Il Foglio sportivo
Yamal guida la carica dei baby fenomeni
Lo spagnolo ha addirittura 17 anni. Ma ci sono tanti ventenni che hanno prenotato il futuro
Kylian Mbappé, venticinque anni, rischia di sentirsi già vecchio. Ma per fortuna nostra lo vedremo ancora per molto tempo. Non sarà solo, però, nei prossimi anni: è già pronta la staffetta, perché questo è l’Europeo che ci mostra il futuro, i campioni su cui terremo fissi gli occhi da adesso in poi, per molto più di un decennio. Perché ormai parliamo di Jude Bellingham come fosse un veterano, ma dimentichiamo che solo oggi compie ventuno anni. Certo, al momento non è proprio l’Europeo di Bellingham, nonostante il gol in apertura con la Serbia e la prestazione dominante: ha avuto una lunghissima stagione nella quale ha dimostrato, giocando nel Real, di essere tra i migliori del mondo, e ora sconta il cammino troppo lento (e contestato) dell’Inghilterra, non riesce a parlare la stessa lingua di un quasi irriconoscibile Kane. Però ora il gioco si fa duro e ce lo ha insegnato John Belushi cosa accade in queste occasioni. Bellingham è già da tempo sotto i riflettori, nel frattempo ha lasciato spazio anche agli altri ragazzi d’Europa.
A Jamal Musiala, per esempio, stessa età e grandi prospettive sulle quali il Chelsea aveva scommesso acquistandolo già a otto anni, prima del ritorno in patria: Musiala è la stella della Germania, ha segnato già due gol e basterebbe quello contro la Scozia per mostrare quanta classe ci sia quando si mescolano controllo, freddezza, potenza e classe in un’area trafficata. Possibile, quando a questa età hai già giocato più di cento partite con il Bayern e hai già partecipato, seppure da protagonista secondario, a un altro Europeo e a un Mondiale. Lo chiamano Bambi, come il cerbiatto delle Disney, perché dicono sia un tenerone, e anche questo lo è da bambino, visto che vinse il concorso di poesia a scuola raccontando in versi il suo primo giorno al Chelsea. Ha ballato un po’ tra Inghilterra (dove si trasferì da piccolo) e Germania (dove è nato) e ha anche giocato nelle Nazionali giovanili inglesi, proprio con Bellingham, che rimane uno dei suoi amici migliori. Poi ha lasciato l’Inghilterra per effetto della Brexit (la madre aveva lasciato il lavoro) e ora con Wirtz rappresenta la Germania di domani, ma anche quella di oggi, perché Florian Wirtz, altro ventunenne, ci ha messo dieci minuti, il tempo di segnare nella prima partita del torneo, per far capire di essere pronto per comandare, dopo averlo fatto nella straordinaria stagione della Bundesliga con il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso.
Quando si è così giovani e così esposti si può cedere alla fragilità o mostrare la propria forza. Wirtz, inseguito da mezza Europa, ha pensato di dire no a tutti, almeno per quest’anno: vuol giocare ancora nel Bayer, crescere un altro po’. Non per una stagione di interesse secondario perché il Leverkusen si è iscritto nel club dei grandi, ma per stare dove si sente a casa. Come Lamine Yamal, che compirà diciassette anni il giorno prima della finale e, se si guardano le forze messe in campo nella prima fase, potrebbe anche trovarsi a giocarla con la sua Spagna (dove c’è anche Nico Williams, che però a 22 anni possiamo considerare già più avanti). Ovviamente, giocando da titolare, Yamal si candida a battere tutti i record di età: è già diventato il più giovane a giocare in un Europeo (16 anni e 338 giorni). E qualunque cosa faccia, sarà il più giovane a farla: l’assist a Carvajal nella partita con la Croazia, per esempio, lo ha reso il più giovane assistman dell’Europeo. Ma soprattutto ha messo in mostra la sua grazia tecnica, le sue potenzialità. Sedici anni, quasi diciassette, sembrano davvero pochi. Devi essere pronto a tutto e Yamal già lo sa, se intervistato da GQ ha detto: “Un giorno sei il nuovo Messi, il giorno dopo ti dicono che dovresti smettere di giocare”. Nel dubbio, gioca. E l’età non è un problema, se non per le leggi della Germania che vietano che i minorenni lavorino oltre le 20, con l’eccezione degli atleti, ai quali è permesso fino alle 23, ma doccia e conferenza stampa compresi. Non si può, è chiaro: deve giocare un Europeo e spesso le sue partite cominciano alle 21. La Spagna è pronta a pagare la multa di trentamila euro per tenere il suo gioiellino in campo.
L’altro gioiello lo ha esposto la Turchia, ed è quello meno atteso. Perché Arda Guler, diciannove anni, non è certo una sorpresa, se il Real Madrid ha speso venti milioni (più dieci di bonus) per prenderlo in anticipo su tutti. Ma che al suo grande esordio internazionale, contro la Georgia, ha subito fatto vedere cosa è capace di fare, segnando un gol come ancora se ne sono visti pochi in questo torneo. Quel tiro viaggiava a 118 chilometri all’ora, ed era pure morbido nella traiettoria e con quel gol, a 19 anni e 114 giorni, è diventato il più giovane a segnare nella sua gara d’esordio. Il record precedente era, da vent’anni, nelle mani di Cristiano Ronaldo. Per dare esattamente il senso della staffetta tra generazioni.