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verso la finale

Ora vediamo se il destino si decide a premiare chi il calcio lo ha inventato

Jack O'Malley

La vittoria contro l'Olanda manda l'Inghilterra in finale, che adesso punta a vincere il titolo dopo anni da personaggio secondario. Il coro "it's coming home" di due anni fa viene riesumato, mentre in Sud America scoppiano risse in campo

Sia chiaro: siamo sfavoriti contro la bellissima, meravigliosa, onnipotente e vietata ai maggiori di 18 anni Spagna. Però lasciatemi emergere dai fumi dell’alcol per godere tantissimo per la terza rimonta disperata su tre che ci ha portato in finale a Berlino. Southgate è un mentecatto, ma come molti mentecatti ha ragione lui: ha fatto convocazioni discutibili, formazioni contestabili e cambi da ubriaco, eppure siamo in finale per il secondo Europeo consecutivo grazie a chi ha messo in campo e a chi ha fatto entrare in corsa. Non ci avrà dato un gioco che rapisce ogni cellula di chi ci guarda, escluse le cellule intestinali, ma tanto è bastato finora.

Ci ha portato più volte in finale lui di qualunque altro allenatore nella nostra storia. La storia però agli occhi degli altri si scrive con le vittorie, e noi ci siamo rotti le palle di fare la parti di quelli che la annusano ma poi non concludono. Ora bisogna capire se il destino parla spagnolo, e ci ha portati in finale con una discreta dose di culo solo per vederci morire per la seconda volta di fila, o se finalmente si decide a premiare chi il calcio lo ha inventato e continua a esportarlo nel mondo. Non abbiamo nessun giocatore a cui Cristiano Ronaldo abbia fatto il bagnetto da piccolo, ma abbiamo un gruppo di giovani che piacerebbero al Partito dell’Amore Fraterno, della Libertà e della Diversità olandese (sarà per questo che mercoledì sera li abbiamo mandati in confusione) e che i media sportivi più pigri cagano meno di Yamal e Williams solo perché non parlano con la s alla fine tranne quando usano le parole al plurale. Frequento l’Italia da troppo tempo per non sapere che passare i due giorni che mancano alla finale cantando it’s coming home porta una sfiga colossale, ma in fondo chissenefotte, amici, noi siamo così e non cambieremo mai.

Lunga vita a Watkins, e anche a Bellingham che non ha ancora fatto il Bellingham e Dio volesse che lo faccia domenica sera. Gli olandesi avevano fatto il loro mandando a casa i turchi, ora possono tornare a giocare con le dighe e fumarsi le parrucche di Gullit. In Francia sono talmente sfigati che si stanno raccontando davvero che il gol più bello di Mbappé è stato dire di non votare la destra. Più prevedibile di una rissa tra Uruguay e Colombia in Copa America, con appelli a “Dio che vede tutto” e punirà chi deve essere punito, il Guardian va dietro ai francesi, e trova anche il tempo di fare un’inchiesta per dire che i tifosi inglesi appartenenti alle minoranze etniche si sentono ancora troppo isolati. A questo punto non mi stupirebbe che il governo Starmer proponesse le quote razziali negli stadi in nome dell’inclusione, e chi non è d’accordo è razzista. Il calcio è calcio è calcio, parafrasando Gertrude Stein, chi lo usa a corrente alternata per portare avanti le proprie idee politiche è più triste di una sbronza malinconica. Per fortuna anche la mia bionda è la mia bionda e io ne ho fatto scorta per domenica (insieme a tre casse di brandy) come se dovesse arrivare l’apocalisse nucleare. Servirà comunque, dato che tanto vince la Spagna.

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