IL PASTONE TEDESCO – GIORNO 16
A Euro 2024 passano Svizzera e Germania, fuori Italia e Danimarca. Tutto come previsto
Oggi Georgia-Spagna e Inghilterra-Slovacchia. Italia deludente, la colpa è di Spalletti o di Zaccagni? Andersen, eroe mancato della Danimarca. Il ct inglese Southgate sotto attacco. Capocannoniere e miglior portiere del torneo non sono spagnoli
Il pastone, nel linguaggio giornalistico, è – dice la Treccani – un “servizio che riporta i fatti politici del giorno insieme con dichiarazioni e informazioni”. Per ogni giorno dell’Europeo di Germania, dall’esordio fino alla finale, qui ci saranno i fatti del giorno. Quelli seri e quelli no. Quelli del campo, quelli degli spalti, quello che c’è intorno. Questo, insomma, è il Pastone Tedesco.
Il punto. Tutto come previsto, se togliamo la partigianeria: passano la Svizzera e la Germania, ovvero le migliori dei due ottavi di finale di ieri. Escono gli azzurri (male, malissimo) e la Danimarca (se non a testa alta, quasi). Oggi due partite strane: la sorpresa Georgia contro la favorita Spagna, la contestata Inghilterra contro i felicissimi slovacchi.
È colpa di Zaccagni
Avevo detto che mi sarei occupato poco dell’Italia e l’Italia ha prontamente pensato di togliermi dall’imbarazzo. Di analisi ne avrete lette abbondantemente, di soluzioni pure (scartate, ascoltatemi, quelle dei “troppi stranieri”: sono sbagliate e inutili). C’è solo da dire che avevamo basse aspettative, che la reazione contro l’Albania ci aveva fatto dimenticare, facendoci anche dimenticare che avevamo battuto l’Albania, non il Brasile del 1970. Poi tutto è tornato normale e l’Italia meno che normale, Spalletti non ha capito moltissimo, ma in fin dei conti vi lascio qui la riflessione fatta a caldo, ieri, dopo la partita: il vero colpevole è Zaccagni, che quel tiro contro la Croazia avrebbe dovuto spedirlo in tribuna, invece di segnare e costringerci a vedere una partita come quella di ieri. Va avanti la Svizzera, è giusto.
È colpa di Andersen, ma non è colpa sua
Non saranno i fulmini e i chicchi di grandine che hanno costretto l’arbitro, nel primo tempo, sospendere la partita per ventiquattro minuti e far rientrare le squadre negli spogliatoi a proteggersi. Non saranno quelli i motivi degli incubi di Joachim Andersen dei prossimi giorni, ma i tre minuti di inizio secondo tempo della partita con la Germania. Aveva segnato il gol del vantaggio della Danimarca, era sommerso dai compagni, non gli sembrava vero: lui, che da ragazzo era stato messo in punizione dall’accademia dell'FC Midtjylland per un furto di bevande dalla mensa e che dovette subire l’ira del padre, che non gli avrebbe perdonato la carriera bruciata per una leggerezza e minacciò di spedirlo a lavorare in un McDonald. Da non crederci, che rivincita: lui fa il difensore, non segna quasi mai. E una volta che ha segnato, contro la Germania, si è visto annullare il gol da un fermoimmagine del Var che, di fatto, dice che se avesse avuto il piede di un numero in meno non sarebbe stato fuorigioco. Invece lo era, quindi nessun gol e ancora non è un dramma. Perché tre minuti dopo, nel tentativo di fermare un cross di Raum ha allargato troppo il braccio e ha provocato il rigore con cui la Germania si è portata in vantaggio. Al bivio della storia, il danese ha scelto la strada sbagliata.
