Foto GettyImages

Il Foglio sportivo

Pepe, Kroos, Modric e CR7 (senza gol): è anche un europeo per vecchi

Michele Tossani

Finisce una prima fase di Euro 2024, quella dei gironi, contrassegnata da un gruppetto di vecchietti terribili pronti a riacquisitare l'energia di un tempo che li fece diventare grandi

Luka Modric, Cristiano Rolando, Pepe, N’Golo Kanté… non è solo tempo per la meglio gioventù. Finisce una prima fase di Euro 2024, quella dei gironi, contrassegnata da un gruppetto di vecchietti terribili che sembrano usciti dalla piscina di Cocoon dove, nel film di Ron Howard, tre anziani riacquistavano l’energia di un tempo.
In Germania invece, al loro ultimo (o penultimo, per chi di loro riuscirà a proseguire fino al Mondiale nordamericano del 2026) appuntamento internazionale di rilievo, questi giocatori sembrano aver recuperato il giovanile vigore, risultando ancora protagonisti per le rispettive nazionali.
Cominciamo con Ronaldo. Il fuoriclasse portoghese, dalla carriera e dall’ego larger than life (esagerato), continua a essere un elemento catalizzatore per la sua Nazionale alla tenera età di trentanove anni e nonostante il fatto che, per la prima volta in carriera, non sia riuscito a segnare un gol in un girone di uno dei maggiori tornei per nazionali (Europei o Mondiali). 
 Chi pensava che l’esilio dorato in Arabia Saudita avesse spento la voglia di vincere e di primeggiare di CR7 dovrà ricredersi. L’ex juventino è in Germania per tornare a stupire e portare il Portogallo alla vittoria, la seconda in un campionato europeo dopo quella del 2016. 
Il Ronaldo che è tornato a calcare i campi d’Europa (seppur per il breve volgere di una estate) è diventato anche altruista? Così sembrerebbe se pensiamo al gol realizzato da Bruno Fernandes contro la Turchia, quando Ronaldo invece di tirare in porta ha preferito passa la palla al compagno di squadra. Beh, forse però l’apparenza inganna dato che, con quel passaggio, CR7 è diventato il giocatore ad aver realizzato più assist nella storia dei campionati europei. 
Questo è Ronaldo: anche se ha limitato il suo raggio d’azione in ragione dell’età (accettando in Nazionale quel ruolo di centravanti che aveva tassativamente rifiutato alla Juventus) il portoghese resta un collezionista di record, fra i quali andrebbe annoverato anche quello per il maggior numero di invasioni di campo da parte di tifosi alla ricerca di un selfie (ben quattro nella sola partita contro la Turchia). CR7 (che su X ha più follower della Uefa) è il perfetto esempio di questo calcio del XXI secolo, nel quale il singolo conta spesso più del collettivo e si tifa più il proprio beniamino che una squadra.
Nella stessa squadra di Ronaldo gioca Pepe, suo amico di vecchia data. “Mi ritirerò quando lo farà Cristiano”, ha dichiarato recentemente il difensore. Alla stessa età in cui di solito si accompagnano i figli a giocare (quarantuno anni) Pepe è ancora lì, al centro della difesa della sua Nazionale, a svolgere il proprio lavoro. E lo fa egregiamente, tanto che finora è stato uno dei migliori centrali del torneo.
Che dire poi di Modric? Ha guidato ancora una volta la Croazia fin dove ha potuto, vale a dire fino al gol di Zaccagni in pieno recupero che, come quello di Roberto Baggio contro la Nigeria trent’anni fa, ha tirato noi italiani giù dall’aereo di ritorno a casa. Del Modric di Euro 2024, oltre ai gesti tecnici, si ricorderanno anche la commozione per il bellissimo elogio tributatogli da Francesco Repice in sala stampa dopo la partita contro gli Azzurri e il premio di Mvp ottenuto al termine della stessa gara. Un premio ricevuto con tristezza, dato il risultato negativo per i suoi e che lo ha immortalato in una foto giustamente accostata a una imago pietatis.
Per quanto riguarda Kanté, la Francia ha tanti problemi, evidenziati dal fatto di non essere riuscita a vincere il proprio girone finendo dietro l’Austria del professor Rangnick.

Deschamps ha a disposizione, per l’ennesima volta, una squadra ricca di talento. Ma l’ex centrocampista della Juventus non riesce a trovare la quadra. I transalpini sono ancora dipendenti dalle lune di Mbappé e Griezmann e paiono fragili al centro della difesa, guidata dal non irreprensibile Upamecano. La sola certezza di Deschamps al momento è proprio Kanté, l’unico giocatore (insieme a Ronaldo) che non ha risentito negativamente del fatto di essere andato a giocare nel campionato saudita. L’ex Chelsea è infatti ancora l’elemento chiave nel centrocampo transalpino. Non a caso, nelle prime due uscite contro Austria e Olanda, Kanté è stato eletto uomo partita. Infine, Toni Kroos. Al termine dell’Europeo si chiuderà la carriera di un calciatore straordinario, un regista che fa notizia solo quando sbaglia un passaggio. 
Che dire allora di questi calciatori? Nei ritmi cadenzati dei tornei di fine stagione, questi non più giovanotti possono ancora dire la loro.

Di più su questi argomenti: