IL PASTONE TEDESCO – GIORNO 13

In questi Europei c'è da tenere d'occhio l'Austria

Fulvio Paglialunga

Oggi si chiudono i gironi e dopo la pausa si entra nel vivo. Scommettiamo sul pareggio di Slovacchia e Romania, mentre Ucraina e Belgio dovranno giocare per vincere

 

Il pastone, nel linguaggio giornalistico, è – dice la Treccani – un “servizio che riporta i fatti politici del giorno insieme con dichiarazioni e informazioni”. Per ogni giorno dell’Europeo di Germania, dall’esordio fino alla finale, qui ci saranno i fatti del giorno. Quelli seri e quelli no. Quelli del campo, quelli degli spalti, quello che c’è intorno. Questo, insomma, è il Pastone Tedesco.

 

Il punto

Avanti l’Inghilterra, la Danimarca, la Francia, l’Austria. Ma anche l’Olanda e poi arriveranno i calcoli delle altre migliori terze. Di sicuro i risultati di ieri eliminano la Croazia.

Oggi, però, si chiudono i gironi, con altre quattro partite: Slovacchia-Romania e Ucraina-Belgio nel pomeriggio, Repubblica Ceca-Turchia e Georgia-Portogallo di sera. Poi tabellone degli ottavi pronto, due giorni di riposo (non del “Pastone”) e via con le partite secche. Si entra nel vivo.

 

Bicchieri (vuoti) contro l’Inghilterra prima

L’Inghilterra è arrivata prima nel girone, è uscita tra i fischi e con qualche bicchiere di birra di plastica (vuoti) lanciato soprattutto contro Southgate. Ecco uno dei misteri dell’Europeo: la squadra teoricamente più forte di tutti vive in un ambiente che l’allenatore ha definito “insolito” perché “non ho visto nessuna squadra qualificarsi e ricevere qualcosa di simile”. Ma è anche vero che la nazionale teoricamente più forte di tutte è quella che non ha trovato una forma, gioca male, sembra un corpo estraneo e passa il turno per inerzia, senza brillare in un girone che ha mostrato un livello molto basso. Sarà sempre così? L’Inghilterra continuerà con questo passo incerto? Ora che le partite si fanno tutte decisive magari può cambiare, ma considerate le critiche al confine dell’insulto dei giorni che hanno preceduto la partita con la Slovenia di ieri di sicuro l’avvicinamento agli ottavi non sarà sereno.

 

Danimarca, calcoli complicati per il secondo posto

Se la Danimarca, mentre giocava, è riuscita a fare i calcoli, merita di vincere l’Europeo solo per questo. Non lo vincerà, ma serve a spiegarvi il motivo per cui la Danimarca è seconda in classifica nel suo girone e la Slovenia, dopo il pari con l’Inghilterra, terza. Tanto la partita non ha detto un granché, quindi prendete appunti: Danimarca e Slovenia hanno gli stessi punti in classifica, hanno pareggiato nello scontro diretto, hanno la stessa differenza reti, lo stesso numero di gol fatti, lo stesso punteggio per il fair play (che si calcola con un -3 per ogni espulsione e un -1 per ogni ammonizione). E quindi? Passa la Danimarca perché è meglio piazzata in un ranking alternativo, una sorta di maxiclassifica stilata dopo le qualificazioni all’Europeo: la Danimarca è nona, la Slovenia quindicesima. Se non avete mal di testa e vi resta un po’ di curiosità: l’Italia in questa classifica è diciottesima. Ma non è più importante.

 

Dobbiamo prendere sul serio l’Austria

Ecco, i dark horses. Ecco una squadra da prendere sul serio prima che sia tardi: l’Austria è arrivata prima in un girone in cui c’erano Francia (seconda) e Paesi Bassi (terza), ma anche la Polonia, che di solito è di disturbo. Peraltro vincendo due partite e perdendo contro la Francia, ma solo per un autogol (a proposito: proprio il primo vantaggio dell’Austria contro l’Olanda di ieri è stato un’altra autorete, quasi bella da vedere, la settima in questo Europeo). Ne parlavo ieri: l’Austria, che crede tanto nel suo allenatore (e Rangnick a sua volta crede molto nella sua squadra, sulla quale ha puntato per il secondo tempo della carriera dopo la triste parentesi dello United) e ha tutti i requisiti per essere la sorpresa. O forse non è una sorpresa, ma finora eravamo distratti tutti.

 

E se Mbappé si abituasse alla maschera?

C’è questa da dire: quello di ieri contro la Polonia è stato il primo gol di Mbappé in un Europeo e sembra strano dirlo di un calciatore che a momenti vinceva da solo la Coppa del Mondo non più tardi di due anni o che quantomeno con quella tripletta rese una finale che sembrava normale una delle più belle partite di sempre. Ma è così: finora aveva giocato sei partite senza segnare mai, questa volta l’ha fatto su rigore e non prenderei la cosa come una questione banale, perché nell’esultanza di Mbappé c’è un ulteriore elemento di considerazione. Andiamo con ordine: senza di lui la Francia è una squadra normale, ma alla prima si è rotto il naso, la seconda l’ha passata in panchina per prudenza e ieri ha giocato per la prima volta con la maschera protettiva, che è un ostacolo comunque. Infatti appena ha segnato se l’è sfilata per esultare, quasi a liberarsi dall’ansia di giocare con questo fastidioso attrezzo. Se si abitua (potrebbe farlo in tempi brevissimi) e torna a livello di sé stesso, la Francia ha di nuovo qualcosa da dire nel torneo. La Polonia, invece, no: torna a casa.

