Dennis Man con la maglia della Nazionale della Romania (foto Ap, via LaPresse)

facce da euro 2024

Ai piedi di Man. La Romania è tornata a sognare

Francesco Gottardi

La vittoria più larga della storia romena agli Europei porta la firma del talento del Parma: due assist (quasi tre) e una prestazione da trascinatore. Dopo un paio di stagioni deludenti, per Dennis Man sembra arrivata quella della consacrazione

L’assist più bello, dribbling a rientrare e colpo di tacco, è l’unico che non è diventato gol. Ma poco importa. Attimi più tardi la palla è ancora incollata ai piedi di Dennis Man: altra serpentina, tiro-cross e tris servito. La cornice di una giornata storica per la Romania. Nell’ordine: il 3-0 contro l’Ucraina al debutto è la vittoria più larga di sempre tra Europei e Mondiali. Tutte e tre le reti sono state propiziate dall’attaccante del Parma – tocco involontario sulla seconda, ma tant’è. Era dal 1994 che un calciatore della Nazionale non distribuiva due assist in una singola partita di un grande torneo. E quel calciatore era Gheorghe Hagi: il ‘Maradona dei Carpazi’, leader di quella Generaţia de aur che fece sballare un paese intero. Oggi a Bucarest e dintorni s’è tornati a sognare. Attorno a Drăguşin, a Hagi figlio. Ma soprattutto al ‘Man of the match’, che dopo lo show dell’Allianz Arena s’è portato il pallone a casa. Senza nemmeno lo sfizio di metterlo in porta di persona.

Per il classe ’98, fin qui è l’annata perfetta. A ottobre è stato eletto calciatore del mese per la Serie B. A maggio ha festeggiato la promozione in Serie A, da grande protagonista della cavalcata gialloblù (11 gol e 6 assist). Ora è il momento della tanto attesa vetrina internazionale, dopo un avvio di carriera fin troppo bruciante. Qualcuno diceva che si stava perdendo, Dennis, nei meandri della cadetteria. Ha solo avuto bisogno di tempo. Era sbarcato in Italia dallo Steaua nel 2021, con pesanti etichette al seguito: ‘Super-Man’, il giocatore più costoso nella storia del campionato romeno (15 milioni di euro), il prestigioso intercedere di Adrian Mutu (che favorì la trattativa con il suo ex club). Subito arrivò la retrocessione. Un paio di stagioni al di sotto delle aspettative. Ma il Parma ha pazientato e alla fine ha avuto ragione. Il suo contratto scade nel 2025: o verrà monetizzato in estate – le sirene di mercato non mancano – o i gialloblù potranno goderselo anche in massima serie.

Man è un dribblatore nato, terrore dei terzini e delle difese schierate. Cerca l’assist anche più del gol – s’era capito, già 60 in carriera – sfruttando uno sprint difficile da contenere. Preferisce giocare da esterno destro, per poi rientrare sul mancino e dare sfogo a tutta l’imprevedibilità del ruolo. Nel Parma come nella Romania è il jolly della squadra: non l’unico faro. Ed è proprio senza pressione addosso che ha dimostrato di dare il meglio. Man e compagni sono in Germania per stupire. Ci stanno riuscendo, Belgio e Slovacchia i prossimi scogli sul cammino. Qualche buon indizio però c’era: lo zoccolo duro della rosa (altri 7 oltre a Dennis, soprattutto sul versante offensivo) è quello degli Europei Under 21 di cinque anni fa, quando la baby Romania andò a una manciata di minuti dalla finale di Udine. Così oggi si cerca un nuovo dividendo generazionale. Magari meno altisonante di Hagi senior, di Răducioiu. Ma sempre sotto la guida – altro cerchio padre-figlio – di un Iordănescu in panchina. E stavolta con un Man in più. A riveder gli highlights, mica cosa da poco.

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