(foto Ap)

olimpiadi

La lunga (e un po' noiosa) cerimonia di inaugurazione di Parigi 2024

Umberto Zapelloni

Più di quattro ore sono state veramente troppe: per fortuna c'è stato qualche guizzo finale. Da oggi tocca (finalmente) agli atleti

Più che grandiosa, è stata un po’ lunga e noiosa. Con un guizzo finale, quando ormai era un po’ tardi e anche il presidente Mattarella se ne era già andato, perché lui e un’altra ottantina di capi di stato erano stati lasciati sotto il diluvio con un ombrellino e un impermeabile trasparente. Come se a Parigi non piovesse mai d’estate. Macron e Bach, il numero uno del Cio, però se ne stavano sotto una bella tettoia… Diluvio a parte, dopo gli attentati informatici ai treni della mattinata, è andato tutto bene e oggi Parigi potrà cominciare a togliere qualche transenna, liberando un po’ la città.

 

Parigi ha preferito mettere al centro se stessa, lasciando agli atleti il ruolo di comparse, felici, ma bagnati. L’idea di una cerimonia diffusa, lungo la Senna, era complicata da realizzare, con la pioggia che non ha risparmiato nessuno, è diventato ancora più complicato arrivare in fondo. E alla fine ne è venuto fuori uno spettacolo più televisivo che altro con balli, musica e tante stelle da Lady Gaga a Aya Nakamura fino a Parole, Parole e all'ormai immancabile Imagine. Ad un certo punto è comparsa anche Bebe Vio con un abito di piume e paillettes realizzato da giovani designer. Lei tornerà poi alla Paralimpiadi a cercare il suo oro.

È stata una cerimonia diversa da tutte quelle viste prima, molto francese, molto parigina che ha cercato di coniugare storia e costume, Moulin Rouge e Gioconda e alla fine ha fatto il pieno di musica da discoteca quasi a diventare un mix tra il concertone di Capodanno e un gay pride…  Ci hanno voluto mettere dentro tutto, probabilmente troppo e alle squadre che sfilavano sul fiume su barche una diversa dall’altra, sono stati riservati davvero poche rapide inquadrature. Quando (e cioè sempre fino a ieri) si sfilava in uno stadio era diverso. Un giro di pista con la bandiera e la squadra dietro durava una vita… I nostri ragazzi comunque si sono divertiti, così ci hanno raccontato i portabandiera, Tamberi ha perso anche la vera, poverino, dovrà trovare dell’altro oro per scordarlo. Certo acqua e vento non aiutano atleti che lavorano quattro anni per questi giorni. Speriamo non arrivino nuove tonsilliti.

 

La parte più spettacolare è probabilmente stata quella finale con i giochi di luce sulla Torre Eiffel, mentre quattro atleti internazionali, icone dello sport, portavano la fiaccola verso il braciere olimpico con la colonna sonora di “Supernations” cantata con  il linguaggio dei segni, Rafa Nadal, Serena Williams, Nadia Comaneci e Carl Lewis. A Rafa aveva dato la fiaccola Zidane ricomparso a fine cerimonia dopo aver dato il via alla serata con la fiaccola in metropolitana. A portare poi il fuoco verso il braciere è stata Amelie Mauresmo che lo ha ceduto a Tony Parker mentre la pioggia non la smetteva di scendere. La staffetta è continuata nei giardini de La Tuileries con altre leggende di casa fino a che Marie José Perec, tripla campionessa olimpica e Teddy Riner, anche lui tre volte campione olimpico, non hanno acceso la mongolfiera che ha portato in cielo il fuoco olimpico dove resterà fino a domenica 11, con un finale simbolico, coinvolgente e anche commovente. Arrivato tardi, ma arrivato. Con la chiusura riservata Céline Dion che ha cantato l’inno all’amore di Edith Piaf nella città dell’amore, lei che da quattro anni non cantava in pubblico per lottare contro la malattia, la sindrome della persona rigida.

Chi non avesse visto la cerimonia si limiti agli highlights. Più di quattro ore di cerimonia sono state davvero troppo. Speriamo che Milano e Cortina abbiano preso appunti. Ma tanto noi abbiamo Marco Balich. Adesso gli atleti si riprenderanno la scena. Tocca a loro. Finalmente.

Di più su questi argomenti: