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Il Foglio sportivo

Ma le Olimpiadi sono un evento di pace?

Giovanni Battistuzzi

Anche quest’anno, prima delle Olimpiadi di Parigi 2024, è stata firmata la risoluzione per la Tregua olimpica. Anche quest’anno non sarà rispettata. Lo sport, anche olimpico, incrementa il nazionalismo

Le Olimpiadi di Barcellona 1992 si avvicinavano e la guerra nella ex Jugoslavia non accennava a diminuire di intensità. Fu verso la fine del 1991 che l’allora presidente del Cio, lo spagnolo Juan Antonio Samaranch, si chiese se lo sport avrebbe potuto fare qualcosa per interrompere quella carneficina. Pochi mesi prima l’Onu aveva – per la prima volta – inserito all’interno delle sanzioni contro i paesi dell’ex Jugoslavia, lo sport. Il messaggio era chiaro: o la finite oppure anche i vostri atleti saranno penalizzati. Non sortì alcun effetto. Samaranch chiamò l’allora presidente Javier Pérez de Cuéllar e Boutros Boutros-Ghali, che lo avrebbe sostituito dal primo gennaio alla guida dell’Onu, e assieme arrivarono alla conclusione che serviva una risoluzione congiunta dell’Onu e del Cio per reintrodurre la cosiddetta “tregua olimpica”, ossia una riedizione dell’accordo che fecero Ifitos re dell’Elide, Cleostene re di Pisa e Licurgo re di Sparta per permettere lo svolgimento dei Giochi tra città spesso in guerra tra loro. Era il 776 a.C.. La prima risoluzione “Costruire un mondo di pace e migliore grazie allo sport e agli ideali olimpici”, fu siglata allora, nel 1992. Ogni due anni il rito viene ripetuto. 

Nel 1998, Javier Pérez de Cuéllar così sintetizzò ciò che era stato fatto: “Era un momento complicato, fare qualcosa di concreto era difficile. Le Olimpiadi si avvicinavano e a qualcuno era sorto il dubbio che potesse essere imbarazzante fare i Giochi olimpici a poche migliaia di chilometri da un conflitto. Optammo per un gesto simbolico forte e sperammo”. In sintesi: hanno gettato l’amo e sperato che il pesce abboccasse. Non ha abboccato. 

Lo stesso Javier Pérez de Cuéllar nel gennaio del 2002, intervistato in merito a degli scontri tra tifosi in Perù che causarono la morte di otto persone – tra il 2000 e il 2001 fu presidente del Consiglio dei ministri del Perù e tentò di far approvare una riforma del sistema sportivo nel paese – disse: “Lo sport veicola valori? Certo, e molto positivi. A patto che non ci sia gara, che non ci sia in palio niente. Altrimenti tutto si trasforma in tentativo di sopruso. O in propaganda se c’è in mezzo una bandiera”. 

Non molto diverso dal pensiero che aveva Joseph Goebbels dello sport: “Il miglior mezzo per introdurre l’esigenza del dominio”. Secondo lo storico Sebastian Haffner “le Olimpiadi del 1938 furono l’occasione per il regime nazista dell’ultimo, enorme e plateale convincimento di massa e adesione alle idee naziste. Riuscì perfettamente. C’è niente di più forte del fatto di lottare, correre, saltare per una nazione per convincere quella nazione a sentirsi unita e disposta a ogni cosa pur di migliorare se stessa”. 

Anche quest’anno, prima delle Olimpiadi di Parigi 2024, è stata firmata la risoluzione per la Tregua olimpica. Anche quest’anno, come è sempre stato dal 1992 a oggi, nessuno nei cinquanta stati che sono in guerra, o civile o contro qualcun altro, abbasserà le armi. Va detto che funzionò poche volte anche nell’Antica Grecia. 

Diamo sempre troppa fiducia allo sport. Lo farciamo sempre di valori positivi, ricerchiamo belle storie dal lieto fine, come la Tregua di Natale e quella partita tra i soldati francesi e tedeschi che sino a poco prima si erano sparati e uccisi. E che hanno continuato a farlo dopo. 

Altri sono gli esempi di sport capace di unire le persone in guerra. Molte sono leggende, altri falsi storici, alcuni riguardano la dinamica del gioco, non certo della competizione. Il filosofo e psicologo Otto Rank scrisse già nel 1910 che “la dinamica sportiva competitiva, soprattutto sotto le effigi nazionali, è un pericoloso atto esaltatorio della volontà di dominio di un popolo che si identifica in uno stato. E tutto ciò può far esplodere pericolosi regionalismi e nazionalismi”. 

Come accadde con Gavrilo Princip, l’uomo che sparò all’arciduca Francesco Ferdinando: la sua intolleranza verso la madre patria Austria crebbe a dismisura in una palestra di ginnastica di Sarajevo, dove veniva propagandato il fatto che si dovesse ambire a competere per la bandiera serba e non per quella dell’Impero austroungarico. 

La Tregua olimpica però è stata indetta. Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono iniziate. La speranza di una pace prossima c’è sempre. Non si rifiuta mai una corda quando si sta cercando di lottare contro la corrente di un fiume. 

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