Inghilterra-Slovacchia è tutti contro Southgate
Inghilterra-Slovacchia è la differenza che passa tra una squadra infelice e una, invece, che sorride. Comprensibile che alla Slovacchia basti essere nelle sedici, ma è incredibile che il clima intorno agli altri sia questo: vero, l’Inghilterra sta giocando male, ma la sofferenza che prova e le bastonate che sta ricevendo sono la più grande narrazione di questo Europeo. Più di prima nel girone, non poteva arrivare, ma non è bastato a nessuno, sono finiti tutti nel frullatore. L’accusato principale è Southgate, il tecnico che qualcuno ha proposto di sostituire ora, a torneo in corso. Così come hanno proposto di rimettere in panchina Kane, di farlo coesistere diversamente con Bellingham o anche di togliere persino Bellingham dai titolari. Lo ribadisco: quando pensate che i giornali italiani siano troppo aggressivi con la Nazionale quando non vince, non avete ancora letto i giornali inglesi quando accade una cosa del genere (ma anche quando vince) all’Inghilterra. È incredibile il vortice in cui è finito Southgate, che ormai porta l’Inghilterra a due verità possibili: se perde, è colpa dell’allenatore, se vince lo fa nonostante lui. E a fine Europeo, comunque andrà via.
In campo il capocannoniere e il migliore portiere dell’Europeo, e non sono spagnoli
Gioca il capocannoniere del torneo e non è della Spagna: è Georges Mikautadze, georgiano nato a Lione, in Francia. L’unico ad aver realizzato tre gol finora, il calciatore che nessuno si aspettava finisse in copertina. Francese di nascita, di familiari georgiani, Mikautadze ha accettato di giocare nella nazionale georgiana nel 2021 (per sua ammissione non metteva piede in Georgia da dieci anni) per effetto di una campagna mediatica e per la telefonata decisiva di un altro francese, il tecnico Sagnol. Di segnare, segna: in Nazionale ha giocato da allora 28 partite facendo 13 gol. Anche fuori dall’Europeo, in realtà, si era distinto: ha portato il Metz in Ligue 1 segnandone 23 in 37 gare, poi lo ha preso l’Ajax ma non è andata bene e dopo sei mesi è tornato in prestito al Metz, ricominciando da dove aveva lasciato: 14 gol in 22 partite, ma non ha potuto evitare la retrocessione. Ora, di fatto, è come se fosse un calciatore della seconda divisione francese, che però segna più di tutti all’Europeo.
Ma in questa partita gioca anche il miglior portiere dell’Europeo, e non è della Spagna: è Giorgi Mamardashvili, gigante di 196 centimetri per novanta chili che ha già sorpreso tutti. Anche qui, un dato: ventuno parate nelle prime tre partite, e se si guarda la statistica di quelli che vengono considerati quasi gol sicuri, ne ha evitati tra i tre e i quattro (3,5 per la precisione).
Tutto questo per dare lustro alla simpatica e coraggiosa squadra che oggi verrà eliminata dalla Spagna.
La Germania e il Qatar, due anni dopo
Due anni fa, durante il Mondiale in Qatar, la Germania fu tra le nazionali che più protestarono contro l’idea di organizzare una manifestazione così importante in un paese che applica limitazioni ai diritti civili. Quando la Fifa decise di vietare la fascia arcobaleno che i tedeschi avrebbero voluto indossare, l’intera squadra posò prima della partita con il Giappone con la mano davanti alla bocca, come a dire “ci stanno vietando di esprimerci”. Due anni dopo, durate l’Europeo in Germania, tutto rimanda al Qatar. Sulle panchine, sul tunnel che fa entrare i calciatori, nelle fan zone e chissà dove altro lo vedremo, c’è il marchio di Qatar Airways, che è anche compagnia aerea ufficiale della manifestazione, mentre l’ente turistico Visit Qatar ha creato dei Doha club a Berlino e Monaco, dove c’è il maggior afflusso di tifosi. Insomma: il Qatar continua a investire per farsi notare attraverso il pallone, usarlo a fini geopolitici, l’Uefa ne approfitta e ha pure prolungato i vari contratti di sponsorizzazione, la Germania un po’ si lamenta, un po’ fa giocare, ma come posizione rimane contraria: basti pensare che il Bayern Monaco, per questo, criticato per la partnership, ha interrotto l’estate scorsa il contratto di sponsorizzazione con Qatar Airways. Per dire che in Germania ci provano, a fare sul serio. Ma poi arriva l’Uefa, la fame di soldi e tutto si risolve. Piaccia o no.
Il Foglio sportivo - In corpore sano