AP Photo/Aurelien Morissard

Il Foglio sportivo

Parigi come boccata d'ossigeno. L'Italia Team va a caccia di 46 medaglie per scordare il pallone

Umberto Zapelloni

Scende l'atletica, salgono boxe, scherma e pallavolo: le previsioni virtuali di Nielsen ci assegnano 6 podi in più del bottino di Tokyo. Nella speranza che dopo la tregua olimpica Figc e Serie A trovino una soluzione al problema calcio

I Giochi olimpici arrivano al momento giusto. L’Italia Team, con i suoi 403 atleti in viaggio verso Parigi, è la medicina giusta per provare a dimenticare l’Europeo di calcio e non abbandonarsi completamente alle news di calcio mercato che rischiano di rimbambirci nei giorni più caldi dell’anno. Seguendo lo spirito olimpico, l’importante sarebbe già partecipare e partecipare sarebbe già un successo per chi gioca a basket. Ma l’Italia Team va a Parigi con l’obbligo di migliorare lo straordinario risultato di Tokyo con 40 medaglie (10 ori, 10 argenti e 20 bronzi).

 

Le proiezioni che spesso sono più affidabili dei sondaggi politici, ci raccontano di un’Italia ambiziosa. Il presidente Malagò che è in Francia da ieri, conferma: “Abbiamo moltissime frecce nel nostro arco, ma è tutto da dimostrare. Calcoli è impossibile farli ma è normale voler fare meglio dell'ultima edizione a Tokyo”. Delusi dal calcio, i tifosi azzurri non vedono l’ora di cominciare a contare le medaglie. Gracenote Sport Visual Medal Table di Nielsen prevede il nostro settimo posto nel medagliere con 11 ori, 20 argenti e 15 bronzi, il che vorrebbe dire 6 medaglie in più di Tokyo con un aumento di ori e argenti. Malagò avrebbe chiesto dove firmare anche se le previsioni Nielsen buttano giù dal gradino più alto nomi pesanti come quelli di Tamberi, Jacobs, Stano, Palmisano e della 4 x 100. Cancellano l’atletica, ma ci riportano all’oro con boxe, scherma (zero ori in Giappone) e le ragazze della pallavolo che nella loro storia non sono mai riuscite a salire sul podio. Sono giochi basati sui ranking mondiali e sugli ultimi risultati. A Tokyo le previsioni furono rispettate. Non resta che attendere il 27.

Tra una settimana saremo già all’inseguimento con Filippo Ganna. La sera prima sulla Senna avranno sfilato le squadre con Gimbo Tamberi ed Arianna Errigo a portare la bandiera. Stanno arrivando giorni da emozioni forti che in Italia potranno seguire integralmente gli abbonati di Discovery+ che hanno in programma 3.800 ore di contenuti sulle loro piattaforme. Un investimento importante che, come racconta Alessandro Araimo, il managing director di Warner, porta abbonati: “A Tokyo è stato così e tutto lascia pensare che anche per Parigi, con orari molto più interessanti per noi, avremo un incremento di sottoscrizioni”. Il multi canale di Discovery+ con i suoi alert che ti avvisano della medaglia in arrivo, sono il modo migliore per calarsi nell’atmosfera olimpica per chi non si dovesse accontentare delle 360 ore in esclusiva free-to-air su tutte le piattaforme Rai. Godiamoci i Giochi e poi pensiamo al dopo Malagò, sempre che il Governo non faccia un passo indietro e lo lasci sulla poltrona che occupa dal 2013 fino a Milano Cortina 2026. Intanto lui inaugura Casa Italia con il presidente Mattarella. Finirà col farsi difendere dai Corazzieri.

Ce ne è abbastanza per dimenticarsi delle nostre beghe calcistiche e prendere una boccata d’aria fresca prima di ripensare alla nuova Italia di Spalletti e alle elezioni del presidente federale, sempre che Gravina decida di lasciare. Dietro c’è già chi si muove per un eventuale commissariamento della Figc, ma intanto c’è la battaglia con la Lega Calcio da risolvere. L’altro giorno ha alzato la voce anche il presidente del Milan Scaroni: “Tutto il calcio italiano vive della Serie A. Noi paghiamo tutto, dilettanti, Serie C, arbitri (non più presidente, almeno quelli li paga la Figc). I soldi arrivano solo da noi. Pagare il conto di tutto e non contare niente mi è sempre sembrato strano. Non contare nulla in Figc è assurdo”. È impossibile non dargli ragione. Un primo incontro tra Lega e Figc, Casini e Gravina c’è già stato. Ma se la Serie A vorrà andare oltre il 35 per cento bisognerà cambiare lo statuto. Trovate voi qualcuno disposto a pagare per far comandare gli altri.

Di più su questi argomenti: