Keir Starmer (foto Epa, via Ansa)

calcio e politica

Come il governo Starmer prova a riformare lo sport inglese

Francesco Caremani

Dal Football Governance Bill al tetto alle proprietà straniere sino alla regolamentazione del gioco d’azzardo. I piani del Labour per il calcio e non solo il calcio nel Regno Unito

Football Governance Bill, tetto alle proprietà straniere e regolamentazione del gioco d’azzardo. Sono questi i tre temi fondamentali che sono sul tavolo di Lisa Nandy, ministra della Cultura, dei Media e dello Sport inglesi, del neo governo laburista guidato da Keir Starmer, il quale dopo quattordici anni di guida Tory ha ribaltato i rapporti di forza nel paese; basti pensare che dei 92 club professionistici di calcio maschile solo uno giocherà in un collegio elettorale conservatore. Quello più importante è il Football Governance Bill che Starmer vorrebbe approvare quanto prima mentre Richard Masters, ad della Premier League, ha paura che la fretta possa essere cattiva consigliera.

Questo provvedimento prevede, infatti, l’istituzione di un nuovo organo “Regolatore Indipendente del Calcio” (IFR) con tre obiettivi fondamentali: migliorare la sostenibilità economica dei club, garantire la solidità finanziaria di tutti i campionati e salvaguardare il patrimonio del calcio inglese: "In questo paese abbiamo il miglior football del mondo e voglio assicurami che sia completamente protetto", ha dichiarato Starmer.

In queste parole è insito il “no” secco alla Super Lega – o progetti simili –, soprattutto se separatista nei confronti della Uefa e chiusa: questioni, comunque, già superate dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea; senza dimenticare che i club inglesi, a suo tempo, si schierarono contro il fair play finanziario.

D’altra parte la Premier League è di fatto una Super League, anche se non è scevra da fragilità e sperequazioni economiche, al di là della coatta rinuncia ai proprietari russi che non ha inciso più di tanto. E Starmer ha già respinto le richieste di divieto totale ai proprietari stranieri, per più di un motivo: i club più importanti d’Inghilterra sono tutti in mano a proprietari non britannici; il calcio inglese, e non solo, dovrebbe rinunciare a investimenti miliardari e non è questo il momento più adatto. Senza contare che ci sono quattro squadre della Premiership Rugby che hanno attirato l’interesse del Pif, il fondo sovrano dell’Arabia Saudita, il quale sta cercando di cannibalizzare lo sport mondiale.

Per Keir Starmer e la sua ministra Lisa Nandy, però, l’argomento più probante sarà quello che riguarda il gioco d’azzardo. Il governo conservatore di Rishi Sunak nel 2023 ha redatto un libro bianco sulla riforma del settore, cercando, in particolare, di proteggere le persone più vulnerabili, quelle che secondo una ricerca perdono in media 500 sterline al mese nei giochi online. Tra questi rientrano anche le scommesse sportive, sulle quali il calcio inglese ha già messo le mani. Con la maggioranza di 18 su 20 club, due dei quali astenuti, è stato deciso che dopo la stagione 2025-26 non saranno più consentiti i main sponsor di maglia di società operanti nel gioco d’azzardo; mentre resteranno quelli di manica. Una decisione che avrà un impatto economico, con perdite che oscilleranno tra i 5 e i 10 milioni di sterline l’anno, considerando che le società di scommesse sono i partner più redditizi e con i quali si concludono più velocemente accordi commerciali.

Molto interessata all’argomento è anche la British Horse Racing Authority, la quale supervisiona uno sport, le corse dei cavalli, dove le scommesse sono diventate una risorsa economica fondamentale. Non è un caso che abbia stretto rapporti con vari ministri ombra per garantirsi che eventuali cambiamenti non avrebbero avuto un effetto dannoso sulle proprie attività. Quella della Cultura, dei Media e dello Sport era Thangam Debbonaire che ha perso il seggio a favore di Carla Denyer, co-leader del partito dei Verdi. Adesso, invece, se la dovrà vedere con Lisa Nandy e potrebbe non essere la stessa cosa.

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