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Il Foglio sportivo

La grande occasione dell'Italvolley alle prossime Olimpiadi

Eleonora Cozzari

“È il momento di essere travolgenti, come non siamo mai state. Perché le storie di ognuna di noi sono diverse, ma la precisa sensazione che 'dovevamo fare di più' ci accomuna tutte e questa è l’ultima chance”, ha detto la capitana Anna Danesi

È quella che nessuno si ricorda mai. Invece potrebbe essere il primo capitano della storia della pallavolo femminile a mettersi al collo la medaglia olimpica. Fate tutti gli scongiuri del caso, se preferite. Lei è Anna Danesi e zitta zitta (che non è mai una virtù ma ogni regola ha la sua eccezione) si è meritata i gradi di capitana dal “di nuovo” ct azzurro Julio Velasco. Chi bazzica il volley ha memoria del manipolo di ragazzine che nel 2016 l’allora ct Bonitta si trascinò prima alle qualificazioni olimpiche di Rio e poi ai Giochi (che però furono un disastro). Tutti si ricordano di Egonu, di Sylla e di Orro. Ma il quartetto di promesse comprendeva anche lei. Centrale bresciana classe 1996, miglior centrale all’Europeo del 2021 e al Mondiale del 2022, era tra le “ragazze terribili” che il globo terracqueo scoprì nel 2018 con l’argento Mondiale. In campionato due scudetti con Conegliano, poi Monza, Novara e la prossima stagione ancora a Monza (ora Milano) alla corte della presidente Alessandra Marzari. In mezzo una donna concreta, tecnicamente forte a muro e fuori dal campo incurante di ogni polemica che in questi sette anni ha infestato la Nazionale femminile. Velasco l’ha scelta per questo e lei lo sa. “È la nostra ultima grande occasione. Sono sette anni che sto dentro a questo gruppo, sono sette anni che siamo sempre noi, che dovevamo e potevamo vincere qualcosa in più. Adesso è il momento per essere fino in fondo la squadra travolgente che forse non abbiamo mai dimostrato. Perché le storie di ognuna di noi sono diverse, ma la precisa sensazione che “dovevamo fare di più” ci accomuna tutte e questa è l’ultima chance”.

C’è da dire che hanno ricominciato come meglio non si poteva. Perché la Volleyball Nations League 2024 doveva servire solo per qualificarsi ai Giochi di Parigi, invece le azzurre sono salite sul gradino più alto del podio alla prima competizione dopo il terremoto degli ultimi due anni, che ha portato prima l’epurazione di alcune senatrici da parte dell’ex ct Davide Mazzanti e poi la fine del suo ciclo. Pensi ci sia stato un po’ di imbarazzo, almeno iniziale. Invece Danesi spiega: “Ritrovarci tutte insieme è stato bello, abbiamo tirato fuori il file giusto dalla memoria e in campo ci capivamo al volo. Eravamo affiatate e abbiamo giocato a un ottimo livello quella che è stata la prova generale. Ora siamo pronte per lo spettacolo, ve lo assicuro. Quest’anno c’è un obiettivo talmente grande da centrare che ci ha portato a cancellare in fretta ciò che nel passato non è andato, ci siamo imposte di guardare solo ed esclusivamente avanti e non più indietro. E vincere la Volleyball Nations League è stata una bella iniezione di fiducia”. A Parigi l’Italia avrà l’occasione che aspetta da una vita. Da quando a Sydney le azzurre del volley presero parte per la prima volta ai Giochi. Ma da vent’anni non c’è mai stato verso di superare i quarti di finale. Ad Atene 2004 non ci sono riuscite Piccinini e Leggeri, a Pechino Aguero e Lo Bianco, a Londra Gioli e Del Core. E neanche Egonu e Danesi, tre anni fa a Tokyo. Ma loro possono riprovarci. “Dobbiamo restare umili, su questo Julio ci fa una testa così. Velasco capisce esattamente cosa stiamo pensando e cosa stiamo vivendo. E se ti vede un attimo rilassata ti mette subito sull’allerta e ti fa scattare la scintilla. Ha le idee chiare e per niente malleabili. Voglio dire: per lui non ci sono ipotesi A, B, o C. Se per Julio è B, non ci sono altre possibilità. Emana un’aurea pazzesca, però è anche molto divertente. Una volta è arrivato in ritardo e come ‘punizione’ deve portarci le empanadas di un famoso locale di Milano. Non l’ha ancora fatto ma noi continuiamo a ricordaglielo”.

L’esordio olimpico è fissato per il 28 luglio contro la Repubblica Dominicana, poi Olanda e Turchia. “Giocare alle 9 di mattina sarà una sfida e ci stiamo allenando per cambiare radicalmente le nostre abitudini, la colazione, la sveglia. La partita con la Nazionale turca allenata da Daniele Santarelli (il tecnico di Conegliano e marito del libero azzurro Monica De Gennaro, ndr) sarà decisiva per vincere il girone. Comunque non sottovalutiamo le altre: le dominicane sono fisicate e le olandesi giocano molto veloci”. E poi? Calcoli, ipotesi? “Io faccio calcoli per qualsiasi cosa, sono una che ha programmi da qui a un anno e quindi sì li ho fatti. E mi sono figurata un quarto di finale con un’asiatica: Cina o Giappone e la semifinale con la Serbia”. Così, senza mezzi termini? “Sì, perché l’avversario è un azzardo, un gioco. Non cambia niente l’una o l’altra. Io sogno di essere la prima capitana a salire sul podio olimpico, che piange dalla felicità e non riesce quasi a cantare l’inno”. Se non ora, quando?