Kylian Mbappé si è rotto il setto nasale nella prima partita della Francia a Euro 2024 (foto Ap, via LaPresse)

Euro 2024

Il calcio è una questione di naso ma non ditelo a Mbappé

Giovanni Battistuzzi

L'attaccante della Francia si è rotto il setto nasale, ma non sarà operato per velocizzare il ritorno in campo. Storie di nasi, respiri, dottori e intuizioni calcistiche

Era marzo, la fine di marzo del 2015, quando Kylian Mbappé iniziò a far strabuzzare gli occhi ai calciofili francesi. L’attaccante aveva poche partite giocate alle spalle, un solo gol segnato, quando con la maglia del Monaco apparve nella sua elegante irruenza al Parco dei Principi contro il Paris Saint-Germain da poco miliardario e vincente. Vincent Duluc, uno dei giornalisti francesi più stimati e brillanti, lo descrisse così sulle pagine dell’Équipe: “Piedi raffinati ed educati al gioco, movenze da pantera e da gazzella, un naso da boxeur”.  

Quel naso da boxeur non era davvero da boxeur, ben altri e ben più sgraziati sono stati visti su di un ring. Rimase comunque nell’immaginario francese e più volte è stato riproposto. Pure in tivù durante le telecronache delle partite della Nazionale francese. 

Ora quel naso da boxeur potrà, ahilui, davvero essere tale. All'85esimo minuto di Austria-Francia, partita d’esordio a Euro 2024 della Nazionale transalpina, Kylian Mbappé ha colpito la palla di testa su azione di calcio d’angolo, poi sullo slancio ha incocciato la spalla di quel marcantonio del difensore austriaco Kevin Danso. La Federazione francese ha scritto che “Kylian Mbappé ha subìto la frattura del naso (...) Nei prossimi giorni verrà sottoposto alle cure, senza essere sottoposto immediatamente a intervento chirurgico. Verrà realizzata una mascherina per consentire al numero 10 la ripresa delle competizioni dopo un periodo adeguato di cure”. 

Kylian Mbappé il suo naso da boxeur ce lo avrà davvero. Non sarà contento di ciò. E non c’entra l’estetica, un attaccante dell’estetica se non può fregare, soprattutto se sei quello probabilmente più forte, sicuramente più pagato al mondo. 

“Il giuoco d’attacco è questione a prevalenza di naso, o per ancor meglio esprimersi, di fiuto. Naso per il posizionamento innanzi la porta avversaria e per la finalizzazione della azione di squadra. Necessario per il buon esito della gioia collettiva è un avanti avente fiuto per il goal e conseguentemente capace di realizzarne copiosi". A scrivere queste righe è stato Vittorio Pozzo, il commissario tecnico più vincente della storia della Nazionale italiana (due Mondiali – 1934 e 1938 –, due Coppe Internazionali – prima competizione continentale per squadre nazionali, quelle della Mitteleuropa, di calcio regolarmente disputata in Europa – e un oro Olimpico).  

Quando scrisse questo però Vittorio Pozzo era soltanto un ex commissario tecnico (ricoprì il ruolo nel 1912 e alle Olimpiadi del 1924) che lavorava alla Pirelli e scriveva, da buon torinese, per la Stampa. 

Anni dopo Bruno Roghi, ex direttore della Gazzetta dello sport, disse che “ancora oggi (era il 1950, ndr), mentre si fa epica pure del calcio, nulla di meglio e di più vero è stato scritto su cosa renda attaccante un attaccante di ciò che scrisse decenni e decenni fa da Vittorio Pozzo”. 

Serve naso per fare l’attaccante e ben in salute soprattutto. 

Perché se non ci fosse il naso non ci sarebbe l’atleta, qualsiasi atleta. Forse solo gli apneisti si salvano da tutto questo. 

Giovanni Battista Monti, per brevità e soprattutto per tutti chiamato Ginko, lo diceva sempre: “Gambe e talento non contano nulla se non funziona il naso. Il naso è la cosa più importante per un calciatore”. Non era un suonato Ginko, era stato medico sociale del Milan dal 1966 al 1998 e qualcosa anche grazie a lui i rossoneri hanno vinto. Quando nell’estate del 1978 Ginko disse a Nils Liedholm che sarebbe stato meglio far fare regolarmente ai calciatori la pulizia del naso, l’allenatore svedese guardò chi aveva davanti come si è soliti guardare un imbecille. Il medico gli spiegò i benefici e di come nel ciclismo fosse pratica assolutamente normale. Alla fine Liedholm accettò. Forse non è stato quello a far vincere il campionato al Milan undici anni dopo l’ultima volta – e senza grandi acquisti rispetto alla stagione precedente –, ma Aldo Maldera sostenne che non aveva mai corso tanto e tanto bene come quella stagione. 

Kylian Mbappé è uscito dal campo con la bianca a striscioline sottilissime blu e rosse lercia di sangue. Ha dormito poco, male, per il dolore. Non si opererà per cercare di tornare in campo il più in fretta possibile. Quando lo farà avrà la parte alta del volto coperto da una maschera di protezione. Non si vedrà il suo naso ora davvero da boxeur. Poco male. La speranza, francese ovviamente, è che almeno possa mettere in moto i suoi “piedi raffinati ed educati al gioco” e le sue “movenze da pantera e da gazzella”.

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