Foto Ap, via LaPresse

Euro 2024 ha dimostrato che Marc Cucurella non era un bluff

Marco Gaetani

Il terzino della Spagna campione d'Europa era stato pagato tantissimo dal Chelsea. Qualche partita giocata male, diversi infortuni e la sua capigliatura lo avevano trasformato in un meme. 

La carriera di Marc Cucurella sembrava essere stata risucchiata in un vortice, con tutte le qualità mostrate ai tempi del Brighton finite nel dimenticatoio. Parevano dunque una cifra fuori dal mondo i 60 milioni di sterline spesi per lui dal Chelsea, con Mauricio Pochettino che a inizio stagione lo ha tenuto fuori dopo un’annata tribolata tra Tuchel, Potter e Lampard, salvo utilizzarlo fuori ruolo, da terzino destro, per via di un’emergenza improvvisa. Quindi l’operazione alla caviglia, tre mesi di stop, una stagione apparentemente compromessa. E allora come è possibile che Cucurella sia diventato uno dei fulcri della Spagna campione d’Europa?

Ogni tanto il calcio ha il pregio di rimettere le cose a posto, di restituire qualcosa dopo aver sottratto. Cucurella era stato strangolato dalla pressione di un trasferimento forse davvero eccessivo, una cifra di quelle che nemmeno nella ricchissima Inghilterra sono all’ordine del giorno per un terzino. Il posto in rosa se l’è guadagnato grazie a un’eccellente ultima parte di stagione, con Pochettino che non solo gli ha dato continuità in termini di minuti, ma anche più fiducia a livello di compiti: “inverted full-back”, è la denominazione che usano da quelle parti. Cucurella che lascia la corsia e si porta in mezzo, a dare una mano ai centrocampisti, un modo per muovere e scompaginare gli avversari dando supporto al doppio mediano. “Se non hai una sedia, non ti puoi sedere: allora devi costruire una sedia. Nel calcio, se non hai una squadra, sei comunque costretto a convivere con la necessità di comportarti come una squadra. Sei egoista, ma devi condividere”, ha detto Pochettino parlando della svolta tattica che ha riguardato Cucurella, usando una figura retorica magari un po’ contorta ma efficace. “Avevamo dall’inizio questa evoluzione tattica in mente, ma a volte nel calcio prima devi costruire la fiducia, la convinzione che la squadra possa fare sua un’idea”, ha aggiunto.

Nel buon finale di stagione del Chelsea, Cucurella è stato uno dei protagonisti. Ed è così che ha scalzato, per lo stupore di tutti, compresi gli addetti ai lavori spagnoli, un teoricamente inamovibile come Grimaldo, ritenuto praticamente all’unanimità il miglior esterno sinistro della stagione grazie al lavoro di Xabi Alonso.

In un contesto che funziona, anche Cucurella funziona: mentre in Italia (e non solo) diventava un meme per via dei capelli, trovava una centralità sempre più spiccata nelle dinamiche di gioco della Spagna di De la Fuente. Ed è stato protagonista anche di quella che rimarrà forse la giocata più controversa dell’Europeo spagnolo, il fallo di mano in area di rigore nel tiratissimo quarto di finale contro la Germania sul quale Taylor, magari discutibile nelle sue scelte ma indubbiamente coerente, se si ripensa a Siviglia-Roma, ha preferito lasciar correre. Forse doveva essere il suo Europeo anche per una sorta di risarcimento del destino: da due anni si sentiva dire di non essere all’altezza di una spesa così alta, oggi è diventato l’eroe di culto di un trionfo storico.

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