Foto Ap, via LaPresse

Parigi 2024

Il nuoto ha smesso di togliergli il sonno e Caeleb Dressel è tornato

Marco Gaetani

Alle Olimpiadi di Parigi 2024 il nuotatore americano cercehrà di replicare gli ori di Tokyo 2021. Nuoterà i 50 metri stile libero e nei 100 farfalla. Aveva detto basta ai Mondiali di Budapest 2022, poi non ha resistito al richiamo della piscina olimpica

Pochi sport sanno raggiungere la brutalità mentale del nuoto. La costante ricerca del miglioramento della propria performance, fino ad alienarsi, nella speranza che sia sufficiente per battere gli altri al momento della resa dei conti. Dopo anni di questo sforzo psicologico disumano, Caeleb Dressel aveva detto basta, dall’alto di una carriera sontuosa, coronata da sette ori olimpici, con un clamoroso cinque su cinque nelle finali disputate a Tokyo. Non era bastato per raggiungere la felicità. A forza di limare ogni cosa nella ricerca esasperata ed esasperante della perfezione, in Dressel qualcosa si è rotto.

“Avevo creato un mostro. Se non riuscivo a raggiungere un determinato tempo, voleva dire che ero una brutta persona o che non mi allenavo abbastanza. Se non ero stato in grado di ritoccare un record del mondo, voleva dire che non ero abbastanza ossessionato”, ha detto di recente in un’intervista rilasciata a un altro prodigio del nuoto statunitense, Missy Franklin, cinque ori olimpici e undici mondiali in bacheca.

Nel bel mezzo dei Mondiali di Budapest, nel 2022, Dressel ha preso e se ne è andato. È sparito dai radar per otto mesi, si è rifugiato nel silenzio e nei lunghi dialoghi della terapia, scappando da quella routine che lo ha inseguito per tutta la vita. Per decidere di tornare, doveva prima capire se da qualche parte, nel profondo, c’era o meno ancora un pizzico d’amore per lo sport che gli aveva dato tanto ma stava per togliergli tutto. Nel frattempo è diventato papà e, con ogni probabilità, anche una persona migliore. Nel momento in cui il nuoto ha smesso di togliergli il sonno e di farlo vivere male, ha scelto di tornare a respirare l’odore del cloro. “Sto cercando di non essere particolarmente fissato sui risultati, provo a godermi il momento, l’allenamento, la gara. Sono le parti dello sport che davvero mi fanno stare bene. Ma ce ne sono altre che nel corso degli anni ho imparato a odiare. Tutto sta nel riuscire a trovare un equilibrio tra il bene e il male: non mi aspetto che tutto sia rose e fiori, ma ho imparato a prendere quello che di buono mi può dare. Devo soltanto nuotare. Solo quello”.

Ha strappato il pass per Parigi come se lo stop non fosse mai esistito. Gareggerà nei 50 metri stile libero e nei 100 farfalla (dove è tuttora detentore del record mondiale, lo straripante 49”45 piazzato a Tokyo dopo aver già azzerato, due anni prima, il primato di Michael Phelps) e, per lo spirito di squadra che gli è sempre appartenuto, spera di essere parte anche di qualche staffetta. Non potrà difendere, invece, l’oro olimpico nei 100 stile libero, avendo chiuso al terzo posto i Trials di Indianapolis. Con lui ci saranno anche la moglie Meghan e il figlio August, troppo piccolo per tenere a mente le imprese del padre, qualora dovessero essercene: “Sto lavorando più che posso, non so se riuscirò a tornare ai fasti dei record mondiali. So che sto bene e non vedo l’ora di essere in gara: darò tutto, anche a costo di morire di fatica”. Si allena con un’altra leggenda del nuoto mondiale, Katie Ledecky, nella speranza di tornare a essere il re del mondo dopo essere stato risucchiato nel buco nero dei problemi mentali. Due anni dopo aver sfiorato l’oblio, Caeleb Dressel può già dirsi soddisfatto. Non gli resta che nuotare. Soltanto nuotare, senza pensare ad altro.

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