrari ha rivinto la 24 ore di Le Mans

Umberto Zapelloni

A festeggiare è la vettura numero 50 guidata da Fuoco, Nielsen e Molina. Due vittorie in due anni sono qualcosa che nessuno aveva previsto e oggi si riapre anche la possibilità di lottare per il Mondiale Wec con una 499P che ha ancora ampi margini di miglioramento

Vincere una volta la 24 ore di Le Mans può essere anche un colpo di fortuna. Vincerla due volte di fila cancella i dubbi dei più malevoli. Se vinci la maratona più folle e massacrante del mondo dei motori per due anni di fila, vuol dire che sai come sfruttare tutto il potenziale a tua disposizione nel migliore dei modi. Per questo in Ferrari sono, se possibile, ancora più contenti di un anno fa quando con la vettura numero 51, guidata da Pier Guidi, Giovinazzi e Calado conquistarono l’edizione del centenario, esattamente 50 anni dopo l’ultima vittoria assoluta di una vettura di Maranello. Un anno dopo a festeggiare è la vettura numero 50 con Fuoco, Nielsen e Molina. I grandi delusi del 2023, rallentati da un sasso nel radiatore, si sono ripresi la gloria sfuggita lo scorso anno e oggi tutti i sei piloti ufficiali del Cavallino possono raccontare di aver vinto una 24 di LeMans con i vincitori dello scorso anno che sono rimasti sul podio, chiudendo terzi, dietro alla Toyota.

Che cosa c’è dietro al bis ferrarista? Una macchina veloce e affidabile come la 499P, sei piloti in grado di sfruttarne al meglio le capacità nonostante un regolamento molto punitivo (il famoso Balance of Performance), una squadra che sa leggere la gara e fare le scelte giuste nel momento giusto, trasformando in vantaggio anche i colpi di sfortuna, come quella portiera che non si era chiusa bene dopo il penultimo stop previsto. Il motorsport è uno degli sport più individualistici che ci siano. Il primo avversario di un pilota è sempre il suo compagno di squadra. Nell’endurance è diverso. Si gioca realmente di squadra tra i piloti e con i box. Ci si divide la gara in tre, ma poi si pensa come un pilota solo perché alla fine l’unico risultato che conta è portare la macchina alla fine delle 234 ore davanti a tutti e per raggiungere l’obiettivo la prima cosa da fare è riconsegnare un’auto in condizioni perfette al compagno che dovrà sostituirti al volante dopo il tuo turno di guida. Non guidi solo per te, lo fai anche per i tuoi compagni. Non conta se sei stato tu il più veloce, conta se la sua macchina è davanti agli altri. Fuoco, Nielsen e Molina, un italiano, un danese e uno spagnolo hanno saputo farlo nelle condizioni più diverse e difficili, con la pioggia e sull’asciutto, con la pioggia e con il sole, forzando e gestendo il vantaggio come nel finale, quando con l’energia che spariva, dai box hanno chiesto a Nielsen di non esagerare per arrivare in fondo con il 2 per cento di carburante ancora a disposizione.

   

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“La prima vittoria l’anno scorso, fu una sorpresa - racconta Antonello Coletta, il responsabile della squadra, il vero mago di Le Mans di casa Ferrari - Non eravamo i favoriti un anno fa, lo era la Toyota. Neppure questa volta non eravamo il team da battere dopo le prove. Pensavo che, senza una gara speciale con tanti cambiamenti meteo, per noi fosse impossibile vincere. Invece, dopo la partenza siamo stati competitivi. Poi, Le Mans è davvero una gara strana: molte vetture si sono avvicendate in testa. Siamo partiti con due penalizzazioni, per le auto 83 e 51. Abbiamo avuto problemi con la portiera della numero 50, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e la soddisfazione è grandissima". 

Coletta è il Vasseur dell’endurance con un merito in più: è stato lui a convincere il presidente Elkann a investire nel programma Le Mans dove la Ferrari non correva da 50 anni fino all’anno scorso. Due vittorie in due anni sono qualcosa che nessuno aveva previsto e oggi si riapre anche la possibilità di lottare per il Mondiale Wec con una 499P che ha ancora ampi margini di miglioramento. Coletta è stato bravo a giocare di squadra, a imparare dagli errori come quello che a Imola era costato la vittoria nella 6 ore: “Le scelte fatte a Le Mans sono state corrette, senza errori nelle chiamate con le auto. Gli sbagli di Imola ci hanno aiutato a far bene a Le Mans. E poi la strategia: l’abbiamo cambiata per il problema con la porta, altrimenti era chiara ed eravamo in buona posizione. Dopo il guaio siamo finiti in un disastro, abbiamo perso tempo ai box e dovevamo stare attenti al carburante, andava gestito fino alla fine. I continui cambiamenti del meteo sono stati rilevanti, ma siamo riusciti ad adattarci nel miglior modo possibile”, spiega Coletta facendo sembrare fare un’operazione che facile non è. Per vincere a Le Mans devi curare ogni dettaglio e quando a poco più di un’ora dalla fine ti impongono di richiamare ai box la vettura di Nielsen perché la portiera destra è rimasta aperta, invece di piangerti addosso, provi a sfruttare l’imprevisto e poi a gestire gli ultimi giri con il cuore in gola e gli occhi incollati all’indicatore del carburante. Sai che per vincere deve risparmiare qualcosa, ma una grande squadra si vede anche se soprattutto nei momenti di difficoltà.

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