Euro scettico
Quel naso allegro da francese in gita di Mbappé è il primo memorabilia di Euro 2024
Gli è scappato come a Gogol’, come a Pinocchio. Ma il naso dell'attaccante francese è avvitato nella felicità
“Tutti quelli che seguono il proprio naso sono guidati dagli occhi, tranne i ciechi”. (Re Lear)
“… E non c’è un naso tra venti che non senta se uno puzza”. Perdonerete il Bardo, che ne sapeva che sarebbero stati ventidue? Ma il naso allegro da francese in gita di Kylian Mbappé puzza non ne ha sentita, nel clangore di Düsseldorf, ed è andato a sbattere spavaldo sulla spalla di Danso, nome che fa il paio col fantasma di Banqo. Così il nasone ferito di Mbappé è diventato il primo memorabilia di questo Euro 2024 finora avaro di fatti da mandare a memoria. E se ne andrà il giro per tutto l’Europeo, quasi come quello di Kovalëv, a chiedere ragione di un infortunio che potrebbe costare caro, ma che peccato sarebbe, alla étoile des étoiles.
Naso infranto come metafora o premonizione per il naso di qualcun altro – hanno strologato alcuni osservatori delle cose della politica: non è forse il calciatore-mascotte e quasi ventriloquo del presidente spericolato, che non si cura del rischio di andare a sbattere col suo naso sulle corna di Bardella? Ma il calcio è metafora di niente, essendo fatto della materia dei sogni, e a volte degli incubi. Così che come il naso dell’assessore di collegio Kovalëv se ne andava immarcabile in giro per Pietroburgo, anche il nasone non più allegro di Mbappé lunedì se n’è rientrato in campo da solo, e senza autorizzazione arbitrale, dopo sommaria medicazione a bordo campo, ma solo per far accasciare (dal dolore) il suo proprietario due metri dal bordo, e guadagnargli al novantesimo i fischi feroci dei rossi tifosi austriaci e il cartellino giallo dell’arbitro rigido come un regolamento di cartapecora. E ora sarà il naso a portare in giro, per il naso, il destino del fuoriclasse francese.
Ma se il nasone per i francesi è sempre un mezzo incubo, “se avessi un cotal naso / immediatamente me lo farei tagliare!” mulinava versi come dribbling il gran Cyrano, e se il famoso naso allegro non apparteneva a loro, ma a un italiano in gita, il naso di Kylian Mbappé, anche prima del fracasso, raccontava un’altra storia.
Il naso di Mbappé è un naso impertinente, come un ghiribizzo ben avvitato dentro una faccia tonda da bambino, una faccia fatta per il sorriso anche quando l’umore direbbe il contrario. Mbappé gioca volando sull’erba, a cento all’ora senza sbagliare uno slalom, ci divertiamo a guardarlo perché è chiaro che si diverte lui, gioca come sognano di fare tutti i bambini: pallone più velocità è il segreto della felicità. Mbappé corre e mulina le gambe e travolge il vento e si porta dietro il suo naso-sorriso. E’ uno dei pochi giocatori, forse nessuno è così, forse solo Ronaldo il Fenomeno lo era, che ride sempre, anche quando il pallone non ubbidisce al suo volere magico, come gli è capitato a Düsseldorf, e va per conto suo, e sbaglia gol impossibili per lui. Allora è il naso che come per Pinocchio prende il sopravvento, diventa sorriso, guarda all’insù, il pubblico in tribuna: pazienza, ragazzi, è soltanto un bel gioco, sembra dire, andrà in porta al prossimo tiro. Perché “tutti quelli che seguono il proprio naso sono guidati dagli occhi”. E se una volta il naso va a sbattere, il suo padrone sa che lo riacciufferà, e sarà per la prossima volta.
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