Il Foglio sportivo – IL RITRATTO DI BONANZA
Sinner, Berrettini, le Olimpiadi: una scritturina di pesce
Il numero uno del tennis mondiale non giocherà le Olimpiadi. Qualcuno (i soliti idioti) ha criticato la scelta di Sinner di divertirsi. Evidentemente per questi il divertimento ingrossa le tonsille
Al mare si scrive meglio, si pensa meglio, si vive per un tuffo dove l’acqua è più blu. Una vita semplice, diceva Hemingway (non credo l’abbia mai detto, ma ormai gli attribuiscono qualsiasi cosa sia stata pronunciata dalle parti del mare). Davanti a una fritturina di pesce, rifletto sull’importanza/peso dell’età. Mi capita sotto il naso l’intervista a Pepe Reina, che a 42 anni ancora si tuffa senza sentire dolori ai fianchi. Dice che lo fa perché si diverte, e ora che “sente” la fine, si diverte ancora di più. Non è un discorso da trascurare, per quanto molto semplice.
Divertirsi facendo un lavoro è l’obiettivo di tutti, di noi persone comuni e anche degli sportivi. Eppure a guardare le facce di molti di loro, non sembra di riscontrare tutto questo entusiasmo. Inseguono un sogno, oppure solo del denaro? Nella seconda delle ipotesi, il divertimento è subordinato all’obiettivo. Quindi no, non si divertono.
Tra le letture estive, passo alla copertina di un noto settimanale gossipparo (amo leggere, sono un intellettuale), dove compaiono Sinner e la sua fidanzata, la russa Kalinskaya, che sorridono mentre fanno il bagno in Sardegna. Sembrano felici, sicuramente lo sono. È uno scatto che precede la infausta notizia che Sinner non potrà partecipare ai Giochi per via di una tonsillite. Qualcuno (i soliti idioti) ha criticato la scelta di Sinner di divertirsi. Evidentemente per questi soliti, anzi solidi, idioti, il divertimento ingrossa le tonsille. Io dico invece che se anche fosse scientificamente provato quello che i “solidi” sostengono, Sinner avrebbe fatto bene a fare quel tuffo e a godersela con la bellissima fidanzatina.
Sono sbagliato io? Può darsi, la fritturina mi incoraggia a pensare controcorrente. Sinner è giovane, avrà modo di rifarsi, e per il momento si è preso un milione di soddisfazioni, senza moltiplicare con la calcolatrice in mano i successi per i soldi guadagnati (forse qualcuno lo farà per lui). Nel frattempo il suo collega Berrettini, più vecchio di cinque anni circa, è tornato a vincere. Dopo essersi fatto male in almeno sette modi diversi, vince le partite al tie break, dove solitamente si arriva proprio a sette. Ha sconfitto i mali e i commenti dei “solidi” che gli rimproveravano di spassarsela un po’ troppo con Melissa Satta (quasi sette, o setta). Il fatto è che Matteo aveva perso la voglia di sorridere, e a fargliela passare non era stata la bella Melissa, ma una comprensibilissima crisi esistenziale. Chi sono io? Si è domandato, mentre ogni mattina affrontava con fatica una giornata inevitabilmente piena di allenamenti. Sono ancora un giocatore, e la cosa mi diverte un sacco, ha risposto un giorno. Così, con il sorriso, ha ripreso a tirare forte le palline, con un servizio ancora più efficace di una volta. Se non ti diverti, non vinci, è questa la morale. La scritturina di pesce è finita, andate in pace.