 

Slovacchia-Romania finirà pari

Questa è facile. Qui non c’è una storia da raccontare, ma praticamente una certezza da esibire con arroganza, nell’unico girone in cui tutte le quattro squadre sono a tre punti: passeranno entrambe al prossimo turno. Come? Se pareggiano, ad esempio. Non prendete la calcolatrice, fidatevi: pareggiando, le due, andrebbero a quattro punti e sarebbero certe della qualificazione. In quel caso un pareggio tra Ucraina e Belgio porterebbe Romania al primo posto, il Belgio al secondo e la Slovacchia al terzo, con l’Ucraina fuori. In caso di vittoria di una tra Ucraina e Belgio sarebbe: vincitrice al primo posto, Romania al secondo e Slovacchia al terzo (ma con quattro punti, come nel caso precedente: quindi tra le migliori terze). Lobotka, centrocampista slovacco, ha giurato: “Non abbiamo tirato fuori la calcolatrici” e noi facciamo finta di credere, mentre andiamo a giocare tutto il patrimonio sul pareggio. Poi, magari, ci sorprendono.

 

Ucraina-Belgio è Trubin contro Lukaku

Per i motivi di sopra, entrambe dovranno giocare per vincere. All’orizzonte, un duello, quello tra Trubin e Lukaku, due storie che si incrociano. Trubin è il portiere che ha portato l’Ucraina verso l’Europeo, ma poi ha dovuto cedere il posto a Lunin perché al Real l’altro portiere stava andando benissimo, era diventato protagonista, sembrava in grado di fare la differenza. Poi Lunin ha iniziato a commettere errori, ha ammesso le sue colpe (“Quando sbaglia un portiere, il 90% delle volte è gol. Quindi, psicologicamente, dobbiamo essere concentrati ed emotivamente stabili”) e Rebrov, il tecnico che considera i suoi portieri alla pari, ha cambiato prima dell’ultima partita: dentro Trubin e subito quattro parate, tre difficili, l’idea della scelta giusta. Ecco, nei portieri lo stato mentale conta: Lunin ha saltato la finale di Champions per influenza e per il ritorno di Courtois e da allora è crollato, Trubin adesso è carico. E dovrà vedersela con Lukaku. Ecco, siccome anche gli attaccanti vivono di stati mentali, chissà come se la passa Lukaku, che ancora non ha segnato e che le tre volte che l’ha fatto ha visto intervenire il Var per annullare. L’intero Belgio, inteso come squadra, in tutti i giorni prima di questa partita ha usato lo spazio delle conferenze stampa per consolarlo: segnerà, dicono. Oggi dovrebbe farlo contro Trubin. Vediamoli.

 

C’è il Portogallo, parliamo di Cristiano Ronaldo?

Gioca il Portogallo (contro la Georgia), parliamo un po’ di Cristiano Ronaldo? No, dai. Però nell’ultima partita del Portogallo ha fatto un assist che nessuno si aspettava, ha ceduto un gol (quello del 3-0 di Bruno Fernandes) che mai avrebbe ceduto in carriera. Niente può raccontarlo meglio che queste righe di Max Nölke, giornalista tedesco di 11freunde: “All'età di 60 anni, Diana Nyad decise di nuotare nel Golfo del Messico. All'età di 97 anni Heinz Wenderoth sviluppò una tale sete di conoscenza che iniziò a fare ricerche su un minuscolo animale marino e a scrivere la sua tesi al riguardo. E Cristiano Ronaldo, calciatore professionista da 22 anni, ha scoperto ieri sera, a quasi 40 anni, che lo sport che ama così tanto è in realtà un gioco di squadra e non un'operazione individuale”. Poi, in realtà, con quell’assist ha ottenuto il record di passaggi decisivi in un Europeo (otto), raggiungendo Poborsky. Nel frattempo lunedì Modric ha segnato a 38 anni e 289 giorni ed è diventato il più anziano marcatore dell’Europeo. Cristiano ne ha di più: oggi non la passa, segnatevelo. Oggi segna.

 

Più la Turchia va avanti, più vediamo Guler

Se la Turchia pareggia contro la Repubblica Ceca, passa sicuro. Se passa la Turchia, vediamo giocare ancora Arda Guler, che nella disfatta con il Portogallo ci siamo goduti meno. Lo dico perché leggendo varie cose sono rimasto colpito da quello che ha detto Carlo Ancelotti di lui, e quando parla Ancelotti bisogna ascoltare. Carletto lo ha tirato in mezzo durante i festeggiamenti, ne parla come il futuro, ma soprattutto ha detto una frase che sembra banale, ma ho trovato ad effetto. Un giocatore di talento è, in genere, uno innamorato del pallone, capace di fare qualsiasi cosa quando sta giocando, puntando l’avversario, preparando un tiro. Invece Ancelotti di Guler ha detto che “il pallone è innamorato di lui”, capovolgendo il racconto: non un ragazzo dai piedi buonissimi che vuol giocare la palla per seminare bellezza, ma la palla che vuole andare incontro a quei piedi buonissimi per essere trattata bene. L’ho trovata un’immagine poetica e adesso voglio che la Turchia vada molto avanti.

 

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