A canestro e sotto rete. Il sogno olimpico di Chase Budinger, ex cestita innamorato del beach volley
L'americano dopo una discreta carriera in Nba chiusa a 29 anni parteciperà alle Olimpiadi di Parigi 2024 giocando a pallavolo sulla sabbia
Il 13 aprile 2011, nell’ultimo match di una stagione non particolarmente ispirata per i suoi Houston Rockets, iniziata nella speranza di riavere a disposizione la versione migliore di Yao Ming, desiderio mandato definitivamente in soffitta in una notte di dicembre con l’ennesimo problema fisico di una carriera maledetta, il sophomore Chase Budinger metteva a segno quello che sarebbe rimasto il suo career-high in Nba, 35 punti contro i Minnesota Timberwolves. Cinque anni prima era stato nominato Mvp del McDonald’s All-American Game, la sfida che mette di fronte i migliori liceali degli Stati Uniti: ad alzare il trofeo con lui anche il co-Mvp, un certo Kevin Durant.
La carriera Nba di Budinger è stata quella di un onesto mestierante, lontana dalle premesse di fine high-school, quando veniva ritenuto tra i profili più intriganti su scala nazionale: tre stagioni a Houston, tre a Minnesota, una divisa tra Indiana e Phoenix senza mai eccellere, senza mai dare l’impressione di poter mantenere ciò che gli scout avevano visto in lui da ragazzo. Per chiudere col basket, una stagione in Europa, a Vitoria, con la maglia del Saski Baskonia, anche qui senza i guizzi che sarebbe lecito attendersi da un fuoriuscito dall’Nba. Era così giunto il ritiro, un po’ a sorpresa, a 29 anni. Oggi, che di anni ne ha 36, Budinger parteciperà alle Olimpiadi di Parigi. Ma non nel basket.
Per capire questa storia, bisogna tornare ancora una volta al 2006.
Nell’anno dell’Mvp al McDonald’s, Budinger vinceva anche un altro trofeo personale: il Mizuno National Player of the Year, assegnato al miglior giocatore di volley delle high-school statunitensi. Erano gli anni in cui a La Costa Canyon High School gli riusciva praticamente tutto. Poi, però, era arrivato il momento di decidere, e Chase aveva scelto la pallacanestro, decisamente più redditizia: aveva accettato l’offerta di Arizona, priva di una squadra maschile di pallavolo, per non cadere in tentazione, cosa che gli sarebbe successa se avesse assecondato le richieste di Ucla o Usc. “Il mio piano è sempre stato quello di dedicarmi al beach volley a fine carriera: la maggior parte degli atleti, quando smette, finisce in confusione pensando a cosa li attende. Io non ho avuto dubbi: sono passato a un altro sport, giocando immediatamente al massimo livello: non solo ho sempre amato il beach volley, allenandomi durante gli anni Nba, ma ho sempre avuto l’obiettivo di andare alle Olimpiadi”, ha dichiarato qualche mese fa, dopo aver strappato il pass per Parigi insieme al 34enne Miles Evans: sono la seconda miglior coppia degli Stati Uniti, la tredicesima nel ranking mondiale.
Per arrivare a trovare la giusta alchimia, Budinger ha cambiato ben cinque compagni, salvo poi raggiungere l’intesa perfetta con Evans nel 2023: “Abbiamo lavorato in maniera instancabile per migliorare il nostro gioco e trovare la simbiosi in campo”. Per anni, da professionista ben pagato in Nba, ha tenuto i piedi nella sabbia, soprattutto durante le pause tra una stagione e l’altra, allenandosi nel quattro contro quattro con gli amici, diverse volte a settimana. La notizia della qualificazione a Parigi, arrivata a inizio giugno dopo l’eliminazione definitiva dalla corsa del tandem Brunner-Crabb, eliminato da un torneo di qualificazione in Repubblica Ceca, ha colto un po’ di sorpresa il mondo Nba. Non Budinger, che ha sempre avuto le idee chiare e sapeva di avere ancora una chance, nel pieno rispetto del sogno olimpico coltivato persino quando per le mani aveva un pallone ben diverso da quello attuale.