facce da euro 2024
La rivincita di David Hancko
Il terzino slovacco è stato applaudito a Euro 2024 dopo essere stato ignorato in Serie A. Ora potrebbe tornare per molti milioni in più
Uno dei tormentoni del calcio italiano riguarda l’assenza di talenti in Serie A. Un dibattito spesso stucchevole, un mix tra esterofilia e una nostalgia perenne per gli anni Novanta, che fa dimenticare che - proprio quest’anno - l’Italia sarà rappresentata da cinque squadre in Champions proprio per i risultati raggiunti in campo internazionale. Certo, la Liga e la Premier sono di un’altra categoria ma anche nel nostro paese passano talenti di cui spesso neanche ci ricordiamo.
La meteora Hancko
Prendiamo il caso del difensore slovacco Dávid Hancko, 157 minuti nelle prime due giornate di questi Europei, e un profluvio di complimenti per le sue prestazioni. Compresa quella nella sconfitta di ieri maturata, forse non è un caso, quando è uscito per un dolore all’adduttore.
Hancko ha giocato in Serie A, ma fino a qualche giorno fa era quasi uno sconosciuto per il grande pubblico. E dire che in patria, fin da ragazzo, veniva indicato come il “nuovo Maldini” tanto che la Uefa lo aveva inserito tra i 50 migliori talenti emergenti europei. Aspettative altissime, forse troppe, per un giocatore che fino a 21 anni aveva giocato solo nel proprio campionato.
L’esperienza (dimenticata) in Serie A
Arrivò a Firenze nell’estate del 2018, dopo aver vinto nella stagione precedente lo scudetto slovacco con lo Zilina, squadra che qualche anno prima aveva fatto esplodere il talento di Milan Skriniar. In Toscana è andata diversamente e la sua presenza è nota solo agli amanti delle statistiche. Il suo primo assaggio di A è stato contro la Spal, entrando in un secondo tempo reso inutile dalla superiorità di una Fiorentina che, da quella partita in poi, si sarebbe persa nell’anonimato. Alla guida dei viola c’era Stefano Pioli che non ha mai sfruttato le qualità del giovane terzino che era arrivato soprattutto come primo cambio di Biraghi in fascia. Eppure c’era chi, già in quella partita, aveva visto in lui potenzialità che l’allenatore aveva deciso di tenere nascoste, probabilmente per evitare troppi esperimenti in una squadra in crisi di risultati.
Dopo aver perso l’occasione di giocare altrove nella sessione invernale del calciomercato, Hancko aveva sfruttato al meglio la sua prima partita da titolare in viola: allo stadio Bentegodi, in una fredda domenica di fine gennaio, fu uno dei protagonisti della vittoria esterna per 4-3 contro il Chievo. Schierato nel suo ruolo naturale, ovvero come terzino sinistro, fu uno dei migliori in campo, fornendo anche l’assist a Muriel per il gol dell’1-0. Una bella partita che non valse la sua promozione nelle gerarchie del tecnico. In realtà ebbe un’altra opportunità, sempre con Pioli, con l’allenatore che cercò di sfruttarne la versatilità facendolo giocare centrale contro il Napoli: 57 minuti senza infamia che non bastarono per cambiare la sua stagione in viola. Invero nemmeno quella del tecnico che, poche settimane dopo, si dimise.
Giocò, in piena lotta retrocessione, da titolare anche con Vincenzo Montella che, a Torino, contro la Juve, lo provò in una posizione più avanzata in cui – per un tempo – mise in crisi i bianconeri prima di eclissarsi nel secondo. Fu la sua ultima apparizione di Serie A prima dell’approdo in Repubblica Ceca nella successiva sessione di mercato.
Il ritorno in patria e la rinascita
Nello Sparta Praga ritrova la sua dimensione, può crescere senza la pressione di un campionato come il nostro e, dopo due anni di prestito, viene riscattato dalla società ceca che nel 2022 lo ha trasformato in una sostanziosa plusvalenza con la cessione al Feyenoord. In Olanda realizza quel che avrebbe voluto fare a Firenze e si afferma come titolare, vincendo il campionato nella prima stagione e diventando una presenza fissa nell’undici della Nazionale. Adesso è l’uomo mercato della squadra di Rotterdam, da mesi è un obiettivo del Napoli di Antonio Conte, la sua valutazione supera i 20 milioni di euro ed è destinato a scrivere la storia di una meteora che ce l’ha fatta. Magari tornando proprio in Serie A.