(foto EPA)

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A Simone Biles è tornato il sorriso. E a Parigi vuole farlo vedere a tutti

Umberto Zapelloni

"Ho trovato il mio equilibrio e questo mi rende felice", dice la più grande ginnasta della storia. Che a Tokyo temevamo avesse detto per sempre addio ai Cinque cerchi

Il suo motto lo ha tatuato sulla clavicola sinistra. “Still I Rise” (Eppure mi alzo, tratto da una poesia di Maya Angelou). Tu prova a buttarla giù e Simone Biles si rialzerà. Sempre. È come quei pupazzetti sempre in piedi con cui giocavano i bambini di una volta. A 27 anni, un’età che nel suo sport è già ben oltre il normale, riparte da Parigi con un albo d’oro personale che la rende la miglior ginnasta della storia (30 medaglie mondiali di cui 23 d’oro e 7 olimpiche, 4 delle quali l’hanno resa campionessa a Rio). “Ho sempre saputo affrontare le sfide della vita”, ha detto chiacchierando con l’Equipe. Basta rileggere la sua storia, diventata anche una serie su Netflix, per ricordare come sia stata adottata a 4 anni dai nonni materni dopo esser finita per qualche mese in affido insieme ai suoi fratelli. La madre era troppo indaffarata a bere e drogarsi per occuparsi dei figli. E il nonno che non era riuscito a tenere la figlia in equilibrio, le ha regalato una famiglia da cui ricominciare, saltando su un tappeto elastico nel giardino di casa vicino a Houston e poi iscrivendola a a un corso di ginnastica.

 

A Rio ha stupito il mondo con le sue acrobazie, a Tokyo lo ha scioccato andando in corto circuito e ritirandosi sul più bello. Il corpo si era disconnesso dalla testa. Non riusciva più a completare esercizi che portavano il suo nome. Li chiamano “twisties”e sono il fantasma dei ginnasti. Simone non è corsa a nascondersi, si è esposta per combattere il problema della salute mentale negli sportivi e non solo. Ha lavorato su se stessa e per aiutare gli altri mentre i social la crocifiggevano, ma una certa America cominciava ad amarla.

E’ tornata in palestra per vedere l’effetto che faceva. “Mi sentivo persa stavo bene due giorni e mi perdevo per altri due. Sono andata a avanti e indietro così per un anno e mezzo fino al 2023. Odiavo andare in palestra sapevo che mi sarei persa… Volevo smettere 500 mila volta e senza di loro avrei smesso. Frequentavo un terapista ogni settimana  perché non volevo più avere paura dello sport”. Ha dovuto anche andare a testimoniare contro Larry Nassar, il medico della squadra, accusato di molestie sessuali. Non si è tirata indietro.

Nell’aprile 2023, poi si è sposata con Jonathan Owens, un giocatore di football dei Green Bay Packers, conosciuto online durante il lockdown. “La gente pensa che diventando una moglie, non puoi più essere un’atleta professionista. Ma certo che sì! Sono stata sposata con la ginnastica, ma ora è solo una parte della mia vita. Alla fine di una sessione, torno a casa, trovo mio marito, i miei cani, le mie attività... È un altro equilibrio. E questo mi rende molto felice”. Ha messo un punto fermo nella sua vita, continuando ad andare in palestra perché aveva in testa di finire a modo suo. Non con il ritiro di Tokyo. Quando ha capito che ce l’avrebbe fatta sono arrivati i Mondiale di Anversa, là dove la sua avventura era cominciata dieci anni prima. Non sapeva come sarebbe andata con uno stadio pieno, con gli occhi del mondo addosso. Ha vinto quattro ori completato un inedito Yurchenko con doppio salto carpiato indietro e ha capito che ci sarebbe stata un’altra Olimpiade. “Penso che la ginnastica mi piaccia ancora di più di prima. Ovviamente ho le distinzioni che mi aiutano a resistere i giorni in cui è più complicato fisicamente o tecnicamente. Il volteggio è fisico, ma anche mentale. Ma, appunto, non ho più nulla da dimostrare, non devo più vincere i Campionati del Mondo o i Giochi Olimpici. Ho ritrovato l’amore per lo sport, il suo aspetto giocoso, la gioia che mi dà. Ho ancora obiettivi sportivi, cose che vorrei realizzare. Ma credo che non sarò delusa se non ci riuscirò”. Sa che non ci sarà un altro black out. Ad Anversa ha messo il suo nome ad un quinto movimento. E lei ridendo dice: “Cerco sempre di non morire quando faccio certe cose”. Ma vederla volare più su di un canestro da basket, lei che è alta 142 centimetri, è impressionante. E notare che lo fa sempre con il sorriso lo è ancora di più visto quello che ha passato per arrivare fin qui sulla via della redenzione.

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