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a parigi

Lebron James sarà il portabandiera degli Stati Uniti alle Olimpiadi di Parigi

Umberto Zapelloni

Scelto dai compagni di squadra, l'atleta guiderà la delegazione americana nella cerimonia inaugurale diventando il portabandiera più ricco di sempre. "Per un ragazzo di Akron, questa responsabilità significa tutto", ha detto. Trasformando la sua bandiera in qualcosa di più

L’ultimo contratto che ha firmato poche settimane fa gli porterà in cassa 104 milioni di dollari. Senza contare quello che lo pagheranno gli sponsor. Lebron James è al quarto posto nella classifica degli sportivi più ricchi del mondo stilata da Forbes. Lo battono solo tre calciatori, i due pensionati illustri Ronaldo e Messi e Mbappe. Venerdì sera, quando porterà la bandiera a stelle e strisce del Team Usa nella cerimonia inaugurale dei Giochi di Parigi sulla Senna, diventerà anche il portabandiera più ricco di sempre. Lo hanno scelto i suoi compagni, un po’ come si scelgono i capitani in certi spogliatoi. Il contato olimpico statunitense ha fatto scegliere agli atleti i loro alfieri. Saranno un uomo e una donna, ma la compagna di James verrà svelata solo domani. D’altra parte Lebron è affezionato ai Giochi. Li frequenta dal 2004 quando ad Atene non finì benissimo per il Dream Team, ma finì molto, ma molto bene per l’Italia di Charlie Recalcati. Lebron si è poi rifatto con il “redeem team” nel 2008 a Pechino e nel 2012 a Londra. A Tokyo si è preso una pausa, ma adesso è tornato per vincere la sua terza medaglia d'oro. E ha convinto anche Curry e Durant a seguirlo. Ci teneva alle Olimpiadi, così tanto da aver messo bocca nella selezione che è un mix tra la sua generazione di fenomeni e i migliori giovani come Tyrese Haliburton e Anthony Edwards. In attesa di giocare accanto a suo figlio Bronny scelto (chissà perché?) dai Lakers viene a Parigi a completare la sua caccia all’oro.

 

Ma giocare e vincere non gli bastava. Così eccolo a fare il porta bandiera in quella che si annuncia come la cerimonia più spettacolare della storia dei Giochi. Usa Basketball lo ha annunciato così con un tweet: “Just a kid from Akron leading his country at the Olympic Opening Ceremony”. “Solo un ragazzino di Akron alla guida del suo paese alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi”. Solo è proprio la parola giusta. Lebron è probabilmente lo sportivo più ricco e famoso in volo su Parigi, un ragazzo che ormai si avvicina ai quaranta e ha ancora voglia di stare in campo. “È un onore incredibile rappresentare gli Stati Uniti su questo palcoscenico mondiale, soprattutto in un momento che può unire il mondo intero”, ha detto un uomo che a 39 anni e con una serie di record impressionarsi, come essere il miglior marcatore della storia del suo sport, non dovrebbe più emozionarsi. “Per un ragazzo di Akron, questa responsabilità significa tutto, non solo per me, ma anche per la mia famiglia, tutti i ragazzi della mia città natale, i miei compagni di squadra, gli altri olimpionici e tante persone in tutto il paese con grandi aspirazioni. Lo sport ha il potere di unirci tutti e sono orgoglioso di far parte di questo momento importante”. Ha già trasformato la sua bandiera in qualcosa di più. D’altra parte Lebron è fatto così. Non si è mai fermato solo al parquet. Ha sempre cercato di sfruttare la sua immagine per ogni tipo di battaglia. Non è come Jordan che a chi si rifiutò di dare il suo sostegno a Harvey Gantt, candidato democratico al Senato, rispondendo: “Anche i repubblicani comprano le sneakers". Lebron è andato in campo con la maglietta  "I can't breathe", "Non riesco a respirare", quando c’era da fare campagna contro la polizia che aveva provocato la morte di George Floyd. Non è uno che si volta dall’altra parte. Lebron è sempre stato “More than an athlete”, molto più di un atleta. Ha appoggiato Hillary Clinton e il suo amico Obama ed è da sempre avversario di Donald Trump con il quale non sono mancate le frecciate pubbliche tanto che alla domanda se è meglio Jordan o Lebron, Trump ha sempre risposto: “Jordan, non era un politico”. Lebron invece è anche un politico e la sua scelta per portare la bandiera americana in un momento politicamente così delicato, negli States e nel mondo, ha un significato particolare. Non si è scelto il più ricco, il più bravo, il più famoso. Si è scelto quello le cui parole vanno ben oltre un campo da basket.

 